La crisi

La crisi

Di Giorgio Brignola

Giusto è essere contro gli sprechi, ma in modo obiettivo. Là dove sono presenti, bisogna tagliare, ma se non ci sono, ogni taglio può essere traumatico. Per il passato, in pratica sino allo scorso anno, i “freni” erano, in parte, sostenuti tra partiti e forze sociali Ora, tutto si è adeguato a una realtà che non ha tenuto conto delle tangibili problematiche dell’economia italiana. La pandemia ha fatto la sua parte. Dai tagli programmati, si potrebbe passare a quelli generalizzati. Ma la strada è rimasta in salita; anche perché ci si è reso conto che gli “spreconi”sono proprio gli enti pubblici, piccoli o grandi, della Repubblica. Insomma, fare della filosofia sugli sprechi, che indubbiamente ci sono, è possibile. Tutt’altra cosa è il riuscire a eliminarli. Ciò proprio per le differenti realtà economiche delle varie regioni d’Italia che, senza tirare in ballo lo spirito federalista, non consente comparazioni e giuste valutazioni su quello che serve e su quello che si butta. Questo Esecutivo avrà da affrontare più problemi. L’economia resta la prima donna dei bilanci familiari. Chi ha ancora qualcosa evita di spendere per il timore di non poter far fronte all’immediato futuro. Così, la macchina economica resta inceppata proprio per il calo di liquidità. Necessariamente, data l’aria che tira, si andranno a penalizzare le oggettività più importanti. Almeno secondo noi. Cioè lavoro, pensioni, istruzione e sanità. Dato che il peggio non è passato, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità, anche politica, per non vanificare le privazioni che non ci lasceremo alle spalle. Insomma, più che una Pax Politica, il Paese avrebbe bisogno di una Pax Economica. Come a scrivere che oltre ai “tagli” si dovranno trovare nuove scelte per evitare la possibilità, meno remota di quanto possa apparire, di una ripresa della recessione.

Giorgio Brignola

Redazione

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