De Vita sul turismo delle Radici

De Vita sul turismo delle Radici

– Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale continua a puntare sul Turismo delle Radici. E per farlo sostiene quei partner che più di tutti ne possono essere interessati, essendo stati i soggetti più importanti dell’emigrazione italiana passata: la Calabria e l’Argentina. E per questo, dopo il primo volume che ha coinvolto quattro regioni italiane, è “pronto alla pubblicazione” anche il secondo volume della Guida al Turismo delle Radici italiane. A rivelarlo è stato questo pomeriggio Giovanni Maria De Vita, capo dell’Ufficio I della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, nel suo intervento durante il webinar dal titolo “Dai flussi migratori ai flussi turistici: il turismo delle radici” organizzato dalla “Cátedra Itálica” dell’Università Nazionale di Mar del Plata e che ha visto la partecipazione di tante delle rappresentanze italiane in Argentina e dei soggetti interessati al tema e durante il quale sono stati presentati i primi risultati del lavoro di ricerca del team accademico internazionale coordinato dall’Università della Calabria, di cui fanno parte anche l’Università di Torino e la Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Nazionale di Mar del Plata.
“Il Maeci – ha spiegato De Vita – è molto attivo su questo argomento. Vuole infatti mantenere, rafforzare e riallacciare i rapporti tra gli oriundi e l’Italia. Stabilendo nuovi rapporti in questa relazione che possano essere utili a entrambi i soggetti”, ossia l’Italia, con il suo turismo e l’indotto economico che ne deriva, e gli italo-discendenti nel mondo, che sono vogliosi di tornare nello Stivale e creare un legame con il loro paese di origine attraverso questi viaggi emozionali.
“L’azione e l’interesse che abbiamo avuto verso il turismo delle radici – ha evidenziato ancora il Capo ufficio I della DGIT – è cresciuto dal 2018 e ha portato sempre più attori nella sua realizzazione. Come Maeci abbiamo dato attenzione agli strumenti che possono essere utili ai discendenti, come la Guida al Turismo della Radici, in cui il nuovo numero, prossimo all’uscita, comprenderà, tra le regioni italiane, la Calabria”. Dunque, in questi ultimi anni, la Farnesina ha ritenuto importante, secondo quanto espresso da De Vita, “passare dalle parole ai fatti, in modo da trasferire il bagaglio di conoscenze” in qualcosa di concreto, preparando le regioni italiane “all’accoglienza di questo tipo di turismo” e i turisti a muoversi per le Regioni alla ricerca dei luoghi vissuti dai propri avi. Questi turisti, infatti, “vengono in Italia con aspettative diverse dai soliti turisti. Vengono per trovare emozioni, le case dei nonni, i loro piatti tipici, conoscere luoghi e sapori che i nonni hanno riprodotto all’estero”. Per questo secondo De Vita è così “importante sostenere questo settore” con iniziative come quella dell’Università della Calabria e di quella dell’Università Nazionale di Mar del Plata.
Ha portato i suoi saluti durante la lunga programmazione del webinar moderato da Ana Blasone dell’Universidad Nacional de Mar del Plata, anche Dario Cortese, il Console Generale d’Italia a Mar del Plata, giunto ormai a fine mandato, il quale ha concentrato il suo intervento sul potenziale enorme del Turismo delle Radici: “è un orgoglio per Mar del Plata far parte di questo, anche perché è una città molto italiana. E questo turismo è un viaggio all’inverso simbolicamente importante, che ha un valore enorme anche per la cooperazione bilaterale per creare e recuperare i rapporti e creare un ponte culturale”.
Sono poi potuti intervenire Marco Leone, consigliere dell’Ambasciata italiana a Buenos Aires, che ha spiegato come il turismo delle radici abbia “un interesse enorme in Argentina, dove 20 milioni di persone hanno origini italiane”, Donatella Cannova, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos, che ha confermato la disponibilità a collaborare con queste tipo di iniziative riguardo l’argomento. “È un processo che implica aspetti economici molto chiari, ma implica anche un movimento affettivo, culturale e linguistico”. Proprio sul recupero della lingua si è concentrata la direttrice, che è un “vincolo essenziale” per creare questo ponte tra i due soggetti e sfruttare la massimo il turismo delle radici che “apre tantissime possibilità, ma non si può recuperare la memoria senza fare uso dello strumento della lingua”.
Hanno preso poi parola Raffaele Vitiello, presidente del Comites Mar del Plata, che si è complimentato con l’Università marplatense per questa “brillante iniziativa”; Mariano Gazzola del CGIE, che ha spiegato come il turismo delle radici sia uno dei grandi temi di cui si occupano i Comites e il CGIE, e trattarlo a livello universitario come si sta facendo “è un grande passo avanti”; poi ancora Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera, ricercatrici dell’Università Calabria, che hanno realizzato una panoramica del loro lavoro di ricerca sul tema e sulle prospettive che esso implica; e poi infine Daniel Antenucci dell’Università di Mar del Plata, che ha concluso i lavori.

Ph Daniela Piesco

Redazione

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