I Love Puglia

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Area Ionico Salentina

Prima di lasciare,  a malincuore l’area ionico salentina ed  il  brindisino per risalire verso la Terra di Bari, l’area murgiana, dei Castelli federiciani e delle Cattedrali sul mare giova soffermarsi su alcune  location che completano la straordinarietà di un viaggio fantastico nella storia, nella memoria e nei cuori della gens di Puglia. Va subito detto senza alcuna ironia che se Roma viene considerata una delle città più antiche del mondo, Brindisi, con le dovute proporzioni, non è certo da meno, avendo anch’essa alle spalle una storia millenaria  e conservando, peraltro,  numerose testimonianze di quel fulgido periodo  che accompagnò per secoli  l’Impero di Occidente. Un periodo durante il quale la cittadina messapica  era considerata  dai Romani un luogo strategico  soprattutto dal punto di vista commerciale grazie alla presenza di un porto utilizzato come crocevia  di rapporti con l’Oriente.

Le colonne terminali della via Appia, le vasche limarie dell’antico acquedotto e l’area archeologica sottostante  il nuovo Teatro Verdi  sono solo alcuni dei baluardi , delle vestigia che si sono in parte salvate   dell’epoca romana ai quali si aggiungono tanti altri reperti gelosamente conservati nel museo provinciale “ Ribezzo”. Le due colonne terminali della via Appia rappresentano la testimonianza più importante  e maestosa della Brindisi romana, delle due una sola è visibile interamente, alta 19 metri con un importante capitello sul quale sono scolpiti Giove, Marte, Pallade, Nettuno ed 8 tritoni.. Brindisi rappresenta una porta verso l’Oriente, movimentando merci e persone dirette soprattutto in Grecia e nei Paesi dell’Est. Grazie alla sua posizione, la città ha rivestito storicamente un importante ruolo commerciale e culturale. Di antiche origini, fu abitato messapico ed il suo porto era collegato con i porti greci sin dal VII secolo a.C., fu conquistata da Roma ed in questo periodo aumentò la sua importanza, tanto, da essere collegata direttamente ad essa tramite la via Appia.

Di fronte alle colonne con affaccio sul porto brindisino  vi è il Monumento al Marinaio d’Italia, un omaggio a tutti i marinai caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Percorrendo il centralissimo corso Garibaldi si giunge sulla banchina del Porto. Durante la prima guerra mondiale fu la base della flotta italiana e delle navi alleate nel basso adriatico. Il porto è diviso in tre bacini: interno, medio ed esterno. Il bacino interno è composto da due lunghi bracci che toccano la citta, quello medio ha forma triangolare mentre il bacino esterno è limitato dalle Isole Pedagne, un arcipelago di sei piccoli isolotti tra i quali vi è l’Isola di S. Andrea sulla quale fu costruito il Castello Aragonese, conosciuto anche come Castel Rosso dal colore della pietra con la quale fu costruito anche Castello di Mare. Il castello fu eretto nel 1445; poco distante dalle Colonne Romane si trova il Duomo di origine romanica; qui nel 1225 fu celebrato il secondo matrimonio dell’imperatore Federico II. L’interno è a croce latina a tre navate, sono visibili i resti dell’originario pavimento a mosaico, molto bello anche il coro ligneo ed i dipinti presenti nelle cappelle laterali.

Sulla stessa piazza Duomo insiste anche il Seminario Diocesano, il maggiore esempio di architettura barocca presente in città; all’interno è allestito il Museo Diocesano Giovanni Tarantini, qui sono esposte tele di scuola napoletana e tardo-manierista romana; è anche esposta un’idria che si dice sia stata portata dalla Terrasanta dai crociati e che fosse una delle idrie nelle quali Gesù tramutò l’acqua in vino. Sempre su piazza Duomo si affaccia la Loggia di Palazzo Balsamo, un balcone sostenuto da otto archetti scolpiti con animali e figure umane. Sulla sinistra del Duomo vi è il Portico dei Cavalieri Templari, una costruzione di epoca medievale con due arcate gotiche separate da una colonna con capitello lavorato, risalente al XII-XIII secolo.

Superando il portico si giunge in un cortile all’interno del quale si apre l’ingresso del Museo Archeologico Provinciale “Francesco Ribezzo”. Il museo è organizzato in sei differenti percorsi: la sezione epigrafica, la sezione statuaria, la sezione antiquaria, la sezione preistorica, la sezione numismatica e la sezione dedicata ai bronzi di Punta del Serrone. Nelle vicinanze merita d’essere visitata la chiesa di San Giovanni al Sepolcro, una costruzione di forma circolare risalente all’epoca normanna; la chiesa fu costruita dai Templari per poi passare ai Cavalieri del Santo Sepolcro. Esternamente è molto bello il portale, l’interno è a ferro di cavallo, vi è un giro di otto colonne con capitelli diversi e lavorati. La vicina chiesa di San Benedetto fu costruita nel 1080, è intitolata a Santa Maria Veterana ed ha un bel campanile in romanico pugliese.

Molto bello il chiostro dell’ex convento annesso alla chiesa con un porticato a quadrifore. Proseguendo la passeggiata si giunge nei pressi dell’imponente Castello Svevo, composto da un mastio con torri angolari costruito da Federico II di Svevia, e da una ulteriore cinta muraria aggiunta nel 1481 da Ferdinando d’Aragona. Il castello è stato nell’800 adibito a penitenziario per poi divenire nel 1909 sede del Comando Militare della Marina. Sulla strada che collega Brindisi a San Vito dei Normanni, vi è una grande fontana monumentale chiamata Fontana Tancredi, fu realizzata nel 1192 dall’ultimo re normanno Tancredi di Sicilia in occasione del matrimonio di suo figlio con la figlia dell’imperatore bizantino Dal porto di Brindisi partono giornalmente i collegamenti con le isole greche. La cittadina trimillenaria  di Oria , situata  a metà strada tra Brindisi e Taranto  sull’antico percorso della Via Appia ed  a pochi chilometri dalle spiagge caraibiche del Mar Jonio, oggi appare come un affascinante tuffo  nel mondo del passato , rievocando tra storia e tradizione  i fasti e le atmosfere del medioevo.  Squilli  e rulli di tamburi  rieccheggiano  ogni estate  ai piedi del Maestoso Castello  che Federico II° di Svevia  volle edificare  nel 1225  sulle  fortificazioni normanne  preesistenti poste sull’acropoli della città.

Quello che è possibile ammirare  giungendo ad Oria  nella seconda  settimana di agosto è uno spaccato di vita  dell’epoca del “ puer apuliae” con la partecipazione attiva  di tutta la cittadinanza e la guida esperta della locale Pro Loco che organizzano  e danno vita al “ Corteo storico di Federico II°  ed al Torneo dei Rioni”. Uno spettacolo  di colori e musiche, un tripudio di odori e sapori  ( in tutte le sagre pugliesi da sempre alle rievocazioni storiche vengono abbinate ed  inbandite tavolate per la degustazioni delle bontà gastronomiche del territorio, autentiche prelibatezze); sensazioni ed  atmosfere  uniche  per la ricercata meticolosità nei particolari, tanto da essere considerata  tra i più suggestivi  e rinomati a livello europeo.

La manifestazione trae ispirazione  dal bando emanato secondo la tradizione da  Federico II°  nel 1225  per “sollazzare” gli abitanti della fedelissima Città di Oria, in attesa delle nozze  con la promessa sposa Isabella di Brienne, nozze che furono celebrate nel corso dello stesso anno nella Cattedrale di Brindisi. La celebre rievocazione è diventata un appuntamento fisso e richiama decine di migliaia di turisti provenienti da tutte le regioni italiane e da molti paesi dell’Europa. Oltre a questo straordinario evento  di particolare interesse per il turista che volesse visitare Oria si appalesano   i parchi storici ai piedi del Castello  con testimonianze di varie epoche  e la Basilica Cattedrale con la cripta delle mummie  della Confraternita della morte.

Di rilievo anche il museo etnografico  presso il Santuario dei Santi Medici. Da Oria ad Ostuni il passo è breve. Qui le case sono tutte bianche , di latte e di calce, sono bianche fino a far male  agli occhi; sono candidi  i muri, le finestre, le porte, le scale , tutto è inverosimilmente  bianco. Ad Ostuni  si va per capire  cosa vuol dire stare al riparo dal sole,  qui c’è il fascino di tutte le città dei mari del Sud, qui c’è l’equatore a portata di mano. Città  di accecante bellezza  e di lunga storia Ostuni vanta insediamenti che  dalla Preistoria  si sono evoluti  lungo tutto l’arco della storia  sino ai nostri giorni  in un susseguirsi di stratificazioni architettoniche.

Da non perdere è il dolmen di Montalbano in contrada Piscomarano, proprio al confine  con il Comune di Fasano. Tra gli eventi più attesi nel corso dell’estate ostunese vi sono  i festeggiamenti del Santo patrono Sant’Oronzo con la coreografica cavalcata.  Un corteo di cavalli e cavalieri bardati a festa , sfila per le vie della città a scorta del Protettore  della città e per ringraziarlo  di aver tenuto lontano la peste ; la vestizione dei cavalieri è un autentico rito  assolutamente da vedere e pari a solo  quelli dei toreri spagnoli. Così affascinante ed anch’essa archeologicamente unica  è la vicina Città di Fasano , posta nei pressi  della romana Egnazia  dove ancora oggi è possibile nel suo  Parco archeologico  ammirare le monumentali rovine poste  tutte attorno al suggestivo anfiteatro romano.

Storia, mare (per ben sei anni consecutivi la località è stata premiata con la bandiera  blu), le Terme di Canne, uno dei complessi  più attrezzati d’Europa, fanno di Fasano  una delle mete  più ambite dai turisti stranieri. Nel percorso che da Taranto ci porta al sito archeologico di Metaponto e sulla statale per Reggio Calabria non possiamo tralasciare di visitare le graziosa città di Ginosa e di Castellaneta con le relative marine. Nota agli amanti del grande cinema italiano per essere stata lo sfondo di alcune scende del film di Pier Paolo Pasolini Il vangelo secondo Matteo, Ginosa è anche conosciuta per la presenza di particolari case-grotte e chiese rupestri. Arroccato su di una rupe, inglobato al costone della gravina che circonda per tre quarti Ginosa, si trova il castello normanno.

La parte più antica è di costruzione normanna e fu voluta probabilmente da Roberto il Guiscardointorno al 1080, era munito originariamente di tre torri merlate e di un ponte levatoio; nel XVI secolo parte del castello fu abbattuta e trasformata in un palazzo nobiliare. La parte posteriore del castello, a strapiombo sulla gravina fa parte della costruzione  Poco distante dal castello, percorrendo via Matrice, si raggiunge la Chiesa Madre, immersa in uno stupendo scenario rupestre. Costruita a metà del ‘500, ha linee semplici instilegotico rinascimentalecon la facciata realizzata in tufo. L’interno è a tre navate con cappelle lungo le navate laterali, nella navata mediana si trovano l’altare maggiore ed il pulpito settecentesco. L’ambiente rupestre di Ginosa è stato fortemente antropizzato fino alla seconda metà del secolo scorso. Alcuni esempi di villaggi rupestri strutturali possono essere ritrovati in quello del Casale o di Rivolta: le loro case sono disposte su ben cinque livelli, tutti collegati con scale e stradine.

Nel ‘500 si sviluppò la creazione delle case-grotta: parte dell’abitazione era scavata nella pietra e la restante costruita con i materiali estratti durante i lavori. Molte case-grotta avevano anche la cisterna per la conservazione dell’acqua. Nel villaggio del Casale si trova la cripta di San Leonardo Vecchio, costituita da una parte in grotta risalente al ‘500 e da una parte in muratura settecentesca; all’interno vi sono due affreschi: uno raffigurante San Nicola e l’altro la Buona Morte. Dalla Murgia Tarantina fino al Mar Ionio, Castellaneta sorge nel cuore del Parco Regionale delle Gravine, un territorio che offre un patrimonio naturalistico diversificato, dalla collina al mare.

Terra natale di Rodolfo Valentino, attore e personaggio conosciuto in tutto il mondo, il borgo si compone di un centro storico, una frazione marittima – Castellaneta Marina – e diverse frazioni rurali. In particolare, Castellaneta Marina, che si trova nella pineta di Bosco Pineto, rappresenta una meta turistica molto richiesta, grazie al mare cristallino, alle spiagge di sabbia fine e alle dune che le circondano. Nel territorio circostante, e soprattutto nella zona marittima, flora e fauna sono note per la loro bellezza e biodiversità.

Nella fascia costiera, per esempio, si possono trovare pinete di Pini D’Aleppo, alberi che ricoprono di verde le gravine e le pinete di Montecampolo, condividendo spazio e terreno con altre specie vegetali tipiche della zona, come le querce di roverella, fragno, sorbo, ginepro e corbezzolo. Il territorio di Castellaneta è stato frequentato sin dall’età del bronzo ma abitato a partire dal X secolo. Si dice che alcuni contadini del luogo si siano dovuti rifugiare nelle cavità naturali del territorio per sfuggire ai pirati.

Un’altra versione sostiene che il Borgo sia stato fondato da alcuni pellegrini provenienti da Nuoro, borgo della Sardegna centrale, che si stanziarono in Puglia alla ricerca di terreni facilmente coltivabili. Città regia nel 1200 venne poi dominata dai fiamminghi e, successivamente, da diversi feudatari.

A metà del 1800 divenne parte del Regno d’Italia in seguito all’incontro tra Giuseppe Garibaldi e gli abitanti della comunità. La storia di Castellaneta è raccontata dal “paese vecchio”, che ancora presenta architetture medievali e i suoi caratteristici vicoli stretti. Il centro storico è costellato di edifici di pregio come la Cattedrale, o chiesa di San Nicola, famosa per la sua facciata barocca e per il soffitto di legno interamente intagliato e il Palazzo Vescovile, risalente al Settecento e oggi sede del vescovado e il Palazzo Baronale. Tra le altre architetture di pregio troviamo il Palazzo Catalano e il Palazzo Sarapo. Nel cuore del centro storico sorge l’ex convento delle Clarisse, struttura risalente alla metà del XVII secolo, dove è ospitato il Museo Rodolfo Valentino.

Il Museo espone ricordi, foto, filmati e rari cimeli dell’attore. Tra le numerose chiese del centro storico va sicuramente visitata la chiesa di San Domenico, caratterizzata da una facciata a doppio stile, in parte rinascimentale e in parte barocca. La chiesa di San Michele, quella di San Francesco d’Assisi e il convento dei Frati Minori, la chiesa di Santa Maria della Luce, chiamata anche Maria Santissima Assunta o Santa Maria del Pesco, sono dislocate nel resto del paese. Quest’ultima rappresenta uno dei pochi esempi di architettura gotico-angioina del territorio, insieme al campanile della Cattedrale.

Di grande interesse poi sono i diversi insediamenti rupestri visibili lungo le gravine. Le campagne sono costellate da antiche masserie, alcune fortificate. Le principali gravine presenti nel territorio di Castellaneta sono: la Gravina di Castellaneta, o Gravina Grande, una delle più spettacolari della Puglia; la Gravina del Porto, vicino alla quale si trovano dolmen e una masseria; la Gravina di Coriglione, vicino a cui si trova l’insediamento rupestre di Santa Maria di Costantinopoli; la Gravina di Santo Stefano con l’omonimo paesaggio rupestre; le Gravine di Montecamplo che sorgono vicino al colle omonimo.

A Montecamplo si trova anche una Riserva Naturale di grande interesse archeologico e naturalistico. Tra le feste e le manifestazioni che animano il calendario di Castellaneta, ricordiamo innanzitutto la sagra da far’nèdd’ e dei sapori di Puglia. L’evento si svolge ogni anno in agosto e prevede degustazioni di piatti tipici, come le friselle, la focaccia, le orecchiette, le mozzarelle, e della far’nèdd, farina usata in passato e ricavata macinando orzo e ceci. A luglio si tiene l’evento “Masserie sotto le stelle”, iniziativa volta a far conoscere il territorio e le bellezze che sono parte integrante dell’agricoltura.

Per l’occasione si balla la “pizzica”, famosa danza locale, si degustano piatti tipici locali e si entra in sintonia con il meraviglioso territorio che Castellaneta ha da offrire. Recentemente, nel mese di ottobre, è stato inaugurato il “Festival Ionico di musica popolare” intitolato “La nott’ D lu Cor”. L’evento ha l’obiettivo di approfondire le conoscenze di musica popolare, valorizzandola e tramandandola alle nuove generazioni. Evento da non perdere per gli amanti della gastronomia è la manifestazione “Sapori d’Italia”, viaggio nella cultura gastronomica italiana, organizzato nel mese di dicembre.

La fiera di Sant’Anna con il suo corteo storico medievale, si svolge a fine luglio, e il corteo storico con mercato medievale nell’antico borgo ha invece luogo a novembre.

(segue)

                                             Marcario Giacomo

Comitato di Redazione de “Radici”

Antonio Peragine

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