Venticinque storie, 25 donne marchigiane libere, raccontate da 10 autrici e 27 illustratrici, anche loro tutte marchigiane, riunite nel collettivo “Il Sabba della domenica”. “Più diritti per le streghe malvagie: storie di donne marchigiane libere” di Giaconi editore, curato da Giuditta Giardini, è in libro che parla di donne del passato, reali e leggendarie, ma che spinge a riflessioni molto attuali sull’autodeterminazione della donna, al punto che il Senato, uno dei luoghi in cui i diritti citati dal titolo devono prendere attualizzarsi sotto forma di leggi, ha ospitato le sue autrici per raccontarne la genesi.

“L’idea – spiega la curatrice, Giuditta Giardini – nasce durante il primo lockdown, nei nostri ‘Sabba della domenica’, degli incontri virtuali tra di noi, per riscattare le storie di tante donne della nostra terra che non state raccontate come si deve”. Dalle figure mitologiche della Sibilla, della sirena Mití, e il fantasma di Azzurrina, a quelle reali come il Trio delle imprenditrici Vannelli, Virna Lisi, Maria Montessori, Anita Cerquetti: il libro racconta “le eroine che abbiamo molto amato, e che abbiamo scelte proprio per le loro caratteristiche di ‘eresia’, per il loro senso di libertà e per la loro voglia di sapere” spiega Claudia Cardena, una delle autrici.

Autrici che non escludono un futuro lavoro che chiuda il cerchio e prenda in considerazione esempi attuali, viventi. “Non ne abbiamo ancora parlato, ma sarebbe molto bello portare avanti questa esperienza e scoprire anche molte donne e molti personaggi attuali, è qualcosa stiamo già affrontando nel nostro blog” immagina l’illustratrice Letizia Amati.

Intanto, c’è da decostruire e ricostruire un nuovo modo di intendere i diritti delle donne nella società odierna: di questo è convinto il collettivo Il Sabba della domenica: “Non chiediamo nuovi diritti ma diritti che non siano plasmati su quelli degli uomini – sottolinea Giuditta Giardini – Una riscrittura dei diritti delle donne in un’orbita di specificità”.

Del resto Carla Lonzi, scrittrice e femminista “teorizzava un ritorno al contratto sociale per riconsiderare la donna come qualcosa di diverso”.

Di certo però, parlando di attualità, “serve più attenzione sui femminicidi e sul modo in cui i giornali parlano invertendo spesso il ruolo della vittime del carnefice, utilizzando un linguaggio sbagliato”. Il problema, aggiunge Claudia Cardena, è certamente culturale “ma la cultura è il substrato delle consapevolezze e il riconoscimento degli interessi e dei diritti. In realtà c’è una cosa molto sottile che dovrebbe essere promossa, ed è la parità economica.

Il potere si manifesta soprattutto con il potere economico e questo oggi penalizza le donne, nel pubblico tanto che nel privato. Questa è una battaglia che deve essere fatta”.