La condizione per rendere giudicabili in Italia i crimini di guerra commessi in Ucraina

La condizione per rendere giudicabili in Italia i crimini di guerra commessi in Ucraina
© NARCISO CONTRERAS / ANADOLU AGENCY / ANADOLU AGENCY VIA AFP - Bucha, Ucraina

Andrea de Guttry (Scuola Sant’Anna di Pisa): “Il nostro Paese dovrebbe adottare il principio della giurisdizione universale per alcune particolari fattispecie come i crimini di guerra”

 

“Se l’Italia adottasse il principio della giurisdizione universale per alcune particolari fattispecie come i crimini di guerra, sarebbe possibile processare in Italia i responsabili di crimini di guerra in Ucraina”. A parlare è Andrea de Guttry, ordinario di diritto internazionale presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa: “Il 22 marzo, il ministro della giustizia ha emanato un decreto con il quale ha nominato una commissione per l’elaborazione di un progetto di codice per i crimini internazionali. La commissione dovrà presentare una proposta concreta entro il mese di maggio. L’elemento di maggiore novità che potrebbe emergere dal lavoro di questa commissione è quello della giurisdizione universale, per la quale un giudice italiano potrebbe occuparsi anche di crimini di guerra commessi all’estero non in danno né dello stato né dei cittadini italiani”.

Una svolta normativa di tale genere – spiega de Guttry – permetterebbe di rafforzare ulteriormente la possibilità di perseguire i responsabili di crimini di guerra in Ucraina, nonché a monte, la possibilità di accertare quanto effettivamente accaduto.

“La giurisdizione per tali fatti, ad ogni modo – prosegue de Guttry – spetta innanzi tutto all’Ucraina, la quale potrebbe anche chiedere l’ausilio della Corte penale internazionale per la persecuzione dei criminali di guerra”.

Ovviamente il problema principale che si viene a porre è quello dell’efficacia concreta di un tale processo: “La Corte potrebbe a quel punto emettere un mandato di cattura internazionale, ma certo se si trattasse di responsabili russi, è pressoché certo che la Russia non ottempererebbe al mandato. Resta comunque il fatto che appena gli imputati mettessero piede fuori dal territorio russo sarebbero arrestati nel caso entrassero in un paese pronto ad eseguire l’ordine della Corte penale internazionale.”

A maggior ragione, è chiaro, se il paese nel quale si venissero a trovare fosse proprio l’Ucraina titolare originaria del potere giurisdizionale. A tal riguardo de Guttry ha chiarito che non ci sarebbero problemi di legittimità, dal punto di vista internazionale, nel caso di introduzione – come proposto dal governo ucraino – di un tribunale speciale per i crimini di guerra: “Ciò che importa è che il fatto commesso, ad esempio, da truppe russe, fosse già previsto come reato prima della commissione dall’ordinamento ucraino. Ed è chiaro che se fossero attribuiti ai russi i massacri dei quali abbiamo visto gli esiti, questo sarebbe il caso. Non sarebbe di contro necessario che il tribunale fosse già precostituito al momento del fatto delittuoso.”


AGI 

Redazione Radici

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