Simbolismo ed ermetismo della Cattedrale di Notre Dame

Simbolismo ed ermetismo della Cattedrale di Notre Dame

di Melinda Miceli

La Cattedrale di Notre Dame fu eretta nell’estremità orientale dell’Île-de-la-Citè, sul sito dell’antico tempio pagano dedicato a Giove. La primitiva chiesa medievale sorse già nel IV sec. dedicata a Santo Stefano, il primo martire cristiano. La Regina delle Cattedrali, andata in fiamme, custodiva da sempre la grande conoscenza, occultata ed impressa nella sua architettura attraverso la suggestione del suo linguaggio ermetico. Un libro di pietra figurato che nei portali, nelle vetrate, nelle statue è una rara silloge di simboli alchemici dai misteriosi significati mistici, religiosi, filosofici. Lo stupore degli eletti che da sempre la conoscono si è abbinata alla commozione del mondo intero che ha assistito alla distruzione di un emblema unico e sacro del mondo cristiano.

Iniziato ed ermetista il Fulcanelli, autore de “Il mistero delle cattedrali”, scrive:

“Siete finalmente in possesso del “Tesoro dei Tesori”… Del resto, l’avete meritato giustamente con la vostra incrollabile fede nella Verità, la costanza degli sforzi profusi, la perseveranza nel sacrificio e, soprattutto, con le vostre Opere buone.

Ciò conferma la mia certezza che il fuoco viene spento soltanto quando l’Opera è compiuta e tutta la massa tintoria impregna il vetro che, di decantazione in decantazione, resta, alla fine, completamente saturo, diventando luminoso come il Sole.”  Profezia visionaria oggi potremmo dire quella del Fulcanelli accostare l’opera di pietra compiuta alla fine di un ciclo. Nulla di casuale se tra la miriade di gargoyles che ornano le sommità delle torri, una caratteristica della cattedrale parigina è la figura detta “dell’Alchimista”, un filosofo, che in atteggiamento di cogitazione, scruta l’orizzonte davanti a sé, ed indossa il berretto frigio, tipico simbolo massonico legato agli antichi culti legati della dea Cibele ed al suo amante Attis, nonche’ ai culti mitraici.

Victor Hugo defini’ Notre-Dame di Parigi , «un geroglifico completo, la sintesi più soddisfacente della scienza ermetica». Quest’opera divina piu’che umana,  espressione dell’architettura gotica fu costruita per custodire i segreti cristiani che non possono essere compresi da tutti costituendo una vera e propria enciclopedia completa, depositaria di misteri e punto di congiunzione tra il mondo della manifestazione e quello della trascendenza.

La facciata occidentale, affiancata dalle torri campanarie gemelle mostra l’immagine della lettera H corrispondenti alla eta (Η, η) greca, iniziale del dio solare Helios e all’ebraica hêt (ח) del nome di Elia. Il simbolo della luce é comune ed allude al collegamento tra terra e cielo tralasciando appositamente la numerologia del 4 e dell’8 cui è riferito.

Il portale di centro della facciata occidentale, dopo numerosi restauri e ricostruzioni, è depauperato di gran parte dei simboli, ma sul pilastro centrale erano presenti le allegorie delle scienze medioevali, tra cui l’Alchimia, che si staglia frontale al sagrato su un posto d’onore. Raffigurata come una donna assisa in trono con la fronte rivolta verso il cielo, sfiora le nuvole e reca uno scettro nella mano sinistra (sovranità) e due libri nella destra, uno chiuso (esoterismo), l’altro aperto (essoterismo). Stringe tra le ginocchia una scala di nove gradini, scala philosophorum, simbolo ascensionale mistico che innalza l’uomo attraverso la trasformazione verso il Divino e la comprensione dell’arte.

Osservando la porta centrale, fuori delle strombature, emergono quattro bassorilievi; il sacrificio di Abramo, Giobbe sul letamaio, San Cristoforo che attraversa un torrente, infine un uomo su una torre, intento a scagliare frecce verso il Sole. Quest’ultima figura per molti è Nimrod, costruttore della Torre di Babele, che dopo aver combattuto l’umanita’ è impresso nell’atto di sfidare Dio.

Per gli ermetisti queste figurazioni bibliche incarnano la ricerca della Pietra Filosofale dove Abramo è emblema dell’obbedienza, Giobbe del dolore, San Cristoforo della carità e Nimrod del desiderio di potenza, ostile avversario dei praticanti l’Arte. Ai lati del portale, una serie di dodici bassorilievi mostrano, sotto forma di simboli racchiusi in medaglioni e sorretti da altrettanti personaggi, le fasi evolutive della Grande Opera alchemica. Nella fila superiore emerge il Corvo di colore nero che rappresenta la “Putrefazione” ovvero la fase di “nigredo”. Conclude la serie l’emblema del Pentagono, riferimento allegorico all’Athanor, e alla figurazione della Pietra Filosofale.

Il portale d’accesso principale, in posizione centrale, è detto “Portale del Giudizio Universale”, in riferimento al tema dei bassorilievi della parte superiore. Nell’architrave, in particolare si evidenzia la raffigurazione della resurrezione dei morti dalle tombe, annunciata alle due estremità da angeli che suonano la tromba. Nella fascia immediatamente sovrastante, San Michele Arcangelo e Satana collaborano amichevolmente alla pesa delle anime, che vengono suddivise tra beati a sinistra e dannati a destra mentre il diavolo ambiguamente cerca di spostare il peso della sua parte. La psicostasia o psicostasi in varie religioni antiche pesatura delle anime» (gr. ψυχοστασία), forma del giudizio divino, era nota all’antico Egitto sin dal Libro dei Morti e in funzione escatologica, era presente, anche nello zoroastrismo, per il quale essa si svolge in presenza di Mitra, e nell’islamismo. Nell’ebraismo antico-testamentario si trovano espressioni allusive riferite a personalita’ viventi.

La porta di sant’Anna presenta le notevoli finiture in ferro battuto che, secondo una leggenda, vennero realizzate da un fabbro ed alchimista francese chiamato Bicornette (cioè, bicorne). Per far sì che la sua opera fosse irripetibile, il fabbro fece un patto con il Diavolo, vendendo la sua anima in cambio della realizzazione delle tre cancellate commissionategli per ciascun portale. Il Diavolo, però, poté finirne solo una e furioso per l’inganno, maledisse il portale destro, affinché nessuno potesse più attraversarlo e poi volò sulla sommità dell’arco, trasformandosi nel rapace di pietra di fronte all’ingresso dell’arco, che vigila su coloro che da piu’ di 9 secoli varcano quella porta.

Ancora più in alto, sta il Cristo giudice assiso in trono; ai suoi lati sono due angeli, che recano alcuni simboli della sua passione  la croce a destra, la lancia di Longino e i chiodi a  sinistra. Alle estremita’, inginocchiati, la Vergine Maria e San Giovanni Battista. Sul pilastro centrale, sotto la statua del Cristo detta “le Beau-Dieu”opera di Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaumel, alcuni bassorilievi rappresentano le Arti Liberali.

Il portale di sinistra, detto “della Vergine”mostra un  simbolismo legato molto all’Astrologia con rilievi dedicati allo Zodiaco ed alle successioni dei mesi e delle stagioni dell’anno. Sul pilastro centrale è posta la statua della Madonna con Bambino; al di sopra di essa, nell’architrave, è raffigurata l’Arca dell’Alleanza, quasi a sottolineare il legame con Maria, che ponendosi come intermediaria tra l’Uomo e Dio, costituisce il nuovo segno dell’Alleanza. Sotto i suoi piedi, invece, un bassorilievo mostra la tentazione di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre. A circa  cinquanta metri dall’ingresso della Cattedrale, sulla pavimentazione della piazza, una borchia dorata di forma ottagonale, ospita una Rosa dei Venti stilizzata. Circondata da una lastra di pietra circolare, suddivisa in quattro quadranti, ognuno dei quali riportato un frammento della frase “POINT” “ZÉRO” “DES ROUTES” “DE FRANCE” (Punto Zero delle strade di Francia). Esatto marcatorecatore geografico dal quale si calcola ogni distanza tra le città francesi non deve confondersi col punto geodesico di Notre-Dame, localizzato sulla guglia della cattedrale. Il Punto Zero parigino ha anche una valenza simbolica in quanto si pone come principio di mediazione tra l’Uomo e Dio simbolicamente letto dallo Gnosticismo come Sophia, la Sapienza Divina, il principio femminile detto anche “Femminino Sacro”.

Questa stella Polare alchemica ricavata dall’Ottagono tracciando le sue diagonali principali, da sempre ermeticamente identifica la Dea Madre. Fu emblema della dea punica Ishtar, lo fu di Astarthe e subi’ una trasfigurazione, con l’avvento del Cristianesimo, in simbolo mariano. Strati e linguaggi trasversali di Culture, religioni e teosofie che solcano i secoli nella Nostra Signora parigina avvolta dal nefasto incendio. Una ferita inferta al libro dei libri alchemici della Cristianità. Il libro di pietra che custodisce il giudizio universale bruciando sta dando quel segnale ancora per molti criptico che non può essere ignorato dall’Occidente Cristiano, in profondo lutto per la regina delle Cattedrali.   Melinda Miceli Critico d’Arte

Antonio Peragine

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