Come Mosca divenne la Terza Roma

Come Mosca divenne la Terza Roma

Di Chiara Fiaschetti

La capitale del Bosforo e il modello di Sinfonia
Le grandi trasformazioni che costituirono l’Occidente dopo il 476 d.C con la formazione dei cosiddetti “regni romano-barbarici”, non intaccarono la parte orientale dell’Impero. Anche Bisanzio aveva sperimentato la pressione e i tentativi migratori dall’esterno, tuttavia ciò non impedì agli imperatori d’Oriente di adottare strategie funzionali per far fronte all’emergenza, attuando per esempio l’eliminazione della componente germanica all’interno dell’esercito o accettare i popoli germanici come foederati sottoposti però al controllo e al comando di un generale romano.


La storia dell’Impero d’Oriente si affianca al Medioevo Occidentale, evidenziandone gli elementi contrapposti. La parte orientale è costituita da una grande componente religiosa incentrata sul modello di “sinfonia”, un modello basato sull’accordo tra Imperatore, ovvero l’autorità civile, e l’autorità ecclesiastica. L’imperatore come custode dell’ortodossia e potestà divina in forma vicaria e supervisore della controparte religiosa.


Il mondo slavo balcanico e la Rus’ assimilarono tale prospettiva tentando di ricalcare il modello orientale dell’Impero, un modello destinato ad estendersi e a prolungarsi oltre al 1453. La presa ottomana non determinò la scomparsa di questo modello e non eclissò nemmeno i tentativi di imitazione da parte del mondo balcanico.

Prima del 1453
Il Sultanato selgiuchide di Rum, nato e separatosi dall’Impero Selgiuchide nel 1077, nel XIII secolo subì un indebolimento a causa dell’invasione e la successiva vittoria mongola avvenuta nel 1243. L’indebolimento del Sultanato nel corso del 1300 portò alla costituzione di una serie di beyliks, (principati) autonomi e indipendenti. Da una di queste entità statali spiccherà la figura di Othman, da cui prenderà il nome la successiva dinastia degli Ottomani.
Othman si impegnò subito in una politica espansionistica che lo portò alla conquista di Bursa, di fronte alla capitale d’Oriente. I suoi successori posero l’assedio a Nicea e poi a Nicomedia nel 1333. Nel 1354 gli Ottomani riescono facilmente a conquistare Gallipoli, indebolita dal terribile terremoto. In quegli anni i turchi acquisirono il loro primo porto e proseguirono l’espansione in Europa con la conquista di Adrianopoli del 1361 e poi di Filippopoli, l’attuale Plovdiv in Bulgaria.
Nel 1389 l’Impero Serbo fu gravemente sconfitto nella battaglia del Cossovo.
Ormai vicinissimi all’obiettivo, nel 1394 gli Ottomani riuscirono a raggiungere la capitale e la misero per la prima volta sotto assedio. La battaglia di Nicopoli organizzata dal pontefice Bonifacio IX fu vana contro le capacità militari dei turchi.
La furia ottomana fu apparentemente interrotta dall’ascesa di Tamerlano, che nel 1402 riuscì a sconfiggere e poi ad uccidere il sultano ottomano Bayezid I.
L’impero Timuride ebbe vita breve. Nel 1405 con la morte di Tamerlano, i quattro figli di Bayezid si riorganizzarono subito dopo continuando la vecchia politica espansionistica fino al 1453.
Costantinopoli, difesa da greci, veneziani e genovesi cadde nel giro di un mese.
Prima dello scontro finale, quanto la presenza ottomana cominciava ad assumere sempre più rilievo, la Chiesa di Roma sembrava pronta a superare lo scisma del 1054. Si arrivò, quindi al Concilio di Ferrara-Firenze (1437-39) dove venne discussa la questione della riconciliazione delle due chiese. La riunificazione, approvata ma mai ufficializzata, trovava l’opposizione da parte del mondo slavo e bizantino. Per i monaci ortodossi la riconciliazione era un tradimento alla vera fede cristiana. L’opposizione arrivava anche da parte del Gran Principe di Mosca, Basilio II, il quale rigettò tale proposta fin dall’inizio.
Pochi anni, nel 1448, il sinodo di vescovi riunito a Mosca decretò la nascita della Chiesa autocefala di Mosca.
Mosca sanciva la propria indipendenza sia con Roma sia con Costantinopoli.

1453: La caduta di Costantinopoli e le conseguenze in Europa Orientale
“Due Rome son cadute, Mosca è la terza, una quarta non ci sarà.”
Questa l’enunciazione di Filofej, monaco di Pskov, che manifesta la grandezza e la ricchezza di Mosca dopo l’ultimo attacco dei turchi.
Il Gran Principe di Mosca rimaneva l’unico sovrano ortodosso, e l’autocefalia della Chiesa russa confermava il proprio prestigio.
Da parte di Roma non si erano esauriti i tentativi volti ad estirpare il nemico turco. Occorreva trovare nuovi alleati, uniti dalla cristianità, dall’unica vera fede.
Il pontefice guardò così a Mosca, speranzoso di portarla alla lotta per la cristianità contro gli invasori. Nel 1472 diete inizio al legame dinastico tra la casata Rjurikide e quella imperiale con la celebrazione delle nozze tra Ivan III e Zoe Paleologo, che successivamente prese il nome di Sophia, ultima discendente della casata imperiale bizantina.
Zoe, cresciuta a Roma, favorì i rapporti con la capitale e la penisola italiana, pur tuttavia rifiutando il superamento dello scisma del 1054.

Mosca come Terza Roma
L’idea di trasferimento di potere da Costantinopoli a Mosca non è legata al 1472 e quindi al matrimonio tra Ivan III e Zoe Paleologo. Il concetto di Terza Roma risale alla stesura del trattato Il Racconto dei principi di Vladimir del XVI secolo che per la prima volta propone la concezione di Mosca come Terza Roma.
Secondo il cronachista i principi di Vladimir – città che durante il periodo del decadimento della città di Kiev assunse sempre più importanza – discendevano da Prus, personaggio leggendario e uno dei figli dell’imperatore Augusto.
L’idea di Mosca come Terza Roma è molto più antica e affonda le sue radici nella dinastia dei Rjurikidi, dinastia che diete inizio alla dominazione di quella che diventerà la Rus di Kiev.

Chiara Fiaschetti

Bibliografia:
Lorenzo Tanzini, Francesco Paolo Tocco “Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente.” Carocci Editore, Roma, 2020
Marcello Garzaniti “Gli Slavi. Storia, Culture e lingue dalle origini ai nostri giorni.”
Carocci Editori, Roma, 2019

Redazione Radici

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