di Paolo Pagliaro

 La timida  crescita dell’occupazione giovanile registrata negli ultimi sei anni  è stata completamente cancellata negli ultimi  sei mesi.  Nel 2020 hanno perso il lavoro 841 mila persone, in maggioranza donne. I disoccupati ora sono 2 milioni e mezzo. I precari 3 milioni e 120 mila. Il 12% di chi riceve un salario fa comunque fatica ad  arrivare alla fine del mese. I dati elaborati dall’Osservatorio della Fondazione Feltrinelli  fotografano l’emergenza sociale in corso.

L’Annale che la Fondazione dedica al lavoro e alla grande trasformazione indotta dalla rivoluzione tecnologica, contiene diverse analisi sull’impatto della pandemia.  Ma non ci sono solo numeri sconfortanti. In questi mesi, l’Italia ha mostrato di avere anche numerosi  punti di forza che il sociologo  Federico Butera elenca nel libro curato da Enzo Mingione.
Ci consente di guardare con fiducia al domani il sistema professionale del mondo sanitario, della sicurezza, dell’istruzione, della logistica, dei servizi pubblici, della grande distribuzione, che in questi mesi hanno mostrato – sia nelle mansioni più titolate sia in quelle più umili – uno straordinario spessore deontologico e tecnico. Un altro punto di forza è la  vitalità del terzo settore, che si è preso in carico molte emergenze. Poi ci sono le eccellenze delle migliori grandi e medie imprese, con le loro reti e le loro tecnologie.

Ci sono i sindacati, che hanno difeso insieme le aziende e la salute dei lavoratori. Ci sono  organizzazioni pubbliche come la Protezione Civile, le forze di polizia, alcune amministrazioni regionali, molti Comuni. C’è il comportamento consapevole e disciplinato della stragrande maggioranza dei cittadini. Partendo da qui , è la tesi dell’Annale Feltrinelli,  l’Italia si rimetterà in piedi.   

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