In Burkina Faso spari nelle caserme, imposto il coprifuoco

In Burkina Faso spari nelle caserme, imposto il coprifuoco

di Vincenzo Giardina

Un coprifuoco è stato introdotto dalle otto di sera alle cinque e 30 della mattina in Burkina Faso a seguito di sparatorie e proteste che hanno coinvolto ieri caserme dell’esercito nella capitale Ouagadougou. Secondo fonti concordanti citate dalla stampa locale, all’origine dei disordini c’è la richiesta di soldati e di ufficiali che siano rimossi i vertici militari e che siano garantiti più mezzi per combattere i gruppi ribelli di matrice islamista attivi nel centro e nel nord del Paese.

Ieri sera il governo del presidente Christian Roch Kaboré ha ammesso che si sono verificate sparatorie, smentendo però “una presa del potere da parte dell’esercito”. In un decreto, citato dal portale Burkina 24, si stabilisce che il coprifuoco resterà in vigore “fino a nuovo ordine” e “in tutto il territorio nazionale”.

Disposta anche la chiusura delle scuole per oggi e domani. I disordini nelle caserme sono stati segnalati a partire dalla notte tra sabato e domenica in diverse caserme, sia a Kaya e a Ouahigouya, nel nord del Paese, che a Ouagadougou, in particolare nella base aerea e in quella di Sangoulé Lamizana. Nella capitale si erano verificati momenti di tensione e anche scontri, con l’utilizzo di gas lacrimogeni da parte della polizia, durante un corteo di protesta organizzato dal movimento Sauvons le Burkina per denunciare l’insicurezza diffusa. Alla vigilia, la manifestazione era stata vietata dal Comune della capitale, che aveva ricordato come in occasione di una precedente iniziativa di protesta a novembre erano rimaste ferite almeno dieci persone. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi anni incursioni di gruppi armati legati anche ad Al Qaida o allo Stato islamico hanno provocato migliaia di morti e costretto alla fuga circa un milione e 500mila persone. In appena due settimane, a dicembre, il numero dei nuovi sfollati era stato di quasi 12mila.

Redazione Radici

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