Voto universale

Voto universale

Di Giorgio Brignola

Il voto politico degli italiani all’estero resta ancora per posta. Solo si passerà dalla quota”18” a “12” parlamentari eleggibili. Eppure, certe incongruenze non ci sono sfuggite. Avremmo visto positivamente la modifica di questa Circoscrizione Estero che non ci ha mai convinto. Nel frattempo, certi Parlamentari sono migrati in altre formazioni politiche e chi li ha votati, non s’identifica più nel partito che li ha accolti o che hanno fondato. Meglio, quindi, prospettare tutta la questione tramite il varo del voto “unico”; quello che avevamo ipotizzato già da qualche tempo. In altri termini, i Connazionali all’estero dovrebbero essere messi nelle condizioni di votare presso le nostre sedi consolari o, ancora migliore, per via elettronica. Con questa premessa, sempre meno peregrina, potrebbe anche trovare spazio un Partito capace d’autonomia politica e con la possibilità di aderire, al momento opportuno, ad alleanze, anche di governo, meno implicate. E’ inutile negarlo: i rappresentanti dei Partiti espongono in modo differente le loro motivazioni. Tutti sono, però, d’accordo che cambiare non è impossibile. Su questa realtà ci siamo pronunciati da almeno due anni. Manca, ancora, la volontà politica per farlo. Ci vuole una nuova normativa elettorale che consenta, tra l’altro, anche un diverso esercizio del voto. Insomma, come abbiamo più volte scritto, persino la Legge Tremaglia sarebbe da “aggiornare”.

Giorgio Brignola

Redazione

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