Clara Schiavoni ed il romanzo storico nelle Marche

Clara Schiavoni ed il romanzo storico nelle Marche

Clara Schiavoni ed il romanzo storico nelle Marche. Viaggio nel Medioevo con una guida d’altri tempi

di Silvia Tamburriello

L’incontro con Clara Schiavoni, una laurea in sociologia, insegnante e scrittrice, non è solo con una autrice, non è solo con i suoi libri.  

Grazie ai suoi romanzi entriamo nel Medioevo, con una particolare “personaggia” che nelle pagine ci accompagna conducendoci per mano, nel suo periodo, nella sua vita.

Conosciamo Clara Schiavoni, e le chiediamo le origini della sua passione.

La sua voglia di raccontare, attraverso romanzi storici, nasce da molto lontano nel tempo. Come è scoccata la scintilla che ha ispirato Clara a scrivere romanzi storici? 

La scintilla a scrivere romanzi storici è nata dalla mia passione per la storia in generale, ed in particolare per un periodo che è il Medioevo. Dalle letture e dallo studio di saggi su questa epoca è nato il desiderio di approfondire la conoscenza di una famiglia di Camerino, che ha governato questa città dal 1250 al 1350, i Da Varano.

È un interesse presente in me fin da piccola, essendo nata vicino a Camerino e avendo sempre sentito parlare di questa famiglia o di certi personaggi della stessa, la cui storia si è tramandata anche oralmente nelle località vicine a Camerino. Ho cominciato quindi a leggere documentazione storica, a studiarla, fino a quando ho incontrato un personaggio, una nobile che aveva sposato un Da Varano, la quale ha suscitato in me molta curiosità per gli eventi della sua vita, e mi sono quindi buttata a capofitto a studiarla.

Da lì è nato il primo romanzo storico sulla casa Da Varano, e poi il sequel, sempre sull’affascinante figura di Elisabetta da Varano.

Qual è l’argomento portante della sua narrazione, cosa ha voluto raccontare nei suoi romanzi?

Allontanandomi dall’idea del saggio su casa Varano, ed avendo incontrato Elisabetta Malatesta Varano, mi sono trovata a raccontare una esperienza di vita, quella di una donna “antica” in riferimento al secolo in cui è vissuta, ma che poi si è rivelata, nelle sue vicissitudini, una donna molto moderna.

Mi sono quindi trovata a raccontare la sua personalità, il suo saper reagire agli ostacoli che si frappongono nella vita di tutti, e anche nella sua, in modo molto particolare e molto forte, il suo saper risalire sempre a gestire le situazioni ponendosi obiettivi nuovi. Ed è stata proprio Elisabetta a portarmici, per mano, quasi mutando pelle, nella sua storia iniziata come una giovane sposa ingenua, che viveva tra gli agi di una corte, per poi ritrovarci una “virago” (termine coniato nel 1800 dallo storico svizzero Jacob Burckhardt per delineare certe figure femminili medioevali che hanno saputo portare avanti la propria famiglia con coraggio, a volte anche usando le armi).

Elisabetta non ha mai usato le armi ma posso dire che ha usato le armi della emotività, del coraggio, del saper andare avanti per salvare i suoi figli e la sua famiglia. Ho raccontato quindi la storia di una persona che si è trovata, suo malgrado, a vivere in un secolo bellicoso, nel mezzo di un periodo terribile per la vita delle Marche, in cui si scontravano fazioni diverse, per la conquista del suo territorio, e di certi punti strategici marchigiani, uscendone protagonista vittoriosa.

CLARA ALLA ROCCA VARANO”

Quindi la storia di Elisabetta da Varano raccontata da Clara Schiavoni è quella di una donna che, in quei tempi, ha voluto essere protagonista del suo tempo. Clara, quanto si è immedesimata nei suoi personaggi?

Moltissimo, questo succede a tutti gli autori, sia quelli di letteratura moderna ma soprattutto nella letteratura storica. Ciò che avviene è un transfert e un controtransfert: il personaggio è un po’ come se ti prendesse per mano e ti accompagnasse nelle stagioni della sua vita, che a livello introspettivo comunque porta a galla certi aspetti della tua stessa vita. Quindi è un prendersi per mano reciproco e l’immedesimazione è totale. E deve essere così, perché nei momenti in cui devi andare a caratterizzare il personaggio, sviluppare le sue sensazioni, ciò che ha provato in certi momenti, tu devi essere in lei e quindi c’è una immedesimazione completa.

Quando parla del personaggio che prende per mano l’autore mi fa un po’ pensare a Virgilio, che prende per mano Dante e lo porta nei gironi danteschi. In un certo senso questo transfert e controtransfert forse è avvenuto anche per la stesura della Divina Commedia?

Certo, quello a livello eccelso ovviamente, comunque è quello che succede. Anche parlando con altre colleghe scrittrici, anche loro hanno sperimentato questo: una immedesimazione profonda, tanto che perdi anche la nozione del tempo, è come se il tempo non esistesse più.

Anche perché questi grandi personaggi che ci hanno preceduto nei secoli, come dice una grande autrice italiana, Maria Bellonci, fanno parte nel nostro nucleo più profondo, sono dentro di noi, non sono una categoria a parte, e ce li sentiamo vicini, in un tempo che quasi si annienta.

Si vive un eterno presente.

La figura di Elisabetta ti ha presa, ti ha “portato per mano” e ti ha dato modo di raccontarla nei tuoi romanzi. Diamo allora i riferimenti dell’ampio panorama della sua produzione. Dove possiamo trovare grazie a te Elisabetta da Varano?

Nell’ottobre scorso ho ripubblicato in autoproduzione su Amazon i libri, che sono:
“Elisabetta Malatesta Varano – Sono tornata – l’amore il dolore il potere l’amore” Questo è il libro primo. Il sequel è “Elisabetta Malatesta Varano – Saprò ricominciare – la gloria il dolore lo Spirito”. E ancora per un po’ sono in offerta natalizia sia in versione cartacea che digitale.

“LIBRI INSIEME”

Sulle esperienze narrative editoriali devo aggiungere gli miei altri titoli.

Il primo è un memoir, “Il viaggio del mio cuore – parlando con Susan”.

Da un viaggio in Scozia e la conoscenza con un libro che mi ha “chiamato dallo scaffale” su cui si trovava, è scaturita la conoscenza con la sua scrittrice che mi ha aperto un mondo.

Siamo diventati amiche, e grazie a Susan Phoenix, l’autrice del libro che ho comprato in Scozia, e a cui ho risposto con il mio memoir, ho intrapreso un cammino spirituale.

Probabilmente perché quello era il momento in cui il libro in Scozia mi doveva chiamare, e il momento in cui dovevo cominciare questo percorso di approfondimento del sé.  

Poi è arrivato “Donne nell’Universo, note di un unico canto”, sette racconti su sette donne che io ho conosciuto e che mi hanno colpito per la loro resilienza.

Mi sono dedicata anche alla letteratura per bambini, con “L’isola dei colori – diventare Uno per vincere il male” che ha vinto parecchi premi, e “Lillo e bianco, due gattini fratellini”.

La ricerca storica è stato un percorso impegnativo e fondamentale nella realizzazione delle sue opere. Cosa ha appreso di nuovo durante le sue ricerche per l’ambientazione e il contesto?

Per scrivere romanzi storici serve una ricerca storica sul periodo in cui il libro è ambientato.

Nel mio caso è il 1400, un secolo meraviglioso, che ha portato al Rinascimento, ma è stato anche un secolo di terribilità, di scontri tra i vari stati italiani, per l’egemonia sul suolo italiano.

Su questi scontri storici avvenuti nelle Marche c’è un’ampia gamma di documentazione. È stato uno studio pesante, è stato tutto un valzer di accordi, di disaccordi, di alleanze e tradimenti, di battaglie sul suolo marchigiano. In questo modo ho appreso con amore e con passione molto della storia medievale marchigiana, una storia che a scuola non si studia.  La storia delle nostre città. Nel 1400 c’erano solo 5 città maggiori: tra cui Camerino,

Altre città, che ora sono molto importanti, quella volta quasi erano inesistenti, sia per la situazione del periodo sia per motivi territoriali, perché la costa era malsana, per cui tutta la vita si svolgeva all’interno, una cosa che oggi sembra impossibile,

Prendiamo ad esempio Camerino. Se anche non si tiene conto del suo attuale periodo particolare, perché dissestata dal sisma, se non si conoscesse la storia non si saprebbe che è stata una grandissima città e che è stata anche provincia, fino agli inizi del 1800, e ne esiste la documentazione.

Per un romanzo storico servono anche le ambientazioni, ovvero il riproporre tutto il modo di vivere del periodo, in questo caso nel 1400, dagli interni delle abitazioni al vestiario, all’illuminazione, al modo di mangiare, alle strade esistenti, alle attività lavorative.

E poi gli esterni, che per fortuna per la zona di cui io parlo sono rimasti identici nei secoli.

Se si percorrere la strada Civitanova-Roma, da Tolentino in poi il paesaggio è rimasto intatto quindi un viaggio in quelle zone è proprio un reimmergersi nella storia.

“Tutto torna …” di Sara Pater

Quando si parla di ricerca ormai siamo abituati a cercare informazioni su internet, da casa, Invece Clara Schiavoni dove è andata a fare le sue ricerche?

Internet non l’ho usato quasi mai se non il Dizionario Biografico della Treccani, ho invece continuamente girato tra biblioteche e archivi. Non è sempre facile entrare negli archivi, ho sfruttato uno spread di coincidenze e di conoscenze per cui sono riuscita ad avere documentazione anche dall’Archivio Storico Segreto del Vaticano, perché i documenti si trovano negli archivi

C’è qualche Archivio, qualche Biblioteca che può e vuole nominare? Perché io, ad esempio, personalmente non saprei neanche da dove cominciare per andare per archivi …

La prima è stata la Biblioteca Comunale Valentiniana di Camerino.

Mi sono quindi documentata dalle opere di Camillo Lilii, uno storico marchigiano che ha scritto la storia di Camerino e poi presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro, poiché Olivieri, uno storico del passato, ha scritto sulla madre di Elisabetta e sui personaggi di cui mi serviva documentazione.

Dalle note di questi documenti sono emersi altri punti di ricerca, e quindi sono andata alla biblioteca di Ferrara, in quanto il ramo dei Varano continua a Ferrara, e anche a Modena.

Oltre che per biblioteche sono andata per archivi, principalmente ed inizialmente l’Archivio storico di Macerata e quello di Camerino.

Ci sono poi gli archivi delle varie diocesi, come quello della Diocesi di Camerino.

Mi muovevo quindi a cercare i luoghi dove riuscivo a capire che ci poteva essere un documento.

Su questo mi ha aiutato molto lo storico per eccellenza dei Varano, il professore camerte Pier Luigi Falaschi. Appena gli facevo sapere che avevo bisogno di un approfondimento su Elisabetta Malatesta Varano subito mi indicava dove potevo andare.

Ho anche trovato molto nelle epistole, nel carteggio epistolare tra le donne, perché i tre quarti degli affari politici dell’Italia del 1400 sono stati realizzati dalle donne nobili, che hanno avuto una grande influenza nelle decisioni politiche.

Epistole che ho cercato e trovato nei posti più disparati.

Ad esempio, quelle che parlano di Camerino le ho dovute andare a cercare a Modena oppure a Mantova, dove mi sono recata per poter leggere il documento.

E quindi il tuo viaggio il viaggio è stato nello spazio oltre che nel tempo. Clara, mi viene anche da pensare ad una cosa oggi scontata, ma non tanto nei secoli passati: a quel tempo quanti sapevano scrivere?

Il ceto nobile era colto e anche quello della borghesia. Qui stiamo parlando di personaggi appartenenti al ceto nobile che non solo sapevano scrivere ma sapevano di latino, di greco, di filosofia, di retorica, e anche di astrologia importantissima nel Medioevo.

 Il popolo minuto era analfabeta.

Cosa lega Elisabetta e gli altri personaggi dei romanzi di Clara Schiavoni, e le trame da lei descritte, alla società di oggi? Cosa c’è di attuale nei personaggi?

Posso identificare l’attualità dei personaggi con i sentimenti che loro stessi hanno provato. Perché i sentimenti sono universali e atemporali, e mi riferisco a quello che possono aver provato i miei personaggi, ovvero tutto l’universo femminile che ruota intorno anche a Elisabetta. Con un momento di concentrazione massima puoi scoprire quali sono stati i loro sentimenti, sia nel dolore che nella gioia. Ho scoperto questa condizione umana, che poi non è una scoperta, cioè che l’uomo è stato sempre lo stesso, se andiamo a guardare i sentimenti e lotte di potere. Posso dire che Elisabetta è moderna e attuale perché in un periodo storico in cui si deve parlare soltanto di donna “custodita” da un “dominus” (inizialmente il padre, i fratelli se c’erano, e poi il marito) Elisabetta invece ha fatto suo il concetto di libertà e grazie a questa libertà ha potuto raggiungere i suoi obiettivi. Questa è l’attualità, la storia dell’uomo che è sempre identica.

Un’ultima domanda a una donna moderna che ha preso da Elisabetta da Varano, e che non riesce a stare ferma, anche in un periodo come questo in cui molte attività si fermano.

Quali sono i nuovi progetti di Clara Schiavoni?

Come dico di Elisabetta, che “mi ha chiamata”, ora sono alle prese con un’altra “personaggia” storica “che mi ha chiamata”, e guarda caso è la zia di Elisabetta. Non posso svelarne ancora il nome, ma posso affermare che sono molto coinvolta in questo personaggio e nella sua storia, anch’essa particolare.  Attualmente, a causa del Covid, è molto difficile reperire documenti quindi mi devo arrangiare con amiche storiche che mi aiutano nei modi che possono. Comunque sono dentro questa nuova ricerca, sono all’inizio di questo nuovo romanzo storico, sempre ambientato nel 1400.

Benissimo, allora ci incontreremo di nuovo, per sapere di più della sua nuova “personaggia”. E per raccontare ancora di questa terra.

Grazie Clara, a presto!

Per contatti, informazioni e libri della scrittrice Clara Schiavoni: https://www.claraschiavoni.it

 

Antonio Peragine

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