Imprenditoria, il gene italiano

Imprenditoria, il gene italiano

Marinellys Tremamunno

“La presenza italiana in Argentina è di vecchia data. “Fin dai tempi della Colonia Spagnola c’erano già piccoli imprenditori italiani che venivano nel Paese per lavorare come artigiani, a Buenos Aires e a Córdoba, le più importanti città dell’epoca”, ricorda Francesco Tosi, vicepresidente della Camera di Commercio Italo-Argentina.

Un’eredità genetica presente in più della metà dell’attuale tessuto imprenditoriale argentino”.


““Se si mischiano gli azionisti italiani, con le aziende di origine italiana, di due o tre generazioni, possiamo dire che su 600 mila aziende, circa 350 mila hanno un pezzo d’Italia”.


Lo confermano le statistiche argentine: “dei 45 milioni di abitanti, si stima che 30 milioni abbiano sangue italiano”, precisa Tosi.


Che impatto ha avuto questa presenza italiana sul settore imprenditoriale argentino?

Il vicepresidente della Camera di Commercio ItaloArgentina assicura che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento “si sviluppò una rilevante industria tessile promossa dagli italiani, seguita dall’industria siderurgica e alimentare, dove oggi sono presenti importantissime aziende d’origine italiana”.


E l’italianità è talmente radicata nel settore imprenditoriale del Paese sudamericano, che la Camera di Commercio Italo-Argentina è la più antica del mondo, fondata nel 1884.


Le testimonianze degli imprenditori italiani in Argentina sono infinite e sono di ventate la materia prima perfetta del programma radiofonico di Francesco Tosi, in onda su Radio AM 1220, che si è proposto di mostrare quel gene italiano che muove gli imprenditori della nazione. “In linea di principio – sottolinea Tosi – la persona che emigra è essa stessa un imprenditore.

Questo spirito imprenditoriale è geneticamente italiano, perché l’Argentina non è stato un Paese promotore di investimenti; invece è un Paese con molti alti e bassi economici. Tuttavia, la migrazione italiana non si è mai fermata. Tra il 2010 e il 2019 abbiamo continuato ad accogliere imprenditori italiani nel settore della gastronomia e dell’agroalimentare soprattutto, nonostante il Paese non fosse in crescita.

Questo dimostra la capacità imprenditoriale italiana, anche in circostanze sfavorevoli”.


È la capacità di resilienza che mantiene forti e prospere le comunità italiane all’estero, dove si contano 47 Camere di Commercio. Solo in Argentina ci sono circa 250 aziende, al 100 per cento italiane, di cui 110 attive nel settore manifatturiero, dove impiegano più di 50 mila lavoratori, con un fatturato di circa 11 mila milioni di euro, secondo le stime dell’Italian Trade Agency – ICE e della Camera di Commercio Italo-Argentina. E questa capacità di resilienza non è mancata durante la crisi del Covid-19.


“Lo scorso anno – conclude Tosi – abbiamo fatto 23 incontri B2B, Business to Business, in modalità online. Ci sono tante aziende italiane che scommettono ancora sull’Argentina”

Redazione Radici

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