Gli accordi tra Londra e Bruxelles scatenano proteste in Irlanda del Noz

Gli accordi tra Londra e Bruxelles scatenano proteste in Irlanda del Noz

Di Raffaele Vallefuoco

“Una settimana di passione, quella pasquale appena trascorsa, per le contee lealiste dell’Irlanda del Nord con guerriglia in strada, molotov e sassi alla polizia”. Come scrive Raffaele Vallefuoco in un articolo pubblicato oggi in primo piano sl portale di informazione bilingue LondraItalia.com, “Le cittadine di Derry, Newtonabbey e Carrickfergus, infatti, sono in stato di agitazione per le vibranti proteste dei gruppi paramilitari affiliati al Consiglio delle Comunità lealiste (LCC), di cui fa parte, tra gli altri la forza volontaria dell’Ulster (UVF), l’associazione di difesa dell’Ulster (UDA), nonché il Commando Mano Rossa.


A rappresentare la goccia che ha fatto traboccare il vaso del rancore dei gruppi lealisti la controversa decisione di non indagare ventiquattro esponenti di Sinn Fein, partito di stampo unionista, che, non aderendo alle regole contro il Covid-19, hanno partecipato ad una serie di funerali di esponenti repubblicani celebratisi nel pieno della pandemia.


Un affronto, o un pretesto, per la causa lealista che si è trasformato in conflitto con la polizia e appello a scendere in strada. Nelle chat e sui social media è corsa la rabbia e l’invito a protestare che nelle comunità di Portadown, Ballymena and Markethill ha preso anche le forme di marce non autorizzate.


Un rituale che richiama i terribili anni di guerra civile che hanno sconvolto le comunità cattoliche e protestanti di Dublino e Belfast e che solo anni di negoziati e l’Accordo del Venerdì Santo ha condotto ad una pacifica convivenza. Un accordo che ora il Consiglio delle Comunità lealiste mette in discussione.


L’organizzazione ha dichiarato la sospensione all’adesione dello storico accordo in protesta al nuovo Protocollo che disciplina il rapporto tra Regno Unito e Unione Europa e, più nello specifico, la relazione tra Dublino e Belfast.
Secondo le comunità lealiste gli accordi post-Brexit e in particolare il Protocollo di Boris Johnson, che sostituisce il famoso “backstop” voluto da Theresa May, renderebbe ostica la relazione tra Irlanda del Nord e Regno Unito, creando barriere tra Londra e Belfast, che i lealisti prediligono storicamente, avversando ogni potenziale forma di unione con Dublino e quindi con il resto dell’Irlanda.


In più non piace l’inclusione dell’Irlanda del Nord nell’Unione doganale europea. Una scelta, nelle intenzioni dei negoziatori europei e britannici, che era diretta ad evitare un confine fisico tra la Repubblica di Irlanda e l’Irlanda del Nord e invece è vissuta con sospetto dai lealisti. Ma per molti osservatori la Brexit e il Protocollo sull’Irlanda sono solo state l’occasione per dare sfogo a rabbia e frustrazione per mesi di forzato confinamento.


Dieci sono stati gli arresti mentre sono diversi i giovanissimi coinvolti negli scontri e immortalati nelle immagini tra cassonetti ed auto a fuoco. A nulla sono valsi gli appelli delle autorità locali a placare gli animi e ristabilire l’ordine. Negli incidenti, infatti, sono stati quarantuno complessivamente gli agenti feriti

Redazione

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