Lina Bolzoni sull’universalità della lettura: dallo studiolo di Urbino a New York

Lina Bolzoni sull’universalità della lettura: dallo studiolo di Urbino a New York
“Questo magnifico miracolo della lettura che è la comunicazione nel cuore della solitudine”. Inizia così, citando Marcel Proust, il webinar “L’arte delle lettura e lo studiolo di Urbino”, condotto dalla professoressa Lina Bolzoni. Organizzato dalla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, l’incontro si è concentrato sulla lettura e lo studiolo del Duca Federico da Montefeltro nel palazzo ducale di Urbino”.
Ne scrive Lara Dreux su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Stefano Vaccara.

“Lina Bolzoni è professoressa emerita di studi interdisciplinari del Rinascimento alla Scuola Normale Superiore di Pisa. È inoltre un’autrice conosciuta soprattutto per i suoi libri La stanza della memoria, La rete delle immagini e Il cuore di cristallo, pubblicati dalla casa editrice Einaudi.

Partendo da “Le mille e una notte”, la professoressa Bolzoni si è immersa nel tema della letteratura e del suo potere travolgente sull’essere umano. I libri sono strumenti che ci permettono di aprire il dialogo con anime di persone defunte.
L’esperienza della lettura è allo stesso tempo collettiva e intima, spiega la professoressa e ci regala l’opportunità di scoprire il mondo altrui come ciò che si nasconde dentro di noi. A mano a mano, il lettore inizia a riconoscersi nei vari personaggi che, paradossalmente, svelano sia le loro identità che le nostre. L’universalità della lettura fa sì che, in un racconto, chiunque possa sentirsi al riparo.

Chi nei libri si rifugiò fu il Duca Federico da Montefeltro, un avido lettore del quindicesimo secolo, che tra il 1473 al 1476 si incaricò di collezionare le opere letterarie dei suoi autori, filosofi e storici preferiti in uno studiolo ad Urbino, ornandolo con i loro ritratti per rendergli omaggio ed esprimere la sua gratitudine.

Tra i 28 quadri appesi, si possono ammirare Dante, Petrarca, Euclide, Plato e Aquinas.

Nella prima pubblicazione de “Il Cortegiano” del 1528, Baldassarre Castiglione scrisse che il Duca Federico costruì “non un palazzo, ma una città in forma di palazzo”, che con la sua collezione di libri in greco, italiano ed ebraico crearono una vasta tela di conoscenza di varie culture capaci di rispecchiare una città.

Ma il Duca Federico era molto selettivo, escludendo completamente le donne e i racconti mitologici per apparire agli occhi del pubblico un uomo serio.

Tra l’altro, la professoressa Bolzoni ha osservato che questa persona creata all’interno dei libri è data dalle nostre immaginazioni. Le voci dei personaggi si trasformano in visi fittizi. Infatti, le raffigurazioni degli uomini illustri nello studiolo di Urbino sono basate principalmente sulla percezione che le altre persone hanno di loro, e non su documenti del loro vero aspetto.

Nelle diapositive della sua presentazione, la professoressa Bolzoni ha aggiunto colore al discorso con le citazioni di vari scrittori.

“Non esiste oggetto più prezioso, tesoro più utile e bello di un libro – diceva Petrarca – I libri sono pieni di voci dei saggi: vivono, dialogano e conversano con noi, informano, educano e ci consolano, ci mostrano che le cose appartenenti al passato sono infatti presenti, le piazzano di fronte ai nostri occhi. Senza libri, saremmo tutti bestie”.

Terminando la sua presentazione, la professoressa Bolzoni ha scelto una citazione dell’autrice americana Virginia Woolf dal “Lettore comune” per comunicare il suo amore per la lettura al suo pubblico.

“Ho sognato il giorno del giudizio in cui tutti i grandi conquistatori, avvocati e politici verranno a ritirare le loro ricompense. L’Onnipotente allora si girerà verso Pietro e dirà, non senza una certa invidia al vederci arrivare con i nostri libri sotto le braccia, ‘A loro non serve ricompensa. Non abbiamo nulla da offrirgli qui. Hanno amato la lettura”.

Redazione

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