Verso la fine dei dazi doganali tra USA e UE. Il cambio di rotta di Biden

Verso la fine dei dazi doganali tra USA e UE. Il cambio di rotta di Biden

Il nuovo governo americano di Biden cambia sul fronte del commercio internazionale e si arriva ad una tregua sul fronte dei dazi tra Europa e Stati Uniti. Di seguito qualche dettaglio e commento sulla decisione del nuovo presidente: gli accordi segnano un cambio di rotta rispetto al governo Trump e prospettano nuove alleanze per affrontare pratiche distorsive che provengono da altre economie.

L’origine del problema

Sembra che si sia “finalmente” trovato un accordo sul fronte del commercio tra UE e USA, vedremo la fine dei dazi che si erano vicendevolmente imposti. Nel ricostruire la vicenda che riguarda il contenzioso economico si parte dal fallimento dell’accordo commerciale tra i due continenti, iniziato sotto la presidenza di Obama: Transaltantic Trade and Investment Partnership (T-TIP). Un fallimento non recuperato sotto la presidenza di Trump che ha, al contrario, accentuato la distanza. Oggetto delle reciproche accuse tra Washington e Bruxelles riguardava i due produttori di aerei Boeing e Airbus. Washinton accusava gli europei di aver concesso finanziamenti e aiuti pubblici alla compagnia creando uno squilibrio competitivo, questione portata davanti al Wto (L’organizzazione mondiale dei commerci). Quest’ultimo aveva riconosciuto la violazione e, quindi, concesso agli Stati Uniti di imporre dazi per un ammontare di 7.5 miliardi di dollari sui prodotti di origine europea. Prodotti principalmente colpiti erano di origine alimentare come vino, whiskey, formaggio, olive e parti del comparto aereo. La risposta di Bruxelles non si fece attendere e fu mossa un’identica accusa al governo Trump per aiuti concessi alla compagnia Boeing; accusa che si rivelò fondata e venne, conseguentemente, concessa la possibilità di imporre dazi da parte dell’Europa per 4 miliardi di dollari. Il risultato della controversia è stato un indebolimento vicendevole dei protagonisti a favore di un potenziamento della concorrenza, in particolare cinese.

Il cambio di rotta

Biden cambia linea e si conferma pronto ad abbandonare le tariffe doganali verso un’operazione di contrasto all’economia non di mercato come quella cinese. Un fronte comune contro Pechino sarebbe il progetto del Presidente degli Stati Uniti. L’iniziativa non poteva che trovare il favorevole accoglimento della presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L’accordo, quindi, per sospendere i dazi è stato sottoscritto, anche se temporaneo; infatti, la sospensione è prevista per 4 mesi che devono essere basilari per siglare l’accordo definitivo. Accordo che vedrà la Wto essere il centro per l’armonia del commercio atlantico.  A giovarne in prima linea non potrà che essere l’economia dei due continenti e potrà porre le basi per affrontare al meglio le nuove sfide dei concorrenti esterni alle sponde dell’Atlantico.

L’Italia

L’Italia non può che giovarne di questa iniziativa. La sospensione di soli quattro mesi valgono già 500 milioni di euro per il nostro paese. Esultano tutto il mondo agroalimentare e industriale italiano. Ad esempio, il settore lattiero e caseario ha negli Stati Uniti il principale compratore con un controvalore di quasi 350 milioni di euro ogni anno. Lo stesso dicasi per le imprese vinicole che dipendono dal mercato statunitense per circa 1.6 miliardi di euro ogni anno.

Di Luca Antonio Esposito

Antonio Peragine

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