I partiti al Quirinale scoprono le carte

I partiti al Quirinale scoprono le carte

La maggioranza fa quadrato su Conte ma senza Iv non ha i numeri che la mettano in sicurezza.

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© Quirinale –  Sergio Mattarella

Consultazioni al secondo giorno, oggi si cominciano a sondare le delegazioni dei partiti dopo il rituale avvio con i presidenti delle Camere e il Presidente emerito della Repubblica. Se a Casellati e Fico è stato chiesto il dettaglio dei numeri parlamentari, Mattarella dai gruppi politici attende non tanto un giudizio sul premier dimissionario quanto le intenzioni su chi potrebbe eventualmente succedergli. E con quali programma e maggioranza.

11,05 – Bene un Conte ter come soluzione “praticamente sul tavolo”. No a un governo tecnico. E comunque “abbiamo confermato il sostegno a qualsiasi formazione di governo, purché sia fortemente europeista, e abbia nel programma la tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali”. Julia Unterberger esordisce proprio con questo punto al termine del colloquio con Sergio Mattarella dalla delegazione – insieme a lei Albert Laniece e Gianclaudio Bressa – del gruppo al Senato delle Autonomie Svp Patt e Uv. “Però – aggiunge subito la presidente del gruppo – anche noi abbiamo una preferenza per un eventuale Conte ter, perché abbiamo fatto buone esperienze con il presidente Conte, che ci ha sempre dato una mano quando avevamo necessità”.

“Pensiamo che Conte sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti di questo governo e se lo togli è difficile avere stabilita’ di governo”, avverte. “Il Paese – sottolinea – non ha bisogno ora di una crisi come questa e bisogna fare presto, per garantire stabilità e trovare una formazione politica non – chiarisce – un governo tecnico”.

Dunque, dice sempre Unterberger, “un Conte ter è la soluzione quasi già sul tavolo. Anche se mancano alcuni chiarimenti, non è questo il tempo di veti incrociati. C’era una maggioranza che, bene o male, ha funzionato e speriamo che riescano a mettersi di nuovo insieme”. Insomma, un ter sarebbe “la soluzione piu’ semplice perché se si cerca un’altra figura di presidente non so come reagiscono i diversi partiti e se tre partiti grandi preferiscono questo nome – annota ancora – mi sembra che si debba lavorare in questa direzione”. 

Albert Laniece parla sottolineando il propio ruolo di rappresentante della Valle d’Aosta e al termine delle consultazioni della delegazione delle Autonomie al Senato, di cui fa parte, auspica “una maggiore attenzione per la montagna da parte di un futuro governo, anche perché per quanto riguarda la nostra realtà ci sono stati degli aspetti critici”.

“Riteniamo – spiega – che in alcuni momenti non ci sia stata un’attenzione che avremmo auspicato verso la realtà alpina, la montagna, la Valle d’Aosta. Mi sono permesso di suggerire al Presidente della Repubblica – dice allora, sempre ai giornalisti al Quirinale – magari di prevedere un maggiore equilibrio nella rappresentanza territoriale nel prossimo elenco dei ministri nel futuro governo, per superare questa riduzione di sensibilità”.

Laniece anticipa anche che “un eventuale mio appoggio, quindi, sarà anche conseguente ai reali impegni che il governo vorrà prendere nei confronti della montagna e della realtà alpina, e degli importanti tavoli tecnici appena avviati per la Valle d’Aosta”, attribuendo anche “molta attenzione al Ristori 5, verso il quale c’è tanta aspettativa nel nostro territorio, e una considerazione importante auspichiamo per le politiche della montagna anche nel Recovery”. 

10,35 – Con il gruppo delle Autonomie e il gruppo Misto del Senato è comincia la seconda giornata di consultazioni. Il primo gruppo, Autonomie del Senato Svp Patt e Uv, in base agli incarichi ufficiali dei gruppi, era guidato da Julia Unterberger, Albert Laniece, Gianclaudio Bressa; il secondo è stato il gruppo Misto del Senaro, guidato da Loredana De Petris, Pietro Grasso e Sandro Ruotolo.

Al momento M5s, Pd e Leu hanno annunciato che confermeranno Conte, per dar vita a un ter. Stessa proposta dovrebbe giungere dal neonato gruppo al Senato, Europeisti-Maie-Centrodemocratico. La consistenza numerica dei componenti di questa coalizione, però, almeno per il momento non garantirebbe la maggioranza assoluta senza il sostegno di Italia viva. E allora perchè il puzzle di questa crisi al buio cominci a definirsi occorrerà ascoltare i rappresentanti del partito di Matteo Renzi.

Da quel momento si apre un ventaglio di possibilità. In teoria, pallottoliere alla mano, se Iv non ponesse veti su Conte nulla vieterebbe di reincaricarlo già entro il fine settimana. In caso contrario, ci si comincerebbe ad addentrare in terre sconosciute.

Del resto, non per caso lo scenario che si aprirebbe sarebbe quello del mandato ‘esplorativo’, rispetto a un perimetro comunque ben definito, formula peraltro messa in campo per primo proprio da Mattarella. Così, se il Conte ter non avesse futuro, il Presidente della Repubblica potrebbe prendersi una rapida pausa di riflessione, convocare un secondo giro di consultazioni, conferire un incarico esplorativo a una figura istituzionale (si parla di Fico, stando almeno ai rumors che arrivano dai partiti) se non anche a chi, al termine dell’esplorazione, possa a sua volta risultare incaricato.

I partiti, si diceva. Da loro si attende chiarezza: al Colle si gioca a carte scoperte dopo le schermaglie via interviste e social. E chiarezza arriva da un altro teatro importante, quello dei fatidici ‘mercati’, dove l’andamento dell’altrettanto fatidico spread ha punteggiato in passato drammatici cambi di scena. Questa crisi in tempi di covid pare non preoccuparli, i mercati, visto che lo spread ieri ha chiuso (118 punti) pressochè stabile rispetto al giorno precedente. 

Un dato che, letto con altre lenti, porta a pensare che l’opzione delle elezioni anticipate come unico sbocco sia considerata improbabile. Anche questo, un tassello verso la composizione del puzzle

(Agi)

Redazione

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