Sosteniamo i 400mila sfollati del Myanmar: l’appello del Pime

La resistenza ha dato vita a un Governo di unità nazionale (Nug) e ai gruppi di difesa del popolo (Pdf) per riaffermare democrazia e giustizia mentre la comunità internazionale tace di fronte a questa immane tragedia.
Di fronte a tale emergenza umanitaria la Fondazione PIME ha deciso di aprire il Fondo di emergenza S145 Emergenza Myanmar. L’obiettivo è dare un aiuto subito al popolo nel bisogno, sostenendo la rete di accoglienza che le diocesi di Taungoo e di Taunggyi stanno allestendo.
“Tra le aree più colpite – riporta il Centro missionario – ci sono le città e i villaggi dove i missionari del PIME hanno svolto per molti anni il loro ministero fondando le Chiese locali, prima delle espulsioni decretate nel 1966 per tutti i sacerdoti stranieri. Loikaw, in particolare, il capoluogo dello Stato Kayah, è ormai una città fantasma: dei suoi quasi 70mila abitanti almeno 60mila si sono spostati nei vicini centri di Taungoo e Taunggyi, o hanno varcato il confine con la Thailandia. O si sono dati alla macchia. Tante realtà religiose locali hanno risposto a questa tragedia e lo stanno facendo mostrando il volto più bello del Myanmar: quello di un popolo che, nonostante le sofferenze che hanno segnato la sua storia, sceglie la strada della solidarietà. È a loro – spiega il Pime – che invieremo aiuti, partendo dai bisogni elementari delle persone: un tetto, il cibo, una scuola per i più piccoli, che da due anni ormai – tra pandemia e guerra – non la frequentano più”.
Per partecipare al Fondo per il
Myanmar si può cliccare qui.
Il PIME è il più antico istituto missionario italiano. Nacque nel 1850 come seminario lombardo per le missioni estere.