Sileri: “La lotta al covid è dinamica, così come è dinamico il virus, ci saranno altri cambiamenti ad esempio sulla terza dose”

Sileri: “La lotta al covid è dinamica, così come è dinamico il virus, ci saranno altri cambiamenti ad esempio sulla terza dose”

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sui cambiamenti di rotta nella campagna vaccinale. “La lotta al covid è dinamica, così come è dinamico il virus –ha affermato Sileri-. Cambiamenti sono stati fatti ed è verosimile che vi saranno anche in futuro, così come la terza dose: quando dovrà esser fatta, a chi dovrà esser fatta… Si tratta di evidenze scientifiche che vengono acquisite man mano. Mix di vaccini? Le evidenze scientifiche, benchè iniziali, dimostrano una risposta immunitaria superiore”.

Sulla variante Delta. “E’ una variante del virus originario che presenta due mutazioni già note. Una di queste mutazioni riguarda proprio la proteina spike che è quella che consente al virus di entrare nel nostro corpo, quindi rende il virus più contagioso. L’altra invece rende il virus più resistente agli anticorpi ed è questa che potrebbe rendere il virus in grado di eludere l’efficacia del vaccino, ma questa è solo un’ipotesi al momento. Questo potrebbe determinare in futuro la necessità di rimodulare i vaccini, ma attualmente i vaccini sembrano essere comunque efficaci. La stragrande maggioranza di coloro che si sono ammalate sono persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose, questo significa che verosimilmente i vaccini funzionano”.

Sulle possibili restrizioni verso alcuni Paesi. “I provvedimenti devono essere sempre presi in maniera corale. E’ evidente che se in un Paese c’è una variante che si diffonde di più e ci sono sospetti che possa eludere i vaccini, per questi Paesi devono essere prese precauzioni. Le precauzioni possono andare dalla quarantena allo stop totale”.

Sullo stato di emergenza. “Bisogna valutare quanto deve essere prolungato. E’ evidente che il peggio è alle spalle, ma valutare un modesto prolungamento dello stato di emergenza può aver senso perché dobbiamo completare la campagna vaccinale e gli sforzi maggiori si dovranno fare se ci dovesse essere un calo della richiesta di vaccinazione e quindi dovremo andare quanto più vicino ai nostri cittadini per convincerli alla vaccinazione per poter raggiungere la protezione di gregge. Inoltre, lo stato di emergenza ha un’attualità ed importanza a maggior ragione per il periodo autunnale perché è verosimile che col progredire della vaccinazione e il non arrivo di ulteriori varianti più pericolose staremo come stiamo oggi, ma non possiamo saperlo con certezza. Per questo prorogare lo stato di emergenza ci dà delle garanzie. Se poi ad ottobre avremo messo il virus ko in Italia allora è chiaro che lo stato di emergenza potrà essere interrotto”.

Sugli stadi pieni in alcuni Paesi europei. “Questo pone dei rischi. E’ un’immagine bellissima perché ci fa tornare indietro nel tempo nel periodo pre covid, ma forse un po’ troppo prematura in questo momento. E’ vero che oggi è molto meno probabile che ci possano essere problemi perché la percentuale di vaccinati è molto alta, però è prematuro. Non manca tantissimo tempo per rivedere queste immagini anche in Italia, siamo in dirittura d’arrivo, ma non sprechiamo tutto il vantaggio che abbiamo accumulato fino ad oggi”.

Sull’obbligo di mascherina. “Tempo fa ho detto che mascherina all’aperto avremo potuto metterla nel taschino  quando saremo arrivati a metà della popolazione vaccinata, ora ci siamo. Dai primi di luglio sarebbe opportuno far cadere l’obbligo”.

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.