Il peggio della politica

Il peggio della politica

Di Giorgio Brignola

Nella Penisola, gli ottimisti della politica sono scomparsi. I pessimisti, invece, sono aumentati. Però, pur non disconoscendo un certo imbarazzo, non ci sentiamo di sposare unicamente il pessimismo. Preferiamo mantenere, nei limiti del ragionevole, una posizione “intermedia”. Insomma, dalla recessione si può uscire; basta avere un Esecutivo capace di porsi certi obiettivi e con un Parlamento che lo sostenga. Il difficile è trovare gli uomini per quest’ipotetico governo. Purtroppo, alcuni problemi non possono essere disgiunti da quelli politici. Sfortunatamente, è proprio in politica che facciamo difetto. I “compromessi” non sono più in auge, ma l’intesa di programma, almeno per quanto c’è noto, potrebbe non “durare” più di tanto. Non tutti i politici della “vecchia” guardia sono inaffidabili. Per quelli della “nuova” preferiamo esprimerci una volta che li avremo visti all’opera. Risanare la politica nazionale sarebbe un mezzo per evitare altre polemiche. Siamo per i piccoli passi. L’importante è, però, farli. Per evitare il peggio, ci vorrebbe un “prodigio”. Ma i politici, per nostra disgrazia, non sono capaci di farlo. Per l’Italia, non scorgiamo una ripresa coesa. D’errori di percorso ce ne sono stati parecchi. Basta con i “silenzi” che feriscono di più delle “parole.”. Ora potrebbero maturare i tempi per assodare se il “peggio” della politica abbia toccato il fondo.

Giorgio Brignola

Redazione

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