L’influenza di Gabriele d’Annunzio sulla letteratura neogreca
di Apostolos Apostolou*
Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non iscambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell’attimo.
(G. D’Annunzio, Il piacere, 1889)
Nelle opere di Gabriele d’Annunzio, in particolare in “Giovanni Episcopo” e “L’innocente” si manifesta l’influenza del romanzo psicologico di derivazione russa, ad esempio Tolstoj. Nel suo primo romanzo dal titolo “Il piacere”, si possono rintracciare manifestazioni e un linguaggio di tipo estetizzante e decadente, relativamente all’esistenza e all’arte, e le prime concezioni estetiche intrise della potenza del super-uomo che accetta come regola di vita solo il bello.
La bellezza proviene dalla potenza della vita, giacché solo la bellezza in quanto passione ha senso. Bellezza e potere provengono dal perenne fluire delle sensazioni, senza più seguire un ordine logico né morale. Questa sintesi tra bellezza e potenza fu teorizzata dal filosofo tedesco Nietzsche.
Tratteggiando e rappresentando la concezione del mito del superuomo, come armonia che deve necessariamente – nonostante quel che si compie grazie alla bellezza – rimanere nella poesia della vita attraverso spunti individuali, Gabriele D’Annunzio immagina la figura di un soggetto, di un uomo particolare, singolare, diverso dal comune, che riesce a dare ascolto solamente alle sue inclinazioni. Scriveva Gabriele d’Annunzio: “Il mondo è la rappresentazione della sensibilità e del pensiero di pochi uomini superiori, i quali lo hanno creato e quindi amplificato e ornato nel corso del tempo e andranno sempre più ampliandolo e ornandolo nel futuro. Il mondo, quale oggi appare, è un dono magnifico largito dai pochi ai molti, dai liberi agli schiavi: da coloro che pensano e sentono a coloro che debbono lavorare”.
Molti scrittori greci furono influenzati da Gabriele D’ Annunzio come:
Nikolaos Episkopopoulos (29 aprile 1874 – 22 marzo 1944) è stato un romanziere e critico greco che ha iniziato la sua carriera in Grecia e ha continuato in Francia, scrivendo in francese, con lo pseudonimo di Nicolas Ségur. Nelle sue opere c’è la sensualità; la sensualità come una questione irrisolvibile, e poi gli sfoghi di passione ed i piaceri dei sensi. L’estrema espressione del naturalismo delle opere di Episkopopoulos è la stessa di Gabriele d’Annunzio.
Platone Rodokanakis (2 gennaio 1883 – 16 gennaio 1919) è stato uno scrittore, storico, ricercatore e giornalista greco. Si potrebbe considerarlo il precursore dei surrealisti. Nelle opere di Platone Rodokanakis troviamo gli stessi sfoghi di passione di Gabriele d’ Annunzio.
Paulos Nirvanas (1866 – 1937). Influenzato dall’estetica e dal simbolismo, nonché dal filosofo Nietzsche, la sua prosa è governata da elementi etnografici e psicografici. Il desiderio, la potenza e la bellezza della vita, come fu per Gabriele d’ Annunzio, sono l’espressione delle sue opere.
Konstantinos Christomanos (Atene, 1867 – 1 novembre 1911) è stato un drammaturgo, romanziere e poeta greco, nonché il fondatore della “Nuova scena”, un sodalizio di scrittori dell’avanguardia teatrale ateniese. Per anni è vissuto a Vienna, come insegnante di Elisabetta di Baviera e suo intimo amico. I personaggi delle opere teatrali di Christomanos hanno la stessa composizione e la stessa sintesi d’anima di quelli di Gabriele d’ Annunzio.
Pericle Giannopoulos (Patrasso 1869 – Atene, 8 aprile 1910), scrittore, traduttore e saggista, era un intellettuale amante della Grecia. Giannopoulos era noto e stimato nel mondo culturale di Atene (sia per il suo carattere originale, greco-centrico, appassionato, ma anche per il suo stile di vita “bohémien” e troppo libertario per i costumi conservatori del tempo – era descritto come un uomo affascinante), tuttavia, come scrittore, non fu considerato come avrebbe desiderato, …figuriamoci riformare la società greca secondo la sua visione. Αveva una passione per l’eroismo che ricorda “Il trionfo della morte”, primo romanzo dannunziano in cui si inizia a delineare la figura del superuomo, dove non veniva ancora proposta compiutamente la nuova figura mitica, ma c’era la ricerca ansiosa e frustrante di nuove soluzioni. Pericle Giannopoulos si suicidò, incoronato, entrando in sella al suo cavallo bianco nel mare di Scaramanga.
Nikos Kazantzakis (1883-1957) è l’autore greco più prolifico, più noto e maggiormente tradotto nel mondo. Grande scrittore, autore teatrale, pensatore, saggista, traduttore e molto altro, nazionale ed ecumenico, è da inserire, ormai, fra i classici di ogni epoca. Nikos Kazantzakis è stato affascinato dall’estetismo di Gabriele d’ Annunzio. Anch’egli, come il poeta Vate, ha visto la fede, la bellezza e gli sfoghi di passione come una nuova filosofia di vita.
- Scrittore, Docente di Filosofia e Critico letterato ad Atene, corrispondente Progetto Radici Atene,Grecia