In UK è “pingdemic”: ristoranti, supermercati e stazioni della Tube in carenza di personale

In UK è “pingdemic”: ristoranti, supermercati e stazioni della Tube in carenza di personale

di Alessandro Allocca

“Neppure una settimana dal freedom day e l’Inghilterra si trova alle prese con un altro fenomeno legato al coronavirus: il pingdemic. Un inglesismo coniato dall’unione delle due parole ping e pandemic, dove per la seconda è chiaro il collegamento al Covid, mentre la prima riguarda il sistema di tracciamento dell’app dell’NHS che invia un segnale audio e visivo, un ping per l’appunto, che avvisa chi lo ha ricevuto di doversi sottoporre a un auto isolamento preventivo perché potrebbe essere venuto in contatto con un contagiato. Dallo scorso lunedì, giorno in cui in Inghilterra sono state annullate tutte le restrizioni riguardo la pandemia, i ping inviati dall’app sono stati oltre 600mila”.

Ne scrive Alessandro Allocca su “LondraItalia.com”, quotidiano online diretto da Francesco Ragni.
“Non tutti hanno seguito il “consiglio” di auto isolarsi, ma dove il segnale è stato ricevuto da persone facenti parte dello stesso ambito lavorativo, è scattato per loro l’obbligo di rimanere a casa.
Tra le vittime eccellenti il ristorante stellato del celebre Ritz, una istituzione a Londra con 115 anni di storia che non ha chiuso neppure durante le due guerre mondiali, ma a causa di un ping ricevuto da uno degli chef interni, è stato costretto ad abbassare la serranda in maniera preventiva per circa una settimana a partire da mercoledì.


Lo stesso è accaduto ad alcune stazioni storiche della Tube che sono andate in carenza di personale, sia lungo la Metropolitan che Piccadilly e District line. Le fermate più colpite sono state quelle tra South Harrow e Uxbridge e tra High Street Kensington ed Edgware.
Non sono stati da meno anche supermercati e altri ristoranti, tanto che sono stati molti i negozi, anche di celebri catene, che hanno registrato problemi nella gestione interna del personale, dato che nel momento in cui si riceve l’allerta dall’app, la regola prevede di auto isolarsi immediatamente per evitare di diffondere ancora di più l’eventuale contagio. Tempi strettissimi che non permettono di riorganizzare né il lavoro e né i turni dei dipendenti.
Proprio in questi ultimi giorni sono stati registrati scaffali vuoti in alcuni supermercati e porte serrate di ristoranti che, solo il giorno prima, avvisavano la propria clientela di essere tornati operativi al 100%.


Una brutta sorpresa per tutti, dato che a risentirne maggiormente è ovviamente la salute pubblica, segno che la variante Delta continua a diffondersi senza tregua, ma anche l’economia del paese con particolare riferimento al settore dell’hospitality che continua ad essere quello maggiormente colpito dalla pandemia.
Secondo gli ultimi dati, il numero di persone che hanno ricevuto l’allerta nel corso della settimana scorsa ha superato le 500mila unità, con una crescita del 46% rispetto a quella prima, il picco di contagi viaggia ancora tra i 40 e i 50mila su base giornaliera ma soprattutto si è giunti a una fase della campagna vaccinale durante la quale si sarebbe dovuto tirare un sospiro di sollievo forte delle due dosi somministrate a buona parte della popolazione adulta, il 69%.
E invece gli oltre 83milioni di vaccini inoculati ad oggi in UK (46milioni di persone solo la prima dose, e a 36milioni entrambe) ancora non bastano per poter dire di aver avuto la meglio sul virus.
Intanto, dal Governo è stata diffusa una lista di lavoratori esenti dall’auto isolamento se rientrano anche nella categoria di coloro che hanno ricevuto la doppia dose. Si tratta di personale dei settori dell’energia, dell’energia nucleare, delle infrastrutture digitali, della produzione e fornitura del cibo, della raccolta e smaltimento dei rifiuti, della gestione dei sistemi idrici, del campo medico veterinario, della produzione e diffusione di medicinali e dispositivi medici e materiale clinico, di fornitura di servizi di emergenza, di controllo alle frontiere, di difesa e personale appartenente ai governi locali”. 

Redazione

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