Documentari italiani a Pristina

Documentari italiani a Pristina

L’Ambasciata d’Italia a Pristina, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, ha promosso la proiezione di quattro documentari italiani al Cinema “Kino Armata” di Pristina. La rassegna, che si è aperta martedì scorso con “Il Colosseo in Quarantena” (2020) di Luca Lancise, proseguirà sino al 3 agosto prossimo (ingressi gratuiti nell’ambito della serie “Documentari italiani contemporanei 101”.
Il primo documentario presentato, “Il Colosseo in Quarantena”, affronta il tema della riapertura del fragile gigante ai tempi del Covid. All’interno dei grandi spazi del Colosseo, una piccola grande famiglia di esperti continua a prendersi cura del monumento che per loro è una seconda casa. Si ritrovano a vivere in un tempo sospeso: gli spazi sono vuoti e silenziosi, apparentemente abbandonati, privati delle migliaia di voci, linguaggi. Questa straordinaria situazione si trasforma però nella possibilità di guardare al monumento in modo nuovo e diverso, scoprendone e riscoprendone i segreti, i dettagli, le prospettive inedite rimaste nascoste sotto il continuo flusso turistico.


La seconda proiezione (in lingua originale con sottotitoli in albanese e inglese) è in programma domani, martedì 20 luglio, ore 19: “La Dolce Nave” (2013) del regista Daniele Vicari. Oggetto del documentario la nave albanese Vlora, che l’8 agosto 1991, di ritorno da Cuba, raggiunse il porto di Bari con 20 mila persone a bordo. A guardarla da vicino, la nave sembra una brulicante colonia di formiche, una massa indistinta di corpi aggrappati l’uno all’altro. L’ormeggio è difficile, qualcuno si butta in mare per nuotare fino a terra, tanti altri gridano in coro “Italia, Italia”, facendo con le dita il segno della vittoria. La maggior parte delle persone che si imbarcarono su quella nave furono rimandate in Albania ma le traversate continuarono e molti di loro fecero un altro tentativo. Oggi in Italia vivono quattro milioni e mezzo di stranieri.


Martedì 27 luglio sarà la volta del documentario “Fellini Fine Mai” (2019) di Eugenio Cappuccio, che descrive episodi sconosciuti del cinema, della vita e della poesia del Maestro. In particolare, Cappuccio ricostruisce le vicende della sua conoscenza con Federico Fellini: a Rimini da adolescente, e poi, dopo aver studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, quando hanno lavorato insieme sul set di “Ginger e Fred”. Percorrendo i resti e le tracce del vasto repertorio televisivo della RAI, il documentario si arricchisce di numerose testimonianze originali di persone che hanno lavorato con il regista italiano. Il film sarà proiettato in italiano con sottotitoli in inglese.


L’ultimo appuntamento della rassegna è per martedì 3 agosto con “Paradigma Olivetti” (2020) di Davide Maffei in cui, attraverso le voci di designer, storici e manager e grazie a straordinari materiali d’archivio, si ripercorrono i percorsi del design industriale Olivetti, dalla morte di Adriano nel 1960 agli anni ’90, attraversando le sfide di un’epoca segnata da rapide innovazioni: il passaggio dalla meccanica tecnologia all’elettronica, fino al suo successo nel competitivo settore. Nonostante i cambiamenti indotti da questo nuovo scenario, Olivetti riuscirà, in un mercato di concorrenza mondiale, ad imporsi ancora una volta nel design del prodotto industriale come paradigma di un metodo capace di produrre, con linguaggi diversi, l’unicità di uno stesso stile. (aise)

Redazione

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