Golpe Argentina del 76 : ci fu appoggio Usa

Golpe Argentina del 76 : ci fu appoggio Usa

Ieri, alla vigilia dell’anniversario del colpo di stato in Argentina del 24 marzo 1976, il National Security Archive degli Stati Uniti ha pubblicato 14 nuovi documenti che gettano ancor più luce sul ruolo di Washington nei giorni che precedettero il golpe. I file declassificati rivelano i contatti che l’ambasciata statunitense e gli emissari del governo di Gerald Ford avevano mantenuto coi principali esponenti di quella che poi divenne una delle dittature più sanguinarie della storia dell’America latina. Washington aveva tranquillizzato i vertici dell’armata e dell’esercito un mese prima del golpe, assicurando che avrebbe riconosciuto il regime se avessero deposto l’allora presidente Isabel Perón. Eppure, proprio in quel periodo, il sottosegretario di stato William Rogers aveva già avvertito, in un altro documento pubblicato ieri, che un governo militare avrebbe “sicuramente compiuto violazioni dei diritti umani che genereranno critiche a livello internazionale”.
L’ambasciatore statunitense Robert Hill aveva addirittura deciso di abbandonare il paese il 17 marzo, per non destare sospetti intorno al ruolo degli Usa negli eventi che si sarebbero di lì a una settimana. E una volta avvenuto il colpo di stato, telegrafò a Washington: “L’Argentina ha certamente bisogno degli Stati Uniti […] tornerà alla normalità politica con un disperato bisogno di investimenti. Gli Stati Uniti possono sperare di essere il primo paese a cui gli argentini si rivolgeranno”. La dittatura militare cominciata il 24 marzo del ’76 si è protratta fino al 1982 e si è macchiata dei più terribili crimini contro l’umanità. Fra essi la sparizione di circa 30mila persone, accusate di appartenere a sindacati, organizzazioni di sinistra o associazioni di quartiere, i “desaparecidos”. Della maggior parte di essi ancora oggi non si sa nulla. Le organizzazioni di difesa per i diritti umani, superstiti e familiari che tutti gli anni organizzano grandi manifestazioni in tutte le città argentine, hanno deciso di non realizzare eventi pubblici, come nel 2020, a causa dell’emergenza sanitaria. Hanno lanciato invece l’invito a piantare 30mila alberi in tutto il paese, e ad appendere fazzoletti bianchi

Redazione

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