UNICEF Iraq: 4 bambini morti e 2 mutilati a causa di ordigni esplosivi

UNICEF Iraq: 4 bambini morti e 2 mutilati a causa di ordigni esplosivi

“Purtroppo, come riportato in una dichiarazione dell’UNICEF lo scorso agosto, questa non è una perdita isolata di vite di bambini”, rileva Gupta. “Nel 2021 52 bambini sono stati uccisi e 73 sono stati mutilati a causa di residuati bellici esplosivi e ordigni inesplosi. Sono necessari maggiori sforzi concertati per ridurre l’impatto crescente di questi esplosivi, soprattutto sui ragazzi, poiché il numero di bambini vittime è cresciuto del 67% rispetto al 2020 (79 bambini per quell’anno, di cui 61 maschi)”.

“Questi eventi si sono verificati nella provincia di Babel e a Baghdad e sono accaduti mentre i bambini stavano svolgendo faccende quotidiane, come la raccolta della legna”, aggiunge la rappresentante UNICEF, ricordando “a tutte le parti interessate che la necessità di difendere la sicurezza dei bambini deve rimanere la considerazione primaria in tutti i contesti. I residuati bellici esplosivi continuano a essere la causa principale delle vittime civili e i bambini sono particolarmente vulnerabili”, perché, spiega, “la loro minore statura li rende più propensi a ricevere il pieno impatto dell’esplosione, rendendola ancora più letale”.

“L’UNICEF continua a lavorare per fornire assistenza alle vittime, fornire servizi di orientamento alle cure mediche e supporto psicosociale quando necessario”, assicura Gupta, esortando “tutte le parti ad accelerare ogni sforzo per rimuovere le mine esistenti e gli ordigni inesplosi e promuovere l’assistenza alle vittime, e a sostenere il diritto dei bambini a un ambiente sicuro e protetto”.

Infine, conclude Gupta, “l’UNICEF sollecita anche il Governo dell’Iraq e la comunità dei donatori a sostenere l’aumento e la fornitura di attività di formazione sul rischio connesso agli ordigni esplosivi in modo che i bambini e altri membri della comunità ricevano una formazione nelle scuole e nelle comunità in tutte le aree precedentemente colpite dal conflitto in Iraq”

Antonio Peragine

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