Democrazia diretta

Democrazia diretta

Di Giorgio Brignola

La necessità di dare fondamento alla “Democrazia Partecipativa”, mandando in pensione quella per “Delega”, non può che coinvolgerci tutti. E, con “tutti”, intendiamo anche i milioni di Connazionali all’estero. Da quanto abbiamo inteso, si evidenzia, però, la difficoltà d’attivare questa formula di partecipazione. Giustamente, e lo facciamo notare ancora una volta, i miglioramenti non possono verificarsi per inerzia. C’è bisogno di una volontà per renderli operativi. Come? Riteniamo che il problema non sia ovviabile tramite singole persone. Ci vuole un progetto che, per ora, non c’è. Bisognerebbe, infatti, da chiarire, perché non è stato mai fatto, una coscienza partecipativa generale. L’Associazionismo, com’è vissuto sino ad ora, è destinato a finire e anche la Rappresentatività dei Connazionali all’estero manca, ancora, di parametri certi per la sua validità. A nostro avviso, sarebbe necessario, senza nessi col passato, impostare un nuovo progetto. Partendo da un concetto primario: ogni attività collettiva dovrebbe essere considerata come un servizio con finalità ben più articolate volontà partecipative. Con un simile programma, ci sarebbero da favorire parecchi degli obiettivi che sono propri del “Progetto Radici”. Fatto che, in definitiva, dovrebbe incentivare anche l’impegno dei Connazionali nel mondo. In definitiva, il nostro ruolo non ha da essere considerata un’utopia quando, invece, potrebbe ridare prestigio anche alla nostra Comunità oltre confine.

Giorgio Brignola

Redazione

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