Gianmario Strappati e la sua tuba portano la musica italiana nel mondo

Gianmario Strappati e la sua tuba portano la musica italiana nel mondo

CITTÀ DEL MESSICO – “Solista di uno strumento particolare nel panorama concertistico internazionale, la tuba, il giovanissimo Gianmario Strappati, classe 1999, ha portato e continua a diffondere in numerosi Paesi, tra cui il Messico, la grande musica italiana. Ha registrato per la Rai, Radio Vaticana, CNN e Sky Classica, ha inciso per la casa discografica Concerto-Music Media, ha pubblicato per le case editrici Accademia e Micropress (opere quest’ultime distribuite da La Feltrinelli) ed ha partecipato a numerose masterclass, recital, concerti online e trasmissioni radiofoniche e televisive nei cinque continenti”. Puntodincontro.mx, il giornale in lingua italiana diretto a Città del Messico da Massimo Barzizza, lo ha incontrato e con lui ha parlato de “gli aspetti più rilevanti della sua attività.
D. Ciao Gianmario, prima di tutto, di dove sei?
R. Beh, sono italiano ed abito ad Ancona, capoluogo delle Marche di cui sono anche cittadino benemerito dal 2018.
D. Hai portato la musica italiana nel mondo: cosa suoni?
R. Lo strumento che io suono, insegno e che è la parte centrale della mia attività artistica è la tuba. Però la presento come solista, accompagnato dall’orchestra, dal quartetto d’archi, dal pianoforte. Ho cercato fin dai primi recital di avvicinare la mia tuba agli altri strumenti da concerto, poiché il mio desiderio era quello di poter farla ascoltare nei grandi teatri e festival appunto accompagnata da orchestre sinfoniche e cameristiche. Ho ricercato, inoltre, le agilità e i virtuosismi indispensabili per eseguire dei brani come per esempio i Capricci di Paganini, il Volo del calabrone di Korsakov, la Ciarda di Monti, che non sono scritti per tuba: sono brani virtuosistici che necessitano di tecnica e lavoro, ma sono molto coinvolgenti per il pubblico.
D. Come sei arrivato a questa serie di concerti internazionali?
R. La storia è abbastanza lunga. Ho iniziato lo studio della musica all’età di quattro anni con una piccola tuba, che in America latina viene chiamata bombardino e in Europa eufonio. A soli 9 anni ho inciso il mio primo CD dedicato alla canzone internazionale. Ben presto, però, l’amore per la musica classica, il repertorio barocco romantico fino ai concerti di Williams, Gregson e i contemporanei sono diventati i miei sogni di giovane musicista. Da qui le prime performance in duo con il pianoforte, poi da solista con l’orchestra sinfonica e molti, molti Paesi. Voglio ricordare i vari concerti in Germania, tra cui il concerto per il 334esimo compleanno di Bach al Bach Museum di Lipsia, il concerto al Mozarteum di Salisburgo a Vienna, il concerto a Londra nel 2019 che ho dedicato al grande tubista John Fletcher, che da sempre è stato il mio idolo ed è storicamente uno dei massimi esponenti del mio strumento. Ricordo anche il concerto al Festival Tchaikovsky presso la casa natale di Tchaikovsky a Votkinsk e da lì le esibizioni in Albania, Romania, Ungheria presso l’antico parlamento ungherese per il 21 giugno 2017, Moldavia, Finlandia — con un evento per l’Ambasciata d’Italia —, Montenegro, Bulgaria e molti altri. Poi nel 2020 ho avuto l’opportunità di poter ricordare un grande sportivo italiano con un programma particolare in diretta su Rai 2: Marco Pantani. Ho avuto l’onore di poter suonare per il cinquantesimo compleanno del grande ciclista un pezzo in prima mondiale dal suo museo, lo spazio Pantani di Cesenatico.
D. Quali sono le tue sensazioni quando suoni per il pubblico?
R. C’è sempre una grande emozione. Ricordo prima della pandemia, ma anche ora perché ho continuato una grande attività in streaming e quindi gli applausi, virtuali o presenziali, li sento. È sempre entusiasmante stare a contatto con persone che amano la musica classica. Quello che provo di fronte a un pubblico è forse uno dei momenti più belli della mia vita e per ogni artista è sempre necessario poter esporre ciò che viene fatto e studiato e per me è un onore e un grande piacere poterlo fare sia nei concerti presenziali, sia nei recital online o masterclass, dove ho conosciuto tantissime persone fantastiche.
D. Dove vuoi arrivare? Qual è il tuo obiettivo?
R. Gli obiettivi nella vita non finiscono mai. Per quanto mi riguarda, sono molto contento del cammino che sto facendo e che, oltre i concerti, comprende anche interviste radio e televisive che continuo a fare nei cinque continenti. La risposta sembra scontata, ma io vorrei continuare così, cercando sempre di affinare la qualità e di innovare proponendo nuovi repertori, anche di compositori che scrivono per me, come i brani che sono stati a me dedicati da autori italiani e australiani.
D. Ci potresti descrivere il tuo lavoro come docente?
R. In questo periodo di emergenza sanitaria ho avuto l’opportunità di svolgere, oltre a un’importante attività di recital, anche molte masterclass on line per scuole del Cile, Perù, Paraguay, Brasile, Honduras, Messico, Venezuela e Argentina. Da novembre ho il piacere di essere il docente di tuba presso l’Istituto superiore di musica José Hernández di Buenos Aires. Questo è un corso naturalmente che viene fatto in maniera virtuale, per ora, e vi partecipano studenti di molte nazionalità: naturalmente dall’Argentina, ma anche europei, del Centroamerica e del Messico. Secondo me è un’occasione eccezionale perché grazie alle piattaforme tecnologiche si possono riunire studenti di tante parti del mondo che permettono lo sviluppo di un’esperienza didattica multiculturale. Questo corso lo sto portando avanti cercando di sviluppare la parte tecnica e quella del repertorio. Naturalmente sono docente anche in Italia ed ho tenuto masterclass presenziali in molte università d’Europa. Mi reputo giovane perché ho ventun anni e sto portando avanti, oltre all’impegno artistico che è alla base del mio cammino, anche un’attività didattica con collaborazioni di enti e scuole di musica in diverse parti del mondo.
D. Com’è cambiata la tua attività da quando è iniziata la pandemia?
R. Ogni sconvolgimento ci porta a un cambiamento, perché bisogna sapersi adattare. Per quanto riguarda la mia attività, io prima agivo molto in presenza, anche se l’online comunque lo conoscevo, però la cultura di massa della pre-pandemia era basata sulla presenza. Ho iniziato con delle interviste radio e poi interviste tv e giornalistiche, sempre utilizzando piattaforme di videoconferenza con tutti i continenti. Da lì sono cominciate le prime masterclass con i recital online nei vari conservatori. Il primo è stato in Bolivia, da lì in Argentina, poi in Venezuela, Messico, Honduras, Brasile, Paraguay, Cile, Perù. Per me è veramente molto importante poter condividere l’amore per la musica classica condividendo le mie conoscenze anche utilizzando questi mezzi.
D. In che lingua fai questi corsi online?
R. Li faccio in spagnolo, una lingua che parlo da alcuni anni, ed anche in inglese per i corsi a cui partecipano studenti europei o brasiliani.
D. Quali sono state finora le tue esperienze con il Messico?
R. Per quanto riguarda il Messico ho avuto l’opportunità e il piacere di tenere masterclass e recital virtuali per differenti scuole di musica. La prima è stata, lo scorso settembre, la Escuela de Música Manuel M. Ponce di San Pedro del Monte, Tlaxcala a cui hanno partecipato oltre 60 studenti. In ottobre è stata la volta dell’Instituto de Música Kinich di Pachuca de Soto, nello Stato di Hidalgo. Questo è stato un recital virtuale trasmesso anche in diretta Facebook nella pagina della scuola. Da lì ho tenuto pochissimi giorni fa, giovedì 21 gennaio, una masterclass per l’Academia virtual de música Da Coda di Zapopan, nello Stato di Jalisco. Il 25 febbraio è in programma un corso per gli studenti e gli ascoltatori della Escuela de Música de León, nello Stato di Guanajuato.
D. In genere qual è l’argomento delle tue masterclass?
R. Ci sono diversi tipi di masterclass: possono essere concerti didattici in cui spiego i brani musicali accompagnato da introduzioni e parlando anche delle mie esperienze personali. Ci sono poi le sessioni tecniche in cui si affrontano argomenti specifici come repertorio originale e tecniche dello strumento in base a diversi programmi, sempre concordati con le scuole, che sono gli enti organizzatori.
D. Raccontaci del tuo ruolo come ambasciatore di Missioni Don Bosco.
R. Il messaggio di Missioni Don Bosco è fortemente legato alla funzione sociale che la musica può avere soprattutto tra i giovani. Ricordiamo le numerose bande musicali affinché potessero diventare un’opportunità educativa è un momento di aggregazione per tanti di loro. I Salesiani, le suore e gli attori laici che permettono di realizzare il sogno missionario di Don Bosco sono uomini e donne di tutto il mondo impegnati a diffondere la loro opera educativa e formativa con grande attenzione a chi è più vulnerabile e solo. Invito i lettori a visitare il sito www.missionidonbosco.org dove sono elencati tutti i progetti per esempio quello dedicato all’antico forno salesiano di Betlemme che prepara il pane per le famiglie più povere del luogo. Questa iniziativa mi sta molto a cuore e nei numerosi recital, masterclass e interviste alle quali ho l’onore di partecipare ho parlato di tutto questo affinché l’umanità possa volgere uno sguardo ad ogni donna e uomo in difficoltà.
D. Quali sono i tuoi progetti futuri?
R. Covid permettendo, l’11 aprile 2021 è in programma un concerto al Titanic Museum di Belfast patrocinato dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Consolato Generale d’Italia ad Edimburgo. È un’iniziativa molto importante perché durante l’esibizione sarà presentato un brano in prima mondiale dedicato alla tragedia del Titanic in luogo di attrazione internazionale, quindi musica italiana con un’artista italiano in un luogo di assoluto fascino. Ho molti progetti anche per quanto riguarda concerti in presenza con partecipazione a festival internazionali in diversi continenti, ma questo dipenderà dall’evoluzione della pandemia. Comunque nei prossimi mesi ho un programma intenso di concerti, masterclass e recital online con Messico, Perù, Stati Uniti, Palestina, Colombia, Paraguay ed altri Paesi.
Chi desidera seguire le attività di Gianmario Strappati può farlo nelle sue pagine Facebook e Instagram

Redazione

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