Il futuro della nuova emigrazione: il dibattito alla Conferenza Stato-Regioni-CGIE

Il futuro della nuova emigrazione: il dibattito alla Conferenza Stato-Regioni-CGIE

 È andato in scena questo pomeriggio il dibattito dei Consiglieri del Cgie durante la IV Conferenza Permanente, per la sessione “Nuova Emigrazione italiana e mobilità”, anticipato dalla tavola rotonda del primo pomeriggio.Ad aprire il dibattito è stato il Consigliere Antonio Putrino, della V Commissione “Sistema Italia”, che ha presentato il progetto “Wyw-i – Know Yor Weakness Index”. E per farlo è partito da questo assunto: “gli italiani all’estero hanno voglia e competenze per aiutare l’Italia dall’estero”.Questo progetto, infatti, parte dal presupposto che “l’Italia usa tanto la digitalizzazione ma non è ancora pronta culturalmente ad usarla”. E infatti questo progetto mira a offrire (gratuitamente) alle piccole e medie aziende delle valutazioni sulla loro vulnerabilità cibernetica. E lo vuole fare attraverso i professionisti italiani che vivono nel mondo esperti nel settore.

L’idea è quella di aiutare proprio le PMI, che sono “il tessuto economico che permette all’Italia di crescere, ma non hanno una difesa cibernetica valida”. E quindi, si è chiesto: “come gli italiani all’estero possono aiutare? Lavorando alla sicurezza cibernetica per queste piccole aziende italiane”, ha spiegato Putrino. “Gli italiani all’estero – ha aggiunto – sono disposti a fare qualcosa per il nostro paese”. L’idea è quindi quella di collaborare con delle Regioni. E la prima mossa per questo progetto sarà sensibilizzare le PMI e regalare delle valutazioni. “Gli italiani sono dappertutto, sono integrati e sono professionisti – ha detto in conclusione -: vogliamo aiutare l’Italia gratis per smettere di chiedere e iniziare a dare e per far capire che una collaborazione è fruttuosa per ambe due i soggetti”.Ha poi preso parola Antonio D’Ambrosio della CIM, che ha concentrato il suo intervento sulla necessaria “svolta” per cui le associazioni possano svolgere un lavoro complementare al Cgie. Dello stesso avviso, poco dopo, il suo collega alla CIM, Lucio Sepe, che ha inoltre chiesto, per aiutare i giovani, l’apertura di borse di studio per italiani e oriundi che vogliono venire in Italia con dei percorsi tipo l’Erasmus.


Nel suo intervento, Laura Di Russo, a nome delle Consulte Regionali, ha spiegato di sentirsi “un po’ abbandonata dalle nostre Regioni, non veniamo consultati nell’operatività”. Per questo, Di Russo si è auspicata “una maggiore concretezza, perché siamo molto vicini agli italiani all’estero, dovremmo essere sfruttati di più”.Luigi Papais, consigliere Cgie, ha parlato particolarmente della sua Regione, il Friuli Venezia Giulia: “la mission che la Regione ci sta dando è quella di promuovere cultura e internazionalizzazione. Non abbiamo una consulta, ma riusciamo a fare delle cose egregie per i nostri connazionali all’estero”.Ha poi preso parola Giuseppe Abati, dell’AITEF, che ha concentrato il suo intervento sulla disastrosa partecipazione alle elezioni per il rinnovo del Comites. E dato l’imminente taglio dei parlamentari, ha avanzato una proposta: che in tutti i consigli regionali italiani ci sia un rappresentante degli italiani nel mondo. Questa, secondo lui, è “l’unica maniera per cominciare a dimostrare che gli italiani all’Estero hanno gli stessi diritti degli italiani in Italia”.


Aldo La Morte (Cgie Uruguay), ha esordito parlando dello “sforzo importante” che si sta facendo in questi giorni, e la sintesi, secondo lui, risiede in due parole: competenza e concretezza. Per la nuova migrazione questa sintesi “è ancora più importante”. E per farlo “l’amministrazione deve avvicinarli, non allontanarli”.Isabella Parisi, membro del Comites e del Cgie, ha invocato maggiore collaborazione tra le regioni e il Cgie e non solo, ma anche con chiunque rappresenti i giovani emigrati, che non sono più braccianti, ma famiglie che spesso e volentieri hanno bisogno di supporto.
Silvia Alciati, Consigliera Cgie dal Brasile, ha invece evidenziato un nuovo tipo di mobilità, sempre giovane e importante, cioè quella di passaggio, dove italiani che risiedono all’estero continuano a muoversi in altri Paesi esteri. E questo può essere uno “spunto per la mobilità circolare” su cui lavorare in futuro.
Il consigliere Cgie Giangi Cretti, non ha nascosto la soddisfazione che agli italiani nel mondo sia affiancato finalmente il concetto di “risorsa”. Poi si è concentrato sulle nuove mobilità e sulle possibilità di rientro, dicendosi scettico “che la circolarità la possano colmare i giovani (o meno giovani) che sono partiti in questi ultimi tempi”. Ma ancora più scettico si è mostrato sulla possibilità di rientro “grazie agli sgravi fiscali”, mentre è più interessato alla possibilità di una mobilità circolare o di passaggio.


“Chi fa la scelta di mobilità oggi – secondo il consigliere Gianluca Lodetti – è lasciato solo. Non può essere accompagnato. Quindi – ha sottolineato – dobbiamo farci promotori di nuova socialità”, offrendo un “sistema di servizi umanizzato” e avendo la capacità di “accompagnare le persone”.
Il consigliere Marcelo Carrara ha spiegato di come e quanto ci sia bisogno di tanto lavoro per la nuova mobilità, specie in paesi dove i servizi consolari sono più carenti.Luisa Ceccarelli, interprete della magistratura della comunità venezuelana, ha chiesto sensibilità per le richieste degli oriundi italo-venezuelani che spesso devono ricorrere all’asilo politico per ottenere la cittadinanza nonostante ne abbiano diritto Iure Sanguinis.
Infine, il consigliere Norberto Lombardo ha voluto dare una conclusione politica al tema di serata: “questa nuova emigrazione è un’emigrazione strutturale, con la quale l’Italia si deve misurare affrontandola esplicitamente. Quelli che partono oggi, a differenza del passato, partono soli. E la parola d’ordine che deve uscire da questa conferenza – ha concluso – è che le istituzioni devono assumere, a ogni livello, una responsabilità rispetto a questo fenomeno strutturale. Le istituzioni devono fare qualcosa concretamente, le Regioni devono fare corsi per aree omogenee, lo Stato dovrebbe condurre per mano, assistere e informare chi oggi parte”. 

Redazione Radici

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