Il popolo siriano cerca cibo nella spazzatura. Stop alle sanzioni

Il popolo siriano cerca cibo nella spazzatura. Stop alle sanzioni

Damasco : Le sanzioni economiche messe in atto contro la Siria, culminate nel “Caesar Act” dell’Amministrazione Trump, colpiscono i cittadini siriani più vulnerabili «nel cuore della loro vita quotidiana», tanto che «i contenitori della spazzatura nelle strade sono diventati una fonte di cibo per i più poveri». Con quest’immagine di ordinaria e quotidiana afflizione, Riad Sargi, Direttore esecutivo di Caritas Siria, ha voluto raccontare il presente da incubo inflitto, anche a causa delle misure internazionali di boicottaggio economico, alle fasce più deboli di un popolo stremato da dieci anni di guerre e violenze. La catastrofe umanitaria che incombe sulla Siria è richiamata nel messaggio-appello diffuso ieri, martedì 23 marzo, da Caritas Internazionalis per invocare la sospensione delle misure sanzionatorie disposte con l’intento dichiarato di colpire il governo di Damasco, e che di fatto vengono sofferte sulla propria pelle dalle fasce più deboli della popolazione.
L’appello di Caritas Internationalis, lanciato in vista della quinta Conferenza dei donatori pro-Siria dell’Unione Europea in agenda per fine marzo a Bruxelles, è stato diffuso a conclusione della conferenza online “Chiesa e Caritas: 10 anni di risposta umanitaria in Siria”, a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche il Cardinale Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco. Nel suo intervento in conferenza, il Segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, ha dichiarato che l’organizzazione cattolica si unisce alle Chiese presenti in Siria nella loro richiesta di «rimuovere le sanzioni unilaterali introdotte dall’inizio della guerra; aumentare l’accesso ai servizi e all’assistenza sanitaria, compresi i vaccini contro il Covid-19 per il popolo sofferente della Siria; garantire il sostegno alle ONG, in particolare alle organizzazioni basate sulla fede; giungere ad una pace
negoziata, evitando lo stallo continuo che si traduce solo in sofferenze indicibili per i civili innocenti».
Il 90 per cento della popolazione siriana – si legge nel comunicato diffuso da Caritas Internationalis – è sprofondata nella povertà a causa di dieci anni di guerra, delle sanzioni internazionali, della
pandemia di coronavirus e della crisi economica. Un terzo della popolazione è fuggita dal Paese e 12,4 milioni di persone non hanno accesso garantito al cibo necessario per la sopravvivenza e al riscaldamento. «È vero» ha riconosciuto nel suo intervento il Cardinale Zenari «che da alcuni mesi non cadono più bombe e razzi su varie regioni della Siria. Tuttavia, è esplosa la terribile “bomba” della povertà». Il Nunzio apostolico ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che i sostegni umanitari garantiti dalle organizzazioni internazionali non potranno «continuare per sempre».
Nel comunicato, Caritas Internationalis riferisce anche l’intenzione di voler concentrare le sue future iniziative in Siria nel sostegno alla ripresa delle attività scolastiche e educative a favore dell’infanzia siriana. Gli anni di conflitto hanno disarticolato il sistema educativo siriano, esponendo al rischio di totale abbandono scolastico almeno 2,4 milioni di ragazze e ragazzi.
A gennaio, una lettera-appello sottoscritta da qualificati esponenti di Chiese e comunità cristiane mediorientali, aveva chiesto al nuovo Presidente USA Joe Biden, appena insediato, di cancellare al più presto le sanzioni economiche che stanno stritolando il popolo siriano come una ingiustificabile “punizione collettiva” e stanno facendo della “catastrofe umanitaria” siriana un micidiale fattore di instabilità per tutto il Medio Oriente. Tra i primi firmatari della lettera a Biden figuravano il Patriarca siro ortodosso Mor Ignatius Aphrem II, il Patriarca siro cattolico Ignace Yussif III Younan, il Patriarca greco cattolico melkita Youssef Absi e Michel Abs, Segretario generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente .

Redazione

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