I love Puglia. Le ragioni di un successo tutto da vivere

I love Puglia. Le ragioni di un successo tutto da vivere

Da anni la Puglia è diventata il sogno di mezza estate di italiani e stranieri, sponsorizzata sorprendentemente nientemeno che dal New York Times. Spesso sono proprio i media a chiedersi quali sono state le scelte strategiche e politiche che si sono rivelate vincenti per il turismo pugliese collocandolo al primo o quantomeno ai primo posti del turismo mondiale.

E’ un dato incontrovertibile il fatto che tra le tante location mondiali, dallo straordinario impatto scenografico, Dior ,ad esempio, (sia pure con la preziosa complicità di Maria Grazia Chiuri, pugliese doc) abbia  scelto la Puglia per ospitare nel 2020 la  sfilata Cruise con l’obiettivo di rilanciare il brand a livello mondiale che il coronavirus aveva appannato. Un nome di pregio e dal prestigio internazionale quello di Dior, gioiello di una corona già carica di diamanti e rubini, riconoscimenti e lunghi editoriali pubblicati sul   New York Times ed alle  elegie amorose sul The Guardian, di cui registriamo una presenza fissa in tutte le liste mondiali più autorevoli e che individuano e propongono a milioni di lettori  le località più belle da scoprire, Lonely Planet compresa.

La Puglia, diciamoci la verità,  vive da diversi anni ormai uno stato di beatitudine turistica, che la rende la meta estiva – ma anche autunnale e primaverile – più ricercata dagli italiani e dagli stranieri. A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio regionale del turismo dell’agenzia Puglia Promozione, analizzati da BTM – Business Tourism Management, la manifestazione internazionale del turismo, che si svolge ogni anno a Lecce e che ha ulteriormente confermato come gli arrivi in Puglia sono in continua crescita.

Dopo i 4 milioni di presenze nel 2018 (un +4% rispetto all’anno precedente) , confermati nel 2019 con un ulteriore incremento del  +3%, la inevitabile contrazione registratasi nel 2020 e dovuta alle restrizioni imposte dalla pandemia, tutti si augurano che nel 2021 si possa registrare una consistente ripresa dei flussi turistici. Le agenzie di viaggio da quelle americane a quelle europee sono letteralmente in tilt per le numerosissime richieste di prenotazioni che, nonostante una ricettività alberghiera, compresa quella diffusa, di grande pregio e qualità, difficilmente potranno essere accolte, anche se si è pensato ad una destagionalizzazione delle richieste.

I motivi per i quali si sceglie la Puglia vanno dalla classica destinazione di vacanza al mare, alla visita delle città e dei borghi sull’altopiano delle Murge, così come quelli del Gargano e del magico Salento, ai Santuari,  ai Castelli federiciani e normanno svevi, alle Cattedrali romaniche, alle città bianche, agli ipogei , alle gravine, alle masserie, alle torri fortificate, alle grotte marine fantastiche e misteriose, ai trabucchi; un bisogno quasi compulsivo di realizzare un autentico quanto desiderato arricchimento culturale, ma anche la possibilità di poter vivere un turismo eno-gastronomico  dai sapori forti e genuini. Ci si chiede a giusta ragione: ma come ha fatto, l’estremità a sud-est dello Stivale, fino a dieci anni fa perla nascosta tra i fondali di Ionio e Adriatico, a risplendere di quella luce accecante, che mette in ombra tutte le altre regioni e le loro bellezze naturali; e parlando del nostro paese va detto che di beni culturali, storici, artistici. monumentali ed architettonici ne abbiamo veramente a iosa.?

Le ragioni sono tante: la varietà geografica della regione ha certamente aiutato a diversificare il turismo, anche se all’inizio, chi veniva in Puglia, lo faceva ovviamente solo per le vacanze estive da passare al mare. La strategia che però si è dimostrata vincente e di lungo corso è iniziata ormai quasi dieci anni fa. A funzionare è stata la sinergia tra pubblico e privato, l’utilizzo dei fondi comunitari europei, il lavoro delle agenzie sul territorio, e i piani strategici dedicati al turismo. Avevamo già strutture ricettive pronte ad accogliere chi voleva visitare la regione: era una buona base di partenza alla quale la maggior parte degli altri enti privati e brand di hotellerie o bed and breakfast, si sono gradualmente adeguati. In effetti, dal maestoso Borgo Egnazia, diventato il “buen retiro”  estivo di Madonna, che in materia potrebbe scrivere delle memorie, citando il famoso compleanno festeggiato  proprio in Puglia, tra balli popolari e vezzi da star – agli Hotel di charme, passando per le masserie ristrutturate ad hoc con un occhio per il design internazionale – come nel caso di Masseria Moroseta  o  Fikus – o ai castelli medievali ristrutturati grazie ai fondi europei e trasformati in hotel esclusivi, con cucine che puntano alle stelle Michelin, come nel caso del Castello di Ugento; l’offerta ha un appeal che attrae quegli “europeisti” dei milanesi così come tedeschi e francesi.

Oggi in Puglia si evidenziano differenti vocazioni turistiche: viene qui chi, come da identikit, punta sull’enogastronomia, ma anche il turismo culturale non è da meno, lo stesso vive di eventi come quello della Notte della Taranta della Red Bull Cliff Diving, la gara itinerante di tuffi che ormai ha trovato negli affacci sul mare di Polignano, la città di Domenico Modugno, il proprio trampolino preferito. Infine, c’è il turismo religioso prediletto dai baby boomer, e quello slow dei cammini: è stata riconosciuta in maniera ufficiale, proprio lo scorso ottobre, la via Francigena del Sud, 900 km da percorrere in un mese che collegano Roma a Santa Maria di Leuca, la Finibus Terrae. A voler fare del gossip va detto che molto ha contribuito a fare conoscere la Puglia, a livello internazionale, il matrimonio di Justin Timberlake e Jessica Biel, che nel 2012 sono convolati a nozze festeggiando con star e celebrities proprio a Borgo Egnazia, dando risalto a livello mondiale a Savelletri”.

La narrazione della Puglia, però, è passata anche attraverso il cinema, sono innumerevoli ormai i film ambientati nella nostra regione: solo per citare gli ultimi:  c’è il Pinocchio di Matteo Garrone, girato tra le altre location, a Polignano a Mare, così come, ovviamente, a livello nazionale, il film di Checco Zalone, Tolo Tolo,  Odio l’estate di Aldo, Giovanni e Giacomo (girato tra Bari, Terlizzi, Ugento, Otranto e Santa Cesarea Terme) e l’ultimo film di Carlo Verdone, Si vive una volta sola, che ha fatto conoscere portandole sugli schermi di tutto lo stivale le meraviglie di Monopoli, Conversano e Castro.

Per quanto riguarda le produzioni internazionali, invece, si possono citare No Time to die, l’ultimo capitolo di James Bond ambientato, tra le varie location, anche a Gravina di Puglia, o anche Six Underground, produzione Netflix con Ryan Reynolds e la regia di Michael Bay, che ha girato alcune scene a Taranto. I pugliesi hanno attratto l’attenzione della moda ormai molto tempo fa, per quell’eclettismo barocco simile a quello dei cugini siciliani, e però condito da una verve dotata di un’ironia pungente e di un’eleganza rilassata, lenta come lo scorrere delle sue giornate in estate. Ci si ricorda ancora del fatto che nel 2014 fu Scott Schuman, the Sartorialist, l’epigono del primigenio fotografo di street style Bill Cunningham, ad arrivare a Bari ed a innamorarsene, ritraendo nelle sue istantanee subito virali nell’emisfero modaiolo su Instagram, le protagoniste dei suoi vicoli in pietra, nella città antica, ovvero le donne che vendono le specialità culinarie locali, orecchiette e panzerotti, preparandole sull’uscio delle loro case.

Alla Gazzetta del Mezzogiorno, Schuman raccontò, all’epoca, di esserne rimasto profondamente colpito. “L’abbigliamento è solo il 40% dell’eleganza. Il resto è nella persona, è come sei. Qui in Puglia l’eleganza è nei gesti. Sono rimasto affascinato dal ragazzo che mi ha portato la Coca Cola, una grazia che racconta il passato: quando chiedo una Coca nei bar di New York, a momenti me la lanciano addosso». Dal 2005, però, la Puglia è anche diventata ininterrottamente la tappa preferita dei cultori della musica jazz e rock: grazie alla fondazione del Locus, rassegna musicale che si svolge  a Locorotondo, dove convengono ogni estate – e, dalla scorsa stagione, anche in autunno – musicisti di caratura internazionale che prima non avevano mai calcato dei palchi più a sud di Roma. 

Ben Harper, Kamasi Washington, David Byrne, Benjamin Clementine, Lauryn Hill e Floating Points, solo per citarne alcuni.  Ma quanto è importante, essere riusciti anche a raccontarsi attraverso i profili social e con un approccio degno dei migliori uffici milanesi di social media marketing? Se il profilo ufficiale del turismo in Puglia, we are in Puglia, raccoglie quasi 120 mila follower raccontando ad un target trasversale le bellezze dei borghi locali e delle sue tradizioni culinarie, il settore privato non è da meno, ed è riuscito ad esportare con grande successo la regione, e le sue realtà.

Il caso più eclatante è certamente quello di Brainpull, agenzia di marketing nata in un garage nel 2012: età media 28 anni, 80% di donne, l’esperimento di successo è nato seguendo i dettami dei maggiori studi legali americani. In breve, chiunque, entrando, con lavoro e determinazione, può ambire a diventare Agency Partner. Sono stati loro i fautori dell’enorme successo di Pescaria, bistrot che ha trasformato l’abitudine culinaria pugliese della rosetta con il polpo, ma anche con tonno o pesce spada, da portarsi come “schiscetta” durante le giornate passate al mare, in histeria collettiva.

Un progetto che ha messo le sue basi su Facebook, dove gli utenti sono stati chiamati a proporre il nome del format, nato a Polignano, ma già approdato con due insegne a Milano e a breve anche a Roma, Torino e Bologna. Capaci di far venire l’acquolina ancora prima che si alzassero le serrande, l’hype è salito principalmente grazie al loro utilizzo della piattaforma di Zuckerberg, che di fatto li ha anche citati, nel 2016, (la prima azienda italiana a cui succede) nei suoi Earning Call, i rapporti trimestrali tramite i quali il social di Menlo Park mette l’accento sulle realtà capaci di “usare Facebook in maniera virtuosa, portando valore sul territorio”. Da allora, per qualunque turista varchi l’ingresso di Polignano, pagare la tassa di soggiorno è obbligatorio tanto quanto una foto con uno dei panini di Pescaria, sullo sfondo degli affacci sul mare della cittadina regina dell’instagrammabilità gourmet. La Puglia è uno stato d’animo, ed è vero; ma è anche ormai un brand che va alla grande e funziona benissimo.

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione di RADICI

Tags: Puglia, turismo in Puglia, Maldive del Sud

Antonio Peragine

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