Essere senziente

Essere senziente

Và! Anche tu, un giorno, sei destinato al nirvana”.Le sublimi parole che Buddha rivolse al suo cavallo quando lo lasciò libero.

Di Daniela Piesco

L’ essere senziente (ovvero, in senso più ampio, un’entità senziente) è, in accordo con la definizione utilizzata da molti filosofi moderni, un essere dotato della capacità di sensazione.

L’espressione è ampiamente usata tanto in filosofia quanto nel diritto e nella bioetica

Invero quando proviamo sofferenza o gioia, ci comportiamo in un certo modo. Gesticoliamo, gridiamo, gemiamo…

Avviene tanto negli esseri umani quanto nella stragrande maggioranza degli animali non umani. Chi si comporta in questo modo sta avendo delle esperienze positive o negative.

Allo stesso modo, esistono comportamenti che ci fanno capire che un essere può avere esperienze positive o negative dall’apprendimento di elementi presenti all’interno del suo ambiente, benefici o dannosi. Per esempio, un animale che si scotta si tiene subito a distanza dal fuoco. Lo stesso vale per le esperienze positive, quando, ad esempio, un animale trova un alimento in un certo luogo e ci ritorna le volte successive.

La chiave dell’essere senziente è il comportamento.

La spiegazione più plausibile che possiamo dare è che un essere è cosciente quando manifesta un comportamento complesso. Esistono molti animali con comportamenti non semplici. Vivono situazioni molto diverse e, per sopravvivere, devono rispondere in modo adeguato. La capacità di adattamento necessaria non si manifesta senza ricorrere alla coscienza.

l’ animale è un essere senziente”, la Corea del Sud concederà loro uno status legale per combattere abusi e abbandoni.

L’emendamento, che deve ancora essere approvato dal parlamento, probabilmente durante la sua prossima sessione ordinaria a settembre, renderebbe la Corea del Sud uno dei pochi Paesi al mondo a riconoscere gli animali come esseri senzienti, con il diritto alla protezione, un maggiore benessere e rispetto per la loro vita.

È probabile che l’emendamento venga approvato, ha affermato il legislatore Park Hong-keun, che dirige il forum parlamentare sul benessere degli animali, poiché esiste un consenso sociale diffuso sul fatto che gli animali dovrebbero essere protetti e rispettati come esseri viventi che coesistono in armonia con le persone.

Per il Paese si tratterebbe di una vera e propria svolta, necessaria per via del drammatico aumento di abusi sugli animali. I maltrattamenti verso gli animali sono infatti aumentati da 69 nel 2010 a ben 914 nel 2019. Questo nonostante l’aumento di sensibilità della popolazione verso gli animali domestici, sensibilità che emerge dal numero delle adozioni in costante crescita.

Esseri senzienti a noi molto simili .

Più aumentano le nostre conoscenze sul comportamento dei Primati, più diminuiscono le differenze fra primati umani e non umani. Ad esempio, oggi sappiamo che la differenza di informazione genetica fra la nostra specie e lo
scimpanzé bonobo è dell’ordine dell’uno per cento.

L’idea di uomo, nel pensiero dell’Occidente, è costruita in contrapposizione all’idea di animale: umanità e animalità vi appaiono come termini antitetici, sia nella concezione biblica che nell’idea scientifica di derivazione baconiana.

Ma si tratta di una contrapposizione largamente mitica e scientificamente insostenibile.

Anche il linguaggio abituale è improprio, perché l’uomo è un animale. Dobbiamo liberarci da quell’antropocentrismo che caratterizza la nostra cultura ed è una delle cause “a monte” che hanno provocato la spaventosa situazione ecologica del Pianeta.

Gli altri animali soffrono, amano, sono coscienti. Qual è la facoltà che consente di
attribuire dei “diritti soggettivi”?

Se fosse qualche forma di coscienza o
consapevolezza, non si capisce con quale logica si riconoscono diritti alle persone in
coma o agli embrioni umani e non si considera degno di considerazioni morali
soggettive un essere consapevole e senziente come
un cane ,un gatto o un delfino.”(Guido Dalla casa)

L’idea tradizionale, propria delle istituzioni religiose nate nell’area medio-orientale e di una corrente della scienza, è che l’uomo sia dotato di libero arbitrio, mentre il resto del mondo naturale (compresi tutti gli altri animali!) sarebbe soggetto alle rigide leggi fisiche.

Un’altra corrente della scienza “ottocentesca” (il determinismo) non lascia alcuna libertà a nessuno.

Invero c’è qualche segno di libertà in tutti i processi naturali: ci sarebbe un po’ di libero
arbitrio ovunque, anche se in quantità diverse
.

Ogni entità naturale, ogni processo, ogni sistema complesso, ha un suo grado di
libertà. Solo la “quantità” di tale facoltà è diversa da caso a caso.

Secondo la visione detta “del cane al guinzaglio”, tutte le entità (noi compresi) hanno un guinzaglio, più o meno lungo, in mano alle forze sistemiche, che non sono soltanto fisiche o energetico-materiali, ma anche mentali.

Per usare un’espressione di Bateson:
“…Se volete, potete chiamare Dio le forze sistemiche.”

Il cane può talvolta far cambiare completamente direzione a chi tiene il
guinzaglio, se a un bivio si dirige da una parte piuttosto che dall’altra.

Solo come esempio, il grado di imprevedibilità che si manifesta in diverse
comunità di insetti, di mammiferi o di uccelli, non è molto diverso da quello dei
gruppi umani.

Comunque, se c’è qualche differenza fra umani e altri animali, è di natura
quantitativa .

In fondo l’etologia va confermando quello che Giordano Bruno aveva intuito con il suo genio filosofico, e cioè che tutti gli esseri viventi sono fenomeni diversi di un’unica sostanza universale. Traggono dalla stessa radice metafisica e la loro differenza è quantitativa non qualitativa o, per usare il linguaggio di Kant, fenomenica non noumenica.

Sicuramente le considerazioni sopra esposte non sono necessarie per molti , sicuramente non lo sono per chi ha un
cane come amico.

“Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L’uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva. L’uomo è troppo presuntuoso,
troppo preso di sé. Naturalmente il fatto che gli animali abbiano una coscienza “solleva dei problemi”. Forse l’uomo ha paura di fare altri passi in questa logica: riconoscendo una vita interiore agli animali, sarebbe costretto a inorridire per il modo con cui li tratta.”

Konrad Lorenz, padre dell’etologia
moderna.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

pH Giovanni Franco

Redazione

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