Da braccio destro a spina nel fianco, la guerra di Cummings a Johnson

Da braccio destro a spina nel fianco, la guerra di Cummings a Johnson

Fino a qualche mese fa consigliere speciale a Downing Street, Cummings è ai ferri corti col premier britannico: lo ha accusato di incompetenza e ha messo in discussione la sua integrità morale.

Era il braccio destro del primo ministro britannico, l’artefice della strategia Brexit: ora Dominic Cummings, fino a qualche mese fa consigliere speciale a Downing Street, è ai ferri corti con Boris Johnson: lo ha accusato di incompetenza e ha messo in discussione la sua integrità morale.
Un duello al veleno, che promette ulteriori sviluppi. Dominic Cummings ha negato di essere la ‘talpa’ che ha inviato alla Bbc i messaggi privati nei quali il primo ministro assicurava al miliardario James Dyson, lo Steve Jobs degli aspirapolveri, aiuto per “risolvere” alcuni problemi col fisco.
Ma poi ha diffuso una nota nella quale, dopo aver smentito di aver reso pubbliche le chat, ha accusato Johnson di aver messo in atto un progetto “immorale, sciocco e forse illegale” per restaurare il suo appartamento al numero 11 di Downing Street, dove vive con la compagna e il figlio, con donazioni non dichiarate (58mila sterline che avrebbe cercato di ottenere da donatori Tory).

“È triste vedere il primo ministro e il suo ufficio cadere così al di sotto degli standard di competenza e integrità che il Paese merita”, ha scritto. L’ufficio del primo ministro, invece, ha ribadito che BoJo non ha infranto la legge sul finanziamento dei partiti e che ha pagato i lavori di tasca sua.
Il partito laburista ha chiesto di rivelare l’identità dei presunti donatori per verificare che non siano stati compensati con “favori”. Parlando alla BBC, il portavoce laburista Steve Reed ha dichiarato che il governo “deve rendere pubblica tutta la corrispondenza relativa a pagamenti o donazioni in relazione alla ristrutturazione”.
Il caso Dyson, invece, affonda le sue radici nel 2019 quando l’azienda decise di spostare la sede da Londra a Singapore. Johnson, che aveva ordinato respiratori all’azienda di Dyson a marzo 2020, aveva promesso all’imprenditore che avrebbe “sistemato” alcune questioni relative allo status fiscale dei suoi dipendenti residenti nel Regno Unito.

A riguardo, però, Johnson ha negato ogni illecito e ha affermato che si era semplicemente mosso per assicurare quanti più respiratori possibili al Paese durante la pandemia da Covid. Il capo dei laburisti, Keir Starmer, lo ha attaccato, sostenendo l’esistenza di un “cerchio magico” di soggetti che possono contattare per telefono il premier e altri che vengono “lasciati fuori”.
Cummings, potentissimo architetto della campagna della Brexit e stratega del governo Johnson durante il primo anno della sua amministrazione, fu poi messo alla porta in malo modo dopo essere entrato in conflitto con Carrie Symonds, la compagna del premier britannico.
Cummings ora chiede anche che sia autorizzata un’inchiesta ufficiale sulla gestione della crisi sanitaria da parte dell’esecutivo di Londra. Si è offerto di collaborare “sotto giuramento” fornendo tutti i messaggi WhatsApp, e-mail e documenti durante il suo periodo al governo tra luglio 2019 e novembre 2020.

AGI

Redazione

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