IL PANE, ALIMENTO BASE IN SUDAN Il pane è un alimento base in Sudan, in particolare nelle aree urbane popolate, ed è probabile che l’aumento dei prezzi causi un incremento nella domanda di altri alimenti di base consumati nelle zone rurali, come il sorgo, facendo lievitare anche i loro costi. Save the Children esprime la propria preoccupazione per l’impatto sulle famiglie più povere che sono le meno attrezzate per adattarsi. Il Sudan è già reduce da una lunga crisi economica, che ha visto l’inflazione salire a uno dei livelli più alti del mondo. Le organizzazioni umanitarie lo scorso anno hanno stimato che circa 14,3 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2022 nel Paese, ma il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite teme che la recente svalutazione della sterlina sudanese e la guerra in Ucraina potrebbero portare questo numero fino a 20 milioni, la metà della popolazione sudanese.

L’IMPATTO DELLA CRISI ALIMENTARE SULLE COMUNITÀ VULNRABILI Il prezzo di un paniere alimentare medio in Sudan è già aumentato del 700% negli ultimi due anni e il prezzo di una piccola pagnotta è passata da 5 SDG (circa 1 centesimo di dollari) a quasi 50 SDG (10 centesimi) nello scorso anno. La crisi del grano sta sottoponendo la popolazione a ulteriori pressioni, anche a causa di un calo significativo della produzione interna, con la resa agricola di quest’anno in Sudan già del 19% al di sotto della media. Ciò è in parte dovuto alla crisi climatica che ha colpito vaste aree dell’Africa orientale, con una stagione secca prolungata che ha rovinato i raccolti. “Durante la visita odierna ai campi profughi di Krinding nel Darfur occidentale, abbiamo ascoltato direttamente i bambini e le famiglie che sono stati colpiti dalla crisi economica, dal conflitto in corso e dai cicli di sfollamento. Siamo preoccupati per l’impatto dell’imminente crisi alimentare su queste comunità vulnerabili”, ha dichiarato David Wright, Direttore Operativo di Save the Childrenche questa settimana ha visitato la regione sudanese del Darfur. “Ogni bambino ha diritto a nutrirsi e crescere in modo sano. Eppure, a causa delle molteplici crisi che il Sudan ha attraversato negli ultimi anni, tra cui conflitti, inflazione elevata e cambiamenti climatici, quasi un quarto della popolazione sta affrontando la fame. La guerra in Ucraina sta ora mettendo a rischio un Paese che ha già una situazione instabile”, ha aggiunto.

“In questa condizione, non possiamo solo identificare il problema, ma – continua – dobbiamo affrontarlo e trovare soluzioni. Ci sono alcune questioni globali che non possiamo cambiare immediatamente ma possiamo aiutare i bambini del Sudan in questo momento. Per farlo è necessario il contributo e la collaborazione di tutti per ridurre la dipendenza delle famiglie dalle importazioni di cibo, per rafforzare la loro capacità di resilienza e aiutarle a diventare più autosufficienti”.

“Prima non sapevo come comprare cibo per i miei figli e allo stesso tempo pagare per la loro istruzione. Save the Children mi ha dato due capre. Ora i miei figli bevono latte ogni mattina, sono più sani e possono concentrarsi sulla scuola. Questo mi ha anche permesso di risparmiare un po’ di soldi per pagare le tasse scolastiche”, racconta Amira, 30 anni, madre vedova di dieci bambini del Nord Darfur, in Sudan.

Save the Children sta portando avanti programmi di sicurezza alimentare in cinque degli stati più colpiti del Sudan, tra cui la distribuzione di sementi e strumenti agricoli, capre per il latte e la distribuzione di denaro. L’Organizzazione ha anche supportato più di un milione di sudanesi nell’ultimo anno con servizi sanitari e nutrizionali, assicurando ai bambini sotto i cinque anni colpiti dalla malnutrizione l’aiuto di cui hanno bisogno.(red- 9Colonne)