Il giorno del diavolo

Il giorno del diavolo

È una strana espressione,venire a patti con la morte .Come se ci fossero concessioni da negoziare e conquistare.Ma la morte si prende tutto “

di Daniela Piesco

Il giorno del diavolo è un libro del 2019 di Andrew Micheal Hurley che ho avuto modo di rileggere in queste giornate d’autunno, con le temperature che diminuiscono a poco a poco, il cielo che diventa grigiastro e le foglie che cominciano a perdere le forze e a tingersi di giallo e rosso, lasciando i robusti rami degli alberi spogli del proprio vestito.

E proprio ogni autunno ..

John Pentecost fa ritorno nella fattoria in cui è nato per aiutare la sua famiglia nella transumanza del gregge di pecore, dai pascoli estivi alla stalla per il periodo invernale. Le Endland sono un pugno di case sperduto nel cuore del Lancashire, ai confini con l’universo misterioso della brughiera. Non è un posto per turisti. I suoi abitanti vivono la vita dura e ciclica dei pastori, scandita dal ritmo delle stagioni, dalla diuturna manutenzione delle fattorie e da bevute omeriche nel pub del vicino villaggio di Underclough.

Nelle Endlans “non cambia mai niente. Non succede mai niente”

Quest’anno, però, il nonno di John, che tutti chiamano il Vecchio, è morto e John porta con sé ,in quei luoghi ameni ,per la prima volta, sua moglie Katherine, gravida del loro primo figlio. Il ritorno a casa è per John un tuffo nei ricordi: il fiume, i boschi e le torbiere gli riportano alla mente storie della sua infanzia ormai lontana, ma “il problema è che nelle Endland una storia pretende che se ne racconti un’altra e poi un’altra ancora, e in ognuna di esse il diavolo ha il suo ruolo”.

Già, perché cento anni prima il diavolo si è nascosto in mezzo alle pecore durante la transumanza e “giunto nella valle, cominciò a sfrecciare da una fattoria all’altra, troppo astuto per farsi scoprire, visibile solo in ciò che contagiava. Era il verme nell’occhio del cane sano, il cancro che guastava i genitali del montone, il sangue nel latte del neonato”. L’avvento del diavolo scatenò una tormenta di neve che durò per giorni, causando la morte di molte persone.

Da allora, gli abitanti delle Endland celebrano ogni anno una festa molto particolare, il giorno del diavolo, un rito ancestrale che serve a tenere lontano dal villaggio l’antico nemico…

Dopo l’esordio ‘Loney‘ diventato un piccolo caso letterario Andrew Micheal Hurley torna con il ‘Il giorno del diavolo‘ romanzo che fin dal titolo e dalla copertina si rifà alla grande tradizione del gotico rurale . Protagonista indiscusso del libro è infatti il paesaggio selvaggio e incontaminato delle Endland,“isolate, non appartate; più diffidenti che placide”.Esse sono una immaginaria valle inglese e “cuore d’Inghilterra di pietra e torba”, dove “il tempo è più capriccioso di una donna” e “l’immobilità si trasforma in tempesta”, mentre basta un’ora improvvisa perché l’inverno ceda alla primavera e l’estate svanisca in un diluvio.

Una terra dove la brughiera si anima di voci disumane ed echi fuorvianti, non così dissimile nei gemiti sinistri del vento nello Yorkshire di Cime tempestose.

A quella terra dove nulla cambia, “un giardino inospitale” in cui primavere fredde ed estati piovose si alternano a “feroci autunni e lunghi inverni”, gli uomini strappano a stento di che vivere, generazione dopo generazione, eppure non dubitano mai di rimanere, imponendo anche alle loro famiglie il medesimo, arduo sacrificio. Quel vincolo indissolubile lo avverte anche il protagonista, John Pentecost, appartenente a una famiglia di allevatori di pecore, che un giorno se n’è andato in cerca di una vita migliore e, pur avendola trovata nel Suffolk come docente d’Inglese in un collegio esclusivo, fa ritorno per il funerale del nonno e decide di restare a dispetto delle proteste della giovane moglie.

Perfino il suo stesso padre insiste a sconsigliarlo ..

Ma John ormai ha dimenticato tutto quello che gli è stato insegnato, eppure lui si ostina a rimanere, sordo a qualunque ragione che non sia quella sottile e ambigua malia che promana dai luoghi, dalle tradizioni, dalle leggende delle Endland

Da sempre, la brughiera è un luogo iconico e misterioso per la letteratura inglese: è lì che danzano le streghe nell’apertura del Macbeth di Shakespeare, Sherlock Holmes la attraversa per affrontare il terribile Mastino dei Baskerville e i suoi cespugli schiaffeggiati dal vento sono il teatro del tragico amore narrato in Cime tempestose. Hurley riprende questo topos letterario e vi ambienta una storia in bilico tra il thriller e il romanzo gotico, tra l’horror e la saga famigliare.

E così dopo le esequie, John, si rende conto che manca ormai poco alla ricorrenza più importante e maggiormente sentita ,anche più del Natale :Il Giorno del diavolo.

Il giorno del diavolo ha radici lontane nelle più antiche tradizioni della valle,in tempi in cui il maligno era costantemente presente nella vita degli abitanti

Il Diavolo è qui da prima che arrivassero tutti, è qui che passa incessantemente da una cosa all’altra. È nella pioggia, nelle raffiche di vento e nel fiume impetuoso. È negli alberi del bosco […] È la malattia che può rovinare un’intera fattoria e la tormenta che seppellisce un intero villaggio […] Ma qui almeno riusciamo a vederlo all’opera […] Quello che ci tramandiamo qui nelle Endland non è solo il privilegio di vivere, bensì il privilegio di vivere in assoluto. Cercando lo scontro anziché nasconderci per evitarlo. Iniettandoci la paura.”

Nessun rito, sacro o profano, è mai riuscito a cacciarlo. Il Giorno del Diavolo oggi è un giorno di tradizioni che si rinnovano, un modo per ricordare, una messinscena intrisa di scongiuri.

Ma la paura di tutti è che il Diavolo potesse fare veramente ritorno, per sconvolgere la vita già dura di chi si occupa delle greggi, e seminare discordia tra famiglie che da tempo immemorabile si guardano con diffidenza.

Il giorno del diavolo è un romanzo d’atmosfera dove l’orrore è sempre sussurrato e la paura striscia impalpabile tra le pagine per poi ghermire il lettore in una agghiacciante parte finale .

Una lettura perfetta per Halloween ma anche per i brumosi e freddi giorni di novembre

Del resto Andrew Micheal Hurley è “Un ottimo scrittore, con mire che lo collocano un po’ in disparte rispetto al mainstream letterario: uno scostamento che lo rende estremamente interessante.” John Boyne, The Irish Times

E leggere è sempre bello in ogni tempo e luogo ma quando è l’autunno c’è quella sensazione di calma, tranquillità, calore familiare che iniziano ad avvolgerti.L’autunno è una stagione ideale per leggere. Le temperature ancora miti, le giornate che si accorciano sono dei veri e propri alleati per la lettura. Magari con una tazza di tè in mano e una coperta sulle gambe.

E poi la Brugheria così narrata ti fa venire in mente i ricci delle castagne che cadono soffici su un tappeto di foglie per poi dischiudersi e mostrare i lucidi e gustosi frutti.

E ancora il profumo che emana il bosco.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione Radici

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