Le amministrative agitano i partiti e non solo
Le amministrative restano al centro del dibattito politico: I partiti continuano a muoversi alla ricerca di assetti, alleanze ed equilibri in vista dell’appuntamento delle elezioni di autunno.
Invero la sfida delle prossime amministrative torna ad assumere il volto, classico e rassicurante, del bipolarismo all’italiana.
Le prossime elezioni amministrative (comunali e circoscrizionali) – le prime dell’era post-pandemica (o almeno così si spera…) si svolgeranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre, con eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci domenica 17 e lunedì 18
I Comuni coinvolti saranno 1.345 (il 17,5% del complesso dei 7.904 comuni italiani), tra i quali 18 capoluoghi di provincia (Novara, Varese, Pordenone, Ravenna, Rimini, Grosseto, Latina, Isernia, Caserta, Benevento, Salerno, Cosenza) e ben sei che lo sono anche di regione (Trieste, Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli).
C’è da rilevare che sarà una corsa tutta al maschile in quasi tutte le principali città al voto, tranne per le candidate dei 5Stelle e per Alessandra Clemente (movimento ‘Dema’ dell’ex sindaco De Magistris) a Napoli. Sfide tutte al maschile
Ma se, per vincere, il centrosinistra ‘qualcosina’ di buono, stavolta, l’ha fatta, il centrodestra – novello campo d’Agramante della politica italica – in compenso ha fatto solo una serie di disastri e, dunque, rischia di uscirne con le ossa più rotte.
Colpa di scelte dissennate che il centrodestra ha compiuto, incaponendosi – specie Salvini, ma anche Meloni, e pure Berlusconi – praticamente ovunque su dei nomi ‘civici’ che si stanno rivelando dei veri flop, in alcuni casi apertamente imbarazzanti .
Un disastro in piena regola che non riesce a trovar capaci gli uomini migliori del centrodestra, che pure ci sono, ma che per adesso e finora ha prodotto candidati imbarazzanti o non all’altezza (Michetti e Bernardo), ignoti ai più (Battistini) o inutilmente protervi (Maresca) e che, dunque, porterà quasi sicuramente il centrodestra, pur forte nei numeri, a non fare un passo in avanti, anzi, probabilmente, a toglier voti alla coalizione.
Al di là delle annose vicende appena rivelate si dovrebbe mirare a superare la annosa debolezza delle amministrazioni nella individuazione, nella programmazione e nell’attuazione di progetti da concludere in un periodo di tempo determinato.
La fragilità della capacità amministrativa del nostro sistema amministrativo, in particolare del momento della programmazione, dovrebbe essere posta al centro del dibattito e individuata come il problema di maggiore rilievo che il governo nazionale deve affrontare.
Nell’augurarmi che vinca il migliore credo che sia necessario promettere un po’ meno di quello che si pensa di realizzare se si vincessero le elezioni.
Mi piacerebbe credere che i partiti ed i loro dirigenti, ad ogni livello, siano al servizio del popolo, non viceversa
Anche se gli adulti pur non credendo a Babbo Natale lo votano .
Antonio Peragine