Uomini. Homo Sapiens. La specie dominante sul pianeta terra

Uomini. Homo Sapiens. La specie dominante sul pianeta terra
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Andando a fare una riflessione più estesa del significato della parola uomini, oltre alla distinzione di sesso, uomo donna, si evincerebbe che gli uomini (intesi come razza umana) siano la specie predominante su questo pianeta perché più intelligenti, perché sono riusciti ad imporre la loro supremazia sulle altre specie e quindi a controllarle. La razza umana ha fatto passi da gigante in tutto quello che si può immaginare, scienza, medicina, ha esplorato lo spazio, conquistato i cieli, scalato montagne, solcato i mari.

Complimenti davvero.

Ma che cos’è che rende davvero un qualcosa superiore ad un’altra?

Cos’è che lo rende speciale?

L’uomo si distingue dalle altre razze o specie animali perché dotato di intelligenza associata ad una parte del corpo che è imprescindibile e che lo rende superiore soprattutto per questo.

Il cuore.

Inteso come emozioni.

L’anima.

21 grammi.

Di questo è rimasta traccia?

Di anima ne abbiamo?

Nel corso del tempo la parola “umano” oltre a definire una specie o una razza è divenuto anche un aggettivo, positivo in questo caso. Si dice che una persona è umana quando è buona, mite, benevola, generosa etc.  Anche se la condizione umana è caduca e soggetta alle debolezze un uomo deve sapersi comportare come tale, e per farlo credo che ci sono alcune cose che regolano tale condizione, alcune accortezze e sono qualità che vanno oltre la sola distinzione di genere, uomo o animale o pianta o minerale etc.

Un uomo deve e può ritenersi tale se non infanga tale condizione dell’essere uomo con cose che sono contro il senso più alto e più profondo della condizione dell’esistere. Ci sono atrocità che mai dovrebbero essere commesse, cose che dovrebbero essere cancellate, mai dover essere accadute ma che invece sono antiche tanto quanto l’uomo, sbagliate, eppure si ripetono ciclicamente. Come un disco rotto. Sono antiche quanto l’uomo perché solo l’uomo è capace di simili atrocità, dall’alto del suo piedistallo si arroga il diritto di imporre la morte non per bisogno ma per interesse, soldi, terre, potere.

Gli animali uccidono per fame o per difendersi, l’uomo uccide per cattiveria, per odio, per soldi, per meschinità. Pensate solo se tutti gli insetti, quindi una parte del mondo animale, d’improvviso si mettesse d’accordo e decidesse di prendere loro il controllo del pianeta… l’uomo sarebbe spacciato in pochi giorni. L’uomo da che si ha memoria storica ha intrapreso guerre, genocidi, fatto distinzione di razza: bianchi, neri, rossi e gialli. La razza umana ha sottomesso la donna fino a qualche decennio fa. L’uomo che in pochi secoli, dalla scoperta della macchina a vapore (rivoluzione industriale), ha portato questo pianeta sull’orlo del collasso.

Ho sempre pensato che la prima cosa in assoluto sia potersi guardare allo specchio senza sputarci contro. Per quanto mi riguarda molto spesso ci riesco a volte meno, ma il concetto che regola la mia vita è quello.

Faccio più volte leva su questo punto, etica e morale, perché quanto sta accadendo oggi nel mondo è la conferma che non si impara dagli errori commessi. Dagli orrori dei campi di concentramento alle bombe in Ucraina, passando per l’eterna guerra in medio oriente. I criteri con cui è stata fatta la politica in questi anni, destra o sinistra ed, andando oltre, le scelte fatte da tutti i potenti della terra, sono state fatte su concetti che sono prettamente superati o egoistici o per sete di potere e conquista. Non esiste destra o sinistra, fascismo o comunismo, nero o bianco o altre coppie di contrari. Molto spesso c’è un solo grande criterio da adottare: giusto o sbagliato. Ed anche se nella maggior parte dei casi il confine tra questi due opposti è molto labile e sottile, su una cosa in particolare non ci sono dubbi a riguardo.

La guerra è sbagliata sotto tutti i punti di vista.

Da qualunque lato la si voglia osservare.

Pablo Neruda scrisse che la guerra è fatta da persone che si uccidono senza conoscersi per interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.

Ed aveva ragione, ragione da vendere.

Chi si prende la responsabilità di portare orrore e morte, di dichiarare guerra dovrebbe anche essere il primo a scendere sul sentiero di guerra, stare tra le bombe invece di starsene in panciolle e decidere la sorte di decine di migliaia di persone. Così è comodo. Se dovessero scendere loro in prima linea o i loro figli pensate che ci sarebbero le guerre? Di certo molto meno.

Come facciamo a chiamarci uomini?

Come facciamo a sopportare il peso di quello che porta con se la condizione di essere “uomo” se poi riusciamo a ucciderci l’un l’altro nel peggiore dei modi?

Ci vorrebbe una cosa mai successa, il colpo che non ti aspetti. Una cosa che entrerebbe nella storia e sovvertirebbe per sempre le sorti di tutte le guerre future.

Servirebbe che coloro che la guerra la fanno sul serio, non come quelli che se ne stanno nei palazzi del potere e non rischiano nulla, servirebbe che loro, i soldati, gli ufficiali che ricevono ordini, gettassero le armi e dicessero basta, questo schifo fatelo voi. Da entrambi gli schieramenti e ad ogni ordine ricevuto di sparare al nemico preso dai capi di stato, come risposta un netto e sonoro calcio nei coglioni.

Gettate le armi, tutti e sarete voi i veri eroi, i veri uomini e non chi decide di fare la guerra, che se gli piace tanto questa cosa ci andassero loro a farla, solo i capi di stato.

Fermiamo la giostra, che la ruota smetta di girare che qui si sta sbagliando tutto. Questo porco mondo sta girando al contrario. E non è solo per la guerra in Ucraina ma per tutte le guerre e le assurdità che la storia ci ripresenta di continuo. Andando più in piccolo, c’è una scuola di pensiero che dice che se una situazione si presenta più volte nella vita di una persona vuol dire che abbiamo un conto in sospeso con quella cosa, vuol dire che non abbiamo ancora imparato ad affrontarla e gestirla e quindi a risolverla.

Le guerre dovrebbero portare al mondo un solo insegnamento: che sono portatrici di morte e distruzione. Non ci sono vincitori, mai. Gettate quelle armi, usatele per il tiro al piattello, mettete fiori nei vostri cannoni, come I giganti in piena era sessantottina. Fate questo voi soldati, gettate le armi, tornate a casa, baciate le vostre mogli e fateci l’amore, abbracciate i figli e chiedetegli scusa per come stiamo riducendo questo mondo che i figli sono la cosa più importante di tutto ed il sorriso di un solo bambino vale più di tutte le loro stupide guerre.

Daniele Garavini

Redazione Radici

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