Il Jazz in tutte le sue declinazioni

Il Jazz in tutte le sue declinazioni

TORINO Dal 19 al 27 giugno 2021 si terrà la IX edizione del Torino Jazz Festival, un omaggio al jazz in tutte le sue declinazioni espressive.
Nel cartellone, che recupera in gran parte quello programmato per l’edizione 2020, poi rinviato a causa emergenza Covid 19, sono presenti grandi musicisti italiani e internazionali, artisti di ricerca e talenti piemontesi.

I nove giorni di programmazione saranno, come sempre, ricchissimi di produzioni originali.


Il Festival nelle ultime edizioni ha conquistato, grazie alla sua attenzione al contemporaneo, una precisa identità nel panorama internazionale dei festival jazz.

Diretta dai musicisti Giorgio Li Calzi e Diego Borotti, la rassegna jazz porterà grandi artisti a esibirsi, a prezzi popolari, sui palchi delle OGR, del Conservatorio Giuseppe Verdi e del Teatro Vittoria.


Il TJF – che propone in calendario grandi concerti di artisti nazionali e internazionali (i musicisti coinvolti saranno circa 150), Torino Jazz Meetings (dove si incontreranno gli operatori del settore), Jazz Talks e mostre fotografiche – è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, con il contributo di Fondazione Crt e OGR Torino e A.N.Co.S., main partner Intesa Sanpaolo e Iren. Charity partner Fondazione Ricerca Molinette, media partner Rai Cultura, Rai 5, Rai Radio 3 e La Stampa.


L’edizione 2021 cresce e dedica grande spazio all’aspetto formativo e ai giovani musicisti che studiano il jazz e ne praticano le forme espressive.


La rassegna sarà organizzata osservando le più scrupolose norme di sicurezza per il pubblico, gli artisti e il personale al lavoro.


Il programma del Festival, presenta: Gianluca Petrella Cosmic Renaissance (sabato 19 giugno ore 17.30 e ore 21, Conservatorio Giuseppe Verdi), Erios Junior Jazz Orchestra Feat. Joan Chamorro (domenica 20 giugno ore 15.00, Conservatorio Giuseppe Verdi, produzione Originale TJF), Luigi Martinale Quartet Guest Stefano ‘Cocco’ Cantini + Classwing Ensemble + Pino Ninfa (domenica 20 giugno ore 21.00, Conservatorio Giuseppe Verdi), Gianluigi Trovesi, Filarmonica Trt , Fabrizio Bosso ‘Berg Heim: una piccola Montagna Magica’ (lunedì 21 giugno ore 17.00 prova aperta e ore 21.00, OGR, coproduzione Filarmonica TRT e Torino Jazz Festival), Robert Henke ‘Cbm 8032 AV’ (martedì 22 giugno ore 21.00, OGR ), Uri Caine, Furio Di Castri, Andy Sheppard ‘Five Visions’ (mercoledì 23 giugno ore 17.30, Conservatorio Giuseppe Verdi, produzione originale TJF), Emanuele Cisi e Roberta Gambarini ‘No Eyes’ (mercoledì 23 giugno ore 21.00, OGR, produzione originale TJF), Biréli Lagrène & Charlier/Sourisse Multiquarium Big Band ‘Remember Jaco Pastorius’ (giovedì 24 giugno ore 17.30 e 21.00, OGR, prima italiana), Donny Mccaslin Quartet Guest Gail Ann Dorsey ‘Bowie’s Blackstar’(venerdì 25 giugno, ore 17.30 e ore 21.00, OGR, produzione originale TJF), Nate Wood ‘fOUR’ (sabato 26 giugno ore 11.30 e ore 15.00, Teatro Vittoria, prima italiana), Arto Lindsay And Band (sabato 26 giugno ore 17.30, OGR, unica data italiana), Zig Zag Power Trio Ft. Vernon Reid, Will Calhoun, & Melvin Gibbs (sabato 26 giugno ore 21.00, OGR), Roberto Dani ‘Solo’ (domenica 27 giugno ore 11.30 e ore 16.00, Teatro Vittoria), Salif Keita ‘Un Autre Blanc’, opening Korabeat (domenica 27 giugno ore 17.30 e ore 21.00, OGR, unica data italiana).
Oltre ai concerti il pubblico potrà seguire i Jazz Talks ai quali interverranno il filosofo ed esperto di teoria dell’evoluzione Telmo Pievani (20 giugno).

Robert Henke che dialogherà con l’artista e sound designer Giorgio Sancristoforo (21 giugno); il fotografo Guido Harari che converserà con Stefano Salis, giornalista del Sole 24 Ore (26 giugno); il musicologo Stefano Zenni che racconterà la figura di Charlie Parker (27 giugno).


Ad arricchire il Festival anche i Torino Jazz Meeting: due giorni di convegni in streaming sul jazz che coinvolgeranno gli addetti ai lavori, i soci dell’Associazione Nazionale I-Jazz e il network degli operatori regionali coordinati da Piemonte Jazz.


Jazz è Ricerca” è una mostra fotografica che espone nelle stazioni della metropolitana gli scatti di Massimo Forchino a sostegno della ricerca scientifica di Fondazione Ricerca Molinette. Le immagini scelte hanno l’obiettivo di esplorare il legame esistente tra i mondi solo apparentemente distanti della musica jazz e della ricerca scientifica.


Le sedi che ospiteranno il TJF 2021 sono: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (via delle Rosine 18); Circolo dei lettori (via Bogino 9); Conservatorio Giuseppe Verdi (piazza Bodoni); OGR (corso Castelfidardo 22); Oratorio di San Filippo Neri (via Maria Vittoria 5); Teatro Vittoria (via Antonio Gramsci 4).


Il collettivo The bounty killart ha realizzato due sculture per la campagna di comunicazione del Torino Jazz Festival.

Così come nell’improvvisazione jazz l’esecutore sceglie un brano ed elabora variazioni melodiche o armoniche, il gruppo creativo The bounty killart decostruisce due sculture iconiche della storia dell’arte, il Discobolo di Mirone e la Paolina Borghese di Antonio Canova, e le ricompone donando loro nuove forme e significati. “Il processo di ricomposizione e le nuove narrazioni che si generano vogliono celebrare la storia e l’età dell’oro del jazz”.


In questa edizione il TJF si arricchisce di un teaser firmato Donato Sansone. “Ho cercato di catturare la dimensione notturna e metropolitana del jazz che amo molto inserendo alcuni tra i più autorevoli musicisti della scena contemporanea del jazz, senza tralasciare il richiamo alla città di Torino che ospita il festival – spiega l’artista -. Come sempre l’immagine è nulla senza l’atmosfera visionaria del suono e della musica realizzata in questo caso superbamente da Enrico Ascoli”.
Durante il Festival 2021, nello spazio espositivo di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia si potranno ammirare gli scatti di Lisette Model. Fra i tanti personaggi ritratti dall’artista sono esposti in mostra anche alcuni dei grandi nomi del Jazz come Bunk Johnson, Count Basie, Dizzy Gillespie, Bud Powell, Percy Heath, Chico Hamilton, Ella Fitzgerald e Louis Armstrong. Seguendo questa suggestione, in occasione del Torino Jazz Festival, a CAMERA, dal 24 maggio, sarà possibile scaricare attraverso QR Code una playlist a tema Jazz selezionata dai direttori artistici del Torino Jazz Festival.

Inoltre, il 26 giugno alle ore 16.00, CAMERA ospiterà l’incontro ‘Art Kane Harlem 1958’ in cui Guido Harari dialogherà con Stefano Salis, giornalista del Sole 24 Ore.


“Il Torino Jazz Festival approda alla nona edizione con l’ambizione di accompagnare con la musica il desiderio di ripartenza che tutti proviamo”, dichiarano il sindaco Chiara Appendino e l’assessore alla Cultura Francesca Leon. “Nonostante i tempi complessi il Festival mantiene l’alto livello qualitativo che lo contraddistingue, ospitando artisti internazionali, ai quali si affiancano artisti e maestranze del panorama italiano della musica dal vivo, con l’intento di continuare l’azione di sostegno che la Città ha intrapreso sin dalla scorsa edizione.

Sfogliando il programma si possono anche apprezzare conferenze tematiche di alto livello e concerti che vedono gli studenti esibirsi sui palchi più prestigiosi della rassegna. Il necessario rispetto delle misure di sicurezza e le difficoltà logistiche rendono questa edizione speciale: è evidente lo sforzo ideativo e organizzativo messo in campo per poter proporre il palinsesto ora sotto i nostri occhi. Un sentito ringraziamento va dunque a chi realizza il festival, i jazzisti sui palchi, i tecnici e la direzione artistica affidata a Diego Borotti e Giorgio Li Calzi. Questi mesi dominati dal Covid-19 hanno svelato quante siano le professionalità coinvolte nel mondo dell’arte e quale prezioso lavoro svolgono dietro le quinte. Un ultimo ringraziamento”, terminano Appendino e Leon, “va all’attore più importante, quello che si trova di fronte al palco, il pubblico che con il suo entusiasmo desidera voler tornare a frequentare i concerti e gli incontri dal vivo“.


“Se giugno sarà simbolicamente il mese della ripresa generale del Paese e della nostra Città, sono felice del contributo di bellezza e socialità che il TJF potrà offrire”, sottolinea Diego Borotti. “Sarà bello addentrarsi nella metropolitana tappezzata delle immagini fotografiche di Massimo Forchino con la collaborazione di Fondazione Ricerca Molinette, tornare al tempio laico delle OGR e negli altri teatri con la speranza di allargare, insieme, l’immaginario onirico che la musica fornisce alle nostre vite. I percorsi narrativi di TJF, come in un bel romanzo, sono stratificati e ci accompagneranno attraverso molti temi conduttori. Work in progress dei felici processi formativi messi in scena dalla sorprendente Erios Junior Jazz Orchestra, con l’età media più bassa d’Italia, con Joan Chamorro, il Re Mida della didattica jazz europea, la collaborazione di allievi e docenti dei corsi di musica elettronica, jazz e archi classici del Conservatorio di Torino nel progetto condotto da Uri Caine con Furio Di Castri e Andy Sheppard, la possibilità di assistere alla rifinitura del concerto della Filarmonica del Teatro Regio diretta da Stefano Montanari su progetto di Gianluigi Trovesi con ospite Fabrizio Bosso.

Grandi organici come la fantastica e muscolare big band Multiquarium nell’omaggio di Biréli Lagrène a Jaco Pastorius o nel progetto di Luigi Martinale, Stefano Cantini e Classwing Ensemble dal sound magistralmente miscelato tra musica classica e jazz e commentato visivamente da Pino Ninfa.

Il sound del jazz classico dell’incontro felicissimo di Emanuele Cisi e Roberta Gambarini per spostarsi alla conferenza ‘Harlem 1958’ di Guido Harari, sino al simposio su Charlie Parker di Stefano Zenni. L’altrove che passa dal concerto del gigante Salif Keita, dei Kora Beat, da Cosmic Renaissance di Gianluca Petrella e porta alla conferenza di Telmo Pievani.

Le categorie sono spesso pretesti per ordinare scaffali. Se ora scegliessimo un tema come ’multimedialità’ ecco che alcuni concerti già citati uscirebbero dalla categoria qui sopra per entrare in questa. Ciascuno proceda come preferisce andando a sfogliare casualmente o leggendo l’indice dettato dalle proprie inclinazioni; l’importante sarà incontrarci, corpo e anima, intorno al grande jazz di TJF 2021”.


“Il jazz è sempre stato sinonimo di terra di confine e libertà di espressione. E mai come oggi, anche la parte fortunata del pianeta, il nostro mondo occidentale, ha compreso l’importanza di poter varcare un confine per sentirsi liberi, una piccola cosa rispetto a chi fugge dalla disperazione per migliorare la propria condizione e quella dei propri figli”, dichiara Giorgio Li Calzi.

“Il jazz rappresenta nella musica quella libertà che nasce dall’imprevisto della vita, elemento destabilizzante che genera anticorpi e adattamento insieme alla speranza e alle condizioni di poter creare una nuova società e un nuovo linguaggio.

Fondamentalmente i cicli della storia si ripetono, ma per fortuna i mutamenti creano nuove forme di vita. Quest’anno nonostante le mille difficoltà e regole che ci hanno imposto capienze, orari legati a coprifuoco, viaggi di artisti impossibilitati dalla pandemia, il festival si presenta in forma smagliante e più vario e multidisciplinare che mai. Intanto giovani artisti torinesi di fama internazionale comunicano l’immagine del Torino Jazz Festival, i Bounty Killart con le loro irriverenti sculture rappresentano la visualizzazione di un contenuto che è effettivamente un New Classic Jazz, un jazz che esplora nuovi percorsi contemporanei.

E ancora il talento fuori da ogni confine di Donato Sansone che ha prodotto il teaser con le musiche di Enrico Ascoli che ha usato i campionamenti del sax di Diego Borotti e della tromba del sottoscritto.

I caratteri di unicità come sempre sono una cifra del TJF: primi concerti italiani e europei, produzioni originali, 2 concerti di sola batteria di matrice artistica opposta, un grande filosofo evoluzionista che racconta il nostro cammino umano fatto di migrazioni, un guru della musica digitale che oltre a suonare spiega come creare nuovi linguaggi usando strumenti classici, e inoltre la nostra prima produzione originale internazionale, avendo chiesto ai musicisti di Blackstar di Bowie, di suonare con la mitica bassista che ha accompagnato per anni il Duca Bianco. Questo e molto altro.

Vi aspettiamo al TJF 2021”, termina Li Calzi, “un festival contemporaneo fortemente ancorato al terreno e pensato per una collettività che ha voglia di conoscere tutto ciò che sta intorno a sé e tutto ciò che sta al di fuori di un semplice concerto”. (aise)

Redazione

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