Sul rientro a scuola torna il valzer delle ordinanze

Sul rientro a scuola torna il valzer delle ordinanze

Sul rientro a scuola torna il valzer delle ordinanze.

Il Governo vuole la riapertura domani, Regioni e Comuni rinviano il ritorno in classe e vogliono la dad, troppi casi fra studenti e personale scolastico.

A volte ritornano. Le ordinanze, mesi fa all’ordine del giorno per aprire o chiudere, riaprire o richiudere scuole, attività commerciali, sportive e altro, tornano prepotentemente in primo piano.

Sul tavolo la riapertura, in presenza, delle scuole. Il Governo da giorni insiste sulla linea del ritorno sui banchi, da domani, lunedì 10 gennaio. Le Regioni aumentano il pressing, e insistono fino all’ultimo, per un rinvio. La Campania ha già emesso un’ordinanza per rinviare a fine mese la ripresa delle lezioni; la Sicilia, invece, ha rimesso mano al calendario e ha deciso di concedere altri tre gironi di vacanza.

Da Nord a Sud, intanto, e soprattutto nei piccoli centri, diversi sindaci hanno deciso il rinvio con apposite ordinanze, sulla base dell’aumento dei casi covid docuto alla variante Omicron. Il tutto, ovviamente in ordine sparso. C’è chi ha deciso di rinviare di qualvhe giorno, chi di qualche settimana, chi a fine mese. In molti centri, quindi, torna la didattica a distanza, la Dad, che tanto ha fatto parlare nei mesi scorsi.

Alla viglia della riapertura delle scuole, però, il ‘conflitto’ non è soltanto tra Governo e enti locali, ma vede tra i protagonisti anche i presidi, le organizzazioni sindacali, i medici.

Il Governo

Il decreto approvato sulla scuola il 5 gennaio scorso pone il “principio base della scuola in presenza” nonché “regole per l’uso della formazione a distanza”, in casi “specifici e mirati” per “un tempo preciso e situazioni precise”, ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Si tratta – ha aggiunto – di un  provvedimento equilibrato e ispirato al buonsenso”.

Le Regioni

“Il Governo italiano, nonostante i rischi epidemiologici legati all’ancora basso livello vaccinale dei bambini da 5 a 11 anni, ha deciso di far riprendere le lezioni in presenza da lunedì 10 gennaio. Le vostre preoccupazioni sulla riapertura della scuola sono anche le mie e quelle dei presidenti delle regioni italiane”. ha scritto su Facebook il presidente della Regione Puglia,
Michele Emiliano, numero due della Conferenza delle Regioni.“Le Regioni hanno, invano, richiesto un posticipo della riapertura per avere il tempo di completare le vaccinazioni degli studenti e in particolare quelle dei più piccoli, ma il Governo sul punto è stato irremovibile. Non posso intervenire con un’ordinanza regionale – ha aggiunto – perché lo scorso 6 agosto è stato emanato il Decreto legge 111, (poi convertito in Legge con modificazioni) che consente ai Presidenti delle Regioni di derogare alle disposizioni nazionali solo quando una regione si trova in ‘zona rossa’. La Puglia in questo momento si trova in ‘zona bianca’, ha un tasso di incidenza dei contagi e delle ospedalizzazioni inferiore alla media nazionale e percentuali di vaccinazione sopra la media. Quindi non ci sono i presupposti giuridici”.

I presidi

“Nelle ultime ore, il numero di studenti positivi, in alcune scuole, ha raggiunto l’ordine delle decine e addirittura centinaia e questo rende quasi impossibile attuare le procedure previste. A mio avviso è molto improbabile che il sistema sanitario, nonostante il supporto delle farmacie nell’esecuzione dei tamponi per gli studenti della scuola secondaria, possa smaltire tempestivamente l’enorme carico di lavoro”, afferma Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, che ieri ha partecipato alla riunione indetta dal ministero dell’Istruzione.
Inoltre, lunedì il presidente dell’associazione nazionale dei presidi avrà un faccia a faccia con il ministro Patrizio Bianchi nel corso del quale, avverte, ribadirà le richieste già formulate nei giorni scorsi. “La scuola, in questo momento, sta svolgendo una funzione di supporto al sistema sanitario” . ha sottolineato – Giannelli – che ha chiesto che “vengano fornite ai dirigenti scolastici indicazioni chiare e applicabili, per garantire una maggiore efficacia nella gestione dei casi che si stanno presentando. Sentiamo il dovere di essere molto chiari nei confronti di famiglie e studenti”.

I sindacati

L’incontro tecnico di ieri non ha convinto neanche i sindacati. “La bozza di circolare applicativa predisposta e presentata dal ministero dell’Istruzione, altro non è che una semplice trasposizione dei contenuti del decreto legge governativo, che non scioglie le criticità e i numerosi dubbi segnalati dalle scuole e che nella sua insufficienza e farraginosità arriva anche troppo in ritardo rispetto alla ripresa del 10 gennaio”, ha evidenziato in una nota la Flc Cgil, che tra l’altro ha spiegato di aver chiesto “ancora una volta indicazioni chiare, certezza delle procedure e informazioni puntuali sui dati del contagio nelle scuole e sulle assenze per malattia. Dati che da tempo richiediamo ai rappresentanti del ministero senza ricevere alcuna risposta. Le scuole e i dirigenti non possono essere lasciati soli di fronte a questo momento così difficile, ma anche così prevedibile. Non si può fare della didattica in presenza un mero spot, non sostenuto da nessun intervento efficace come quello della fornitura di mascherine Ffp2 per tutti i lavoratori che abbiamo ancora una volta sollecitato durante l’incontro”.

I medici

Dubbi e perplessità sono stati avanzati anche da medici, esponenti di associazioni, dirigenti scolastici, anche se non mancano gli esperti che sposano la linea della riapertura in presenza. Il Governo, in ogni caso, non ha in programma alcuna marcia indietro, e si dice pronto ad impugnare il provvedimento della Regione Campania. La polemica, quindi, va avanti, ma tra poche ore la campanella tornerà a suonare.

AGI

Redazione Radici

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