L’Italia triplica donazioni di vaccini a paesi poveri: pronte 45 milioni di dosi

L’Italia “triplica i suoi sforzi” per la donazione di vaccini ai Paesi poveri, passando dalle 15 milioni di dosi annunciate al Global Health Summit di Roma del maggio scorso, ai “45 milioni” di sieri che verranno consegnati entro fine anno. È quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Mario Draghi durante il suo video-intervento al vertice sulla lotta al Covid-19 convocato dal Presidente Usa, Joe Biden a margine dei lavori dell’assemblea Onu in corso questa settimana. Una riunione che, dopo le critiche ai paesi ricchi riguardo le disuguaglianze rispetto alle somministrazioni del vaccino del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha visto anche la promessa di un maggiore impegno in tal senso da parte del presidente statunitense.
“La cooperazione globale – ha spiegato il premier italiano nel suo intervento – è essenziale per permettere che finisca quest’emergenza pandemica e per prevenire le emergenze sanitarie. Nel mondo 2,5 miliardi di persone sono vaccinate e un miliardo è parzialmente vaccinato”.
Draghi ha poi concentrato il suo intervento su “uno dei punti deboli nella risposta globale alla pandemia”, ossia “l’insufficiente coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie”. E dunque, in qualità di presidenza del G20 ha voluto “istituire il “Global Health e Finance Board”” che “potenzierà la cooperazione globale nella governance e nel finanziamento per la risposta e la prevenzione alle pandemie”. Il Board “supporterà la collaborazione tra il G20 e l’Oms, la Banca Mondiale ed altre organizzazioni internazionali”, cosa che di fatto, accoglie la proposta americana di un “Fondo finanziario intermediario”.
E a tal proposito, Draghi ha voluto ringraziare il presidente Biden per “la sua leadership nel promuovere questo evento. Certamente il G20 a Roma partirà dai risultati di oggi”.
“I meccanismi multilaterali, come l’acceleratore Act e Covax, rimangono gli strumenti più efficaci per assicurare un’efficace distribuzione dei vaccini e per creare la capacità necessaria per somministrarli – ha spiegato ancora il premier -. Dobbiamo anche offrire adeguato supporto logistico per assicurare che i vaccini raggiungano coloro che ne hanno più bisogno. Perché, con l’aumento della capacità produttiva, la sfida principale sarà come trasportare i vaccini, non come produrli”.aise