Se Google collaborasse con le autorità sanitarie

Se Google collaborasse con le autorità sanitarie

di Paolo Pagliaro

Sono stati diffusi gli ultimi dati raccolti da Google sulla mobilità nei singoli paesi e El Pais ha isolato quelli riguardanti una ventina di stati europei. Abbiamo così saputo che in Spagna, Francia e Svizzera la gente si muove come se l’emergenza sanitaria non ci fosse. In altri paesi – come Regno Unito , Germania e Italia – gli spostamenti sono invece ridotti al minimo. Il «Mobility report» di Google si nutre con i dati forniti da milioni di smartphone che ci seguono ovunque, e sanno dire dove siamo, dove stiamo andando ed eventualmente con chi. Google tiene sotto controllo regioni, città, strade e condomini.

Per quanto riguarda l’Italia, oltre a un discreto via vai in Sardegna, segnala un incremento dei movimenti tra casa, alimentari e farmacie. Nei prossimi giorni sapremo che impatto ha avuto sui diversi tipi di trasporto la parziale riapertura delle scuole, ma Google lo sa già. Il motore di ricerca sostiene che i suoi dati sono anonimi, e come tali ii diffonde. Ma controllando l’80% dei sistemi operativi dei telefonini di tutto il mondo, l’azienda ha certamente una cartografia molto dettagliata dei dati personali di ciascuno dei suoi utenti. E’ un tesoro che, se messo a disposizione della comunità scientifica, potrebbe essere di grande aiuto. Da tempo esperti come il microbiologo Andrea Crisanti o l’analista di sistemi digitali Michele Mezza chiedono che i giganti del web – Google, ma anche Apple, Facebook, Instagram e Whatsapp – forniscano alle autorità statali i dati in grado di monitorare flussi e assembramenti , e dunque di individuare potenziali focolai e di interrompere i contagi.

Quello che avrebbe dovuto fare e non ha fatto la app Immuni. Ma purtroppo è Google che controlla gli Stati e non viceversa.

Redazione

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