Nel male non c’è mai trasparenza

Nel male non c’è mai trasparenza
                  

                              Di Apostolos Apostolou

Conosciamo che la concezione greca antica parla di male “ontologicamente”. Cioè il male si trova nella materia in se stessa, e proprio prima della sua specificazione o razionalizzazione, prima la ragione assegni specie-forma. La realtà del male mortale è considerata dai greci una categoria esistenziale cosi pacificamente data che è attribuita senza scrupolo anche agli dei. Il male ha un senso assoluto o è un accadimento naturale che contrasta con i nostri bisogni o desideri.

Nella prospettiva greca antica la realtà del male cioè la realtà del dolore, della malattia, della morte, dell’odio, rimane inspiegabile. Platone sostiene che « gran parte della mia attività è stata rivolta a chiarire questo problema » (Platone, Epistole). Il male ed il bene sono forze opposte che spesso lottano l’una contro l’altra producendo gli eventi. Spesso questa concezione individua il male nella materia e nella corporeità (orfismo, Timeo platonico). Il male è quindi ineliminabile dalla realtà. Anche per Aristotele, come per Platone, il male fisico risiede nella materia e consiste nella privazione, nell’assenza di quella forma attraverso la quale la stessa materia prima, che è in potenza rispetto a tutte le forme, diventa un elemento dell’Essere non più costituito da due principi cioè il bene e il male, ma tre: materia, forma e privazione.

Un’altra proposta di spiegazione ontologica del male ha dato forma la tradizione cristiana. Il dolore, la morte, la fatica, la corruzione, e ogni altra manifestazione del male sono il deficit esistenziale che mostra il creato quando rifiuta di esistere nel mondo dell’ increato. Siccome il creato cioè la natura, opera come legge di corruzione, di tormento, di dolore e alla fine come morte dell’esistenza fisica. Nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana, secondo il Libro di Isaia il male si tratta di creazione di Dio. Cosi ciò che chiamiamo male è effetto della realtà naturale e essenziale e si tratta di creatura di Dio.

Nel Buddismo Il “male” è “l’oscurità fondamentale”. La visione buddista considera il bene e il male come aspetti inseparabili e connaturati alla vita. Il bene e il male, inoltre, non sono considerati assoluti, ma relativi: il positivo o il negativo di un’azione viene valutato nei termini del suo effetto sulle vite nostre o degli altri, non in base ad astratte regole di comportamento. I buddhisti credono che la realtà o Dharma è aldilà dei concetti di bene e di male, ciò che contiene altrettanto dell’uno e dell’altro senza separazione; in uno stato pre-concettuale. Nei frammenti di Eraclito emerge, al di là della lotta perenne, l’unità dei contrari (male-bene) che è espressione dell’armonia e della razionalità del logos. Secondo Eraclito “ la malattia rende piacevole e buona la salute, la fame, la sazietà, la fatica il riposo.” ( Frammento 111). E anche “ Dio è giorno e notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame e muta come il fuoco quando si mescola ai profumi e prende il nome da ognuno di essi.” (Fr 67) È vero, dice Eraclito, la saggezza guarda oltre e vede l’identità di tutte le cose; la notte e il giorno, la vita e la morte, il bene e il male: tutto questo non è che l’uno, l’eterno, l’identico; coloro che negli oggetti vedono soltanto una differenza non comprendono la verità degli oggetti che osservano. San Massimo il Confessore ( Palestina , 579 / 580 – Lazica , 13 agosto 662 ) è venerato come santo dalle Chiese cattolica e ortodossa, sostiene che il male è nell’ attaccamento del bene. Ciò che è bene e ciò che è male.

San Massimo Confessore scrisse in Ambiguorum liber. (Το απλώς λεγόμενον κακόν, ου πάντων κακόν: αλλά προς τι μεν κακό, προς τι ου κακόν. Ωσαύτως και το απλώς λεγόμενον καλόν, ου παντώς καλόν, προς τι μεν καλόν, προς τι δε κακόν. PG 90,413B) e continua san Massimo Confessore “ il male non ha qualità, anche non ha capacità, ma anche non ha affetto, e pure non ha mossa”.(Το κακόν ούτε ποιότης, ούτε κίνησις, ούτε έξις, ούτε πάθος, PG 11,253B). Nella filosofia moderna Hegel vede il male come Agostino, cioè come armonia dell’insieme. Mentre Schopenhauer col suo pessimismo fu riviere in pieno sec, XIX l’ ispirazione del buddhismo.

Dove era Dio nel momento in cui avveniva quella morte? (cioè il male). Questa è la domanda di F. Dostojefski .Il discorso di Ivan Karamazov della “Leggenda del Grande Inquisitore” è un discorso incalzante e rivelatore. “… Perché tutti devono soffrire per acquistare con la sofferenza l’eterna armonia? […] Non si capisce assolutamente a che scopo debbano anch’essi soffrire e perché debbano acquistarsi con le sofferenze quell’armonia.[…] Perché il dolore dei bambini non trova giustificazione? La questione del male è la questione del dolore dell’innocente secondo F. Dostojefski .

Nel male non c’è mai trasparenza. Perché il male è in sé senza bellezza: respinge, intimorisce, minaccia. E in ogni caso il male, (la morte) è unico dissimile, non chiama alla relazione. La multiformità infinita di casi del male è respingente e sempre non attraente, perché esclude la realizzazione del rapporto come relazione. Il male crea un vuoto ermeneutico che dissolve ogni senso dell’evento esistenziale, spoglia l’evento esistenziale di ogni obiettivo o scopo. Anche dissolve l’ autopotestativita’ e la libertà dell’ uomo.

Eugenio Montale con una poesia lirica descrive il male di vivere come una condizione esistenziale. Scrive:
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Il male si trova sempre al di là di una relazione razionale ed esperienzialmente, e accessibile come paralogia, che ipore come necessità naturale il dolore, la morte, la corruzione, del soggetto razionale.

Apostolos Apostolou. Scrittore. Docente di Filosofia.Corrispondente Progetto Radici Atene Grecia

Redazione@progetto-radici.it

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