Il PNRR cos’è e cosa prevede

Il PNRR cos’è e cosa prevede

Di Daniela Piesco

A pochi giorni dall’invio a Bruxelles, previsto entro il 30 aprile, si compiono gli ultimi passaggi prima della stesura definitiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il documento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia vuole realizzare con i fondi europei di Next Generation EU.

Una volta completata la riscrittura, il nuovo Recovery plan tornerà in Parlamento, il 26 e il 27 aprile, quando si svolgeranno le comunicazioni del premier alle Camere.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.

Il Piano è attualmente all’esame del Senato della Repubblica.

Secondo un sondaggio commissionato dal Parlamento europeo, sette italiani su dieci sono ottimisti sul piano di ripresa dell’Unione Europea.

Vediamo cosa prevede .

Diverse sono le materie contemplate che per ragioni di spazio e tempo non potranno essere affrontate nello specifico .Ci basterà riuscire a far capire le linee guida .

Per quanto riguarda il caso Alitalia il punto centrale del prnn è creare una società, che si chiamerà Ita, che dovrà avere una forte discontinuità con la vecchia Alitalia. Serve partire immediatamente con la stagione estiva, con una società nuova forte che si regga sulle sue ali, senza sussidi. Auspicando un esito positivo con la Commissione.

Quanto alla sanità , il piano prevede che si rafforzino le strutture e i servizi sanitari di prossimità, di cui sono emerse gravi carenze durante la pandemia. Si interverrà , quindi, anche per sostituire le tecnologie obsolete negli ospedali, migliorandone anche i sistemi informativi sanitari.
Il modello organizzativo del Pnrr prevede due livelli, strettamente legati tra di loro. Da una parte la struttura di coordinamento centrale che supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, a seguito del raggiungimento degli obiettivi previsti. E accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme. E mandano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale, per garantire le successive richieste di pagamento alla Commissione europea.

Nell’ambito della missione “Istruzione e ricerca” del Pnrr si punta a potenziare l’offerta di asili nido e scuole materne, che sono fondamentali per raggiungere una vera parità di genere. Per i giovani, si rilanceranno gli istituti di formazione professionale (ITS) e si amplierà l’accesso a sussidi, alloggi e sgravi fiscali per i ragazzi meritevoli in condizioni economiche e sociali difficili.

La panacea sarebbe investire in ricerca e sviluppo, e incentivare i privati a fare lo stesso, soprattutto in quei contesti, come il meridione, dove la domanda di innovazione è ancora carente.

Donne e giovani, si spera rappresentino un punto fermo di questo governo. Difatti gli interventi per la coesione e l’inclusione vogliono aiutare in particolare donne e giovani a trovare posti di lavoro dignitosi e ben retribuiti attraverso il rafforzamento dei servizi per l’impiego,l’ investimento nell’apprendistato, la promozione e creazione di imprese femminili.Fra le priorità del governo anche quella di aiutare le fasce più povere della popolazione, che sono spesso le più esposte alla pandemia.

Poi rigenerazione dell’edilizia residenziale pubblica e sociale.

Guardando alla prospettiva del recovery plan ,esiste un pacchetto di investimenti e riforme molto ambizioso che va a coprire gli anni tra il 2021 e il 2026.Se così fosse sarebbe un piano dalla portata storica .

Tra le priorità trasversali del PNRR anche Giovani, Parità di genere e Sud:muovono soprattutto da queste tre punti cardine le certezze che il Premier Mario Draghi ha voluto trasmettere agli italiani.

Sul caso dei furbetti delle liste dei vaccini ci si chiede con che coscienza si saltino le liste, sapendo che si lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili. È d’uopo stigmatizzarne il comportamento e aderire al diktat che bisognerebbe smettere di vaccinare chi ha meno di 60 anni.

Ma, proprio sul piano vaccinale ,il governo ha voluto comunicare una prima ed essenziale certezza , confermando l’obiettivo delle 500 mila dosi al giorno per fine mese: “non ho dubbi che sulle vaccinazioni gli obiettivi saranno raggiunti”, ha detto il premier , spiegando che “disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto”. Il generale Figliuolo lavora a una rimodulazione del piano ma senza sostanziali modifiche, ha precisato ancora Draghi, “molto incoraggiato dal clima che c’è” e guardando con fiducia a questa che è una “ fase dirimente”.

Quanto al tema Sputnik, “vediamo cosa dice l’Ema se arriva via libera questi contratti si possono fare”ha detto Draghi, senza nascondere tuttavia, alcuni aspetti problematici, quali la certezza o meno che questo vaccino si presti ad essere adattato in presenza di varianti che inevitabilmente verranno fuori, o quale la stessa capacità produttiva che è molto limitata.

In sintesi .

L’ultima versione del PNRR, rispetto alle versioni preliminari, ha cercato di conciliare due esigenze opposte: allargare la fetta della torta per gli investimenti pubblici, portandola al 70%, riducendo ulteriormente quella dedicata ai sussidi, ma senza sfondare le linee di deficit e debito scritte nei tendenziali di finanza pubblica.

Per accedere alle risorse del Recovery Fund, gli Stati membri devono presentare le proposte di Piani nazionali di ripresa e resilienza strutturate coerentemente con gli obiettivi del Green Deal e con le raccomandazioni specifiche per ogni Paese espresse nel processo del Semestre europeo.

Il termine ultimo per la presentazione dei PNRR a Bruxelles è fissato al 30 aprile 2021. Poi la Commissione UE valuterà i Piani di ciascun Paese e avrà a disposizione otto settimane. Una volta acquisita l’approvazione del Consiglio europeo ci saranno altre quattro settimane per la definizione finale. Questo significa che le risorse europee saranno disponibili alla fine dell’estate e, se tutto dovesse andare secondo i piani, ci sarebbe un prefinanziamento del 13% che per l’Italia avrebbe un valore di 20 miliardi.

E come si dice in questi casi ai posteri l’ardua sentenza.

Daniela Piesco

Vice Direttore www.progetto-radici.it

Redazione

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