Plinio Sarti

Plinio Sarti

DI FABIO PORTA

“Avvocato, giurista, sindacalista, politico. Soprattutto un amico fraterno, di quelli che – cantava Milton Nascimento – “si custodiscono nel lato sinistro del petto”. Plinio Sarti è stato tutto questo per me e per tanti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne le grandi doti di umanità, saggezza e cultura”. A scriverne è stato Fabio Porta, coordinatore del Pd per il Sudamerica, sulle pagine di “Comunità Italiana”, mensile diretto a Rio de Janeiro da Pietro Petraglia.


“Figlio di quella eroica stirpe di italiani che avevano popolato all’inizio del secolo lo scorso l’interno dello Stato di San Paolo, era nato a Santa Barbara d’Oeste per poi trasferirsi con la famiglia a Sertaozinho, la città che lo ha accolto e che in occasione della sua morte prematura a causa del Covid ha decretato tre giorni di lutto ufficiale.
Fin da giovane impegnato nel movimento associativo cattolico, proseguirà i suoi studi universitari specializzandosi in diritto del lavoro, divenendo l’avvocato del Sindacato dei metalmeccanici in anni di grandi lotte sociali e politiche.

Fu in quella veste che incontra Almir Pazzianotto, che lo chiamerà al Ministero del Lavoro federale per occuparsi di relazioni sindacali. Sarà quindi Segretario del Lavoro dello Stato di San Paolo e Segretario Esecutivo del Ministero del Lavoro del governo di Fernando Henrique Cardoso. Nei suoi lunghi anni di impegno di governo si conquisterà il rispetto e la stima dei rappresentanti del mondo del lavoro come quello degli imprenditori.
Il suo amore e il suo legame con l’Italia segneranno la sua carriera professionale, sindacale e politica fin dall’inizio. Il movimento operaio e sindacale era nato grazie alla determinante influenza dell’immigrazione italiana in Brasile e lo stesso diritto del lavoro brasiliano era fortemente influenzato da quello italiano.

Plinio Sarti fu tra i promotori e gli organizzatori dei primi gruppi di esperti di diritto del lavoro che si recarono in Italia, a Bologna e poi a Torino, per approfondire queste tematiche con l’Università e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. In più di una occasione Plinio ha rappresentato il governo brasiliano a Ginevra, alla Conferenza mondiale dell’OIL, e quando negli anni ’90, la Unione Italiana del Lavoro e la centrale sindacale Força Sindical diedero avvio ad un programma di cooperazione per la formazione sindacale sarà tra i primi ad essere coinvolto nelle attività di studio e ricerca. Conobbi Plinio in quel periodo; per me, arrivato da poco in Brasile dall’Italia, quella conoscenza e quella amicizia divennero un vero e proprio corso di alta specializzazione sulla storia dell’Italia e degli italiani in Brasile.


Poche persone avevano una conoscenza così vasta e un amore così grande come quello di Plinio Sarti nei confronti della cultura e della storia italiana; quando poi si trattava di immigrazione nello Stato di San Paolo e in Brasile il bagaglio culturale di Plinio sembrava inesauribile. Fu naturale la sua nomina a Presidente della Unione Italiani nel Mondo del Brasile, titolo del quale era particolarmente orgoglioso e incarico che lo ha fatto conoscere e apprezzare in Italia e nel mondo.

Allo stesso modo, la fondazione del primo sindacato nazionale dei pensionati brasiliani – il Sindinap – vide Plinio Sarti tra i protagonisti fin dal congresso fondativo del 2000; il rapporto con il sindacato italiano – la UILP – fu determinante per lo sviluppo di quella esperienza inedita in Brasile e il ruolo di Plinio come cerniera tra le due organizzazioni si rivelò essenziale fin dal primo giorno.


Impegno che gli fu riconosciuto con la sua elezione a Segretario Generale prima e poi a Vice Presidente del sindacato. Era fortemente convinto della sinergia tra l’esperienza italiana del patronato per assistere cittadini e pensionati italo-brasiliani e della necessità di dare vita ad una organizzazione latino-americana e mondiale degli anziani e dei pensionati; impegno per il quale si è speso con viaggi e incontri nel resto del continente. Ha creduto fortemente nella forza della democrazia, contrastando tutte le forme di autoritarismo e rimanendo sempre dalla parte dei più deboli e degli oppressi.


Sperava in un Brasile più giusto e in un’Italia più consapevole del valore delle sue comunità all’estero. Ci ha lasciato tanto e tanto ancora avrebbe potuto fare. Lo ricorderemo sempre con quel sorriso ampio e generoso che caratterizzava il suo volto. Ciao, Plinio!”. 

Redazione

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