Le ali gialle e verdi
Rubrica di poesia a cura di Rossella Cerniglia
E adesso, ecco per voi alcuni versi di un grande poeta spagnolo, Antonio Machado, nato a Siviglia il 26 luglio del 1875, uno dei massimi innovatori della lirica spagnola dei primi decenni del Novecento.
Dall’esistenza appartata e dimessa, apparentemente spoglia di grandi avvenimenti, ma interiormente ricca e feconda, rappresenta, coi suoi versi, un alto luminoso esempio di poesia che ha i confini della stessa vita: una assidua meditazione che coagula ed esprime, con grande profondità e genuinità, la fisionomia intera della sua anima: le chimere, i sogni, l’amore, una smaniosa inquietudine e una immanente e dolcissima tristezza mai acquietata.
Poesie di Antonio Machado (da Solitudini)
Notte d’estate
E’ una notte bellissima d’estate.
Nelle alte case stanno
spalancati i balconi
del vecchio borgo sulla vasta piazza.
In quell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi, acacie
disegnano in simmetria
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit, la luna, e sulla torre
col quadrante alla luce l’orologio.
In questo vecchio borgo vado a zonzo
solo, come un fantasma.
Vergine altera, mia compagna, t’arde
Vergine altera, mia compagna, t’arde
un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore è questa luce
eterna della tua nera faretra.
Con me verrai finché proietti un’ombra
il corpo e resti ai miei sandali arena.
– La sete o l’acqua sei sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera, mia compagna.
Lassù, sugli altipiani
Lassù, sugli altipiani
dove disegna il Duero
la sua curva balestra
intorno a Soria, tra colli di piombo
e le logore macchie di querceti,
lassù vaga il mio cuore, là, nel sogno.
Vedi, Leonor, i pioppi lungo il fiume
coi loro rami spogli?
Guarda il Moncayo azzurro e bianco, dammi
la mano e passeggiamo.
Per questi campi della terra mia
ricamati di ulivi polverosi
vo camminando solo,
uomo triste, pensoso, stanco, vecchio.