Quando il rinnovamento?

A conti fatti, la nostra Repubblica ha 70 anni. Per i primi cinquanta, i mutamenti politici sono stati lenti. Per mezzo secolo, tra ricostruzione, boom economico e congiuntura negativa, i partiti sono rimasti gli stessi. Negli uomini e nei programmi. L’evoluzione socio/politica ci ha abituato a vivere la realtà del “momento”. Ce ne sono resi conti tutti; anche se in tempi differenti.

Col nuovo Millennio, l’Italia non è stata più stata la stessa. Più di quindici anni di “demotivazioni” in salita. Dopo il tramonto della Prima Repubblica, la Seconda avuto vita assai più breve; poco più di una decina d’anni. Ora, il Paese soffre per una transizione da analizzare con molta attenzione. Con alle spalle tre Esecutivi, di cui uno meramente “tecnico”, è difficile fare raffronti politici. Col Governo Renzi, la Repubblica affronta uno dei periodi più complessi della sua esistenza. Tra luci ed ombre, un sistema politico si è logorato. Comprendere la situazione della Penisola è difficile. Quando s’evidenziano problemi di sopravvivenza, c’è poco da riproporre la “filosofia” della intese. Governare il Bel Paese è più difficile che nel secolo scorso.

Se si tornasse alle urne, con una legge elettorale più consona alle nostre esigenze, il Paese potrebbe trovarsi a una svolta. L’Italia, in ogni caso, è già cambiata. Cambiata in maniera irreversibile. Forse, siamo diventati più “europei” ma, certamente meno ”possibilisti”. Meno partecipi della nostra cultura, ma più informati sui sacrifici male accettati, perché imposti e, spesso, inutili. Gli eventuali effetti positivi, se ci saranno, potranno essere verificati con la prossima Legislatura; che pensiamo diversa dall’attuale. L’Esecutivo Renzi dovrebbe reggere sino al 2018. Il futuro, almeno quello prossimo, ci riserverà altre amarezze. Se oggi ci troviamo dove siamo, nel bene come nel male, non resta che guardarci indietro. I cambiamenti politici non nascono dal nulla. Il loro seme era già presente a fine 1900.

Col 2000, sono venuti a mancare interlocutori capaci di garantire il rinnovamento dello spirito repubblicano che era nel cuore dell’Assemblea Costituente nel 1947. La nostra sensazione, per la carità, non vuol essere celata nostalgia per tempi che non torneranno più. Solo intendiamo essere più compartecipi con la vita della Repubblica nella quale poniamo la nostra totale fiducia. Anche se non tutti i suoi uomini, d’apparente spicco, la meriterebbero. Con questa Legislatura, varata con regole che si vorrebbero cambiare, si andranno a rivivere tanti atteggiamenti politici nazionali che ci hanno disorientato.

L’era Renziana potrebbe, però, durare solo sino alla fine d’anno. Giusto il tempo per sciogliere il “nodo” della nuova Legge Elettorale. Una filosofia politica tramonta e una nuova si andrà a evidenziare nei prossimi anni. Vedremo, certo con inquietudine, se sarà preferita la “discontinuità”. In ogni  caso, il nostro impegno informativo continua. Le intuizioni che abbiamo saranno poche, ma molto chiare.

Giorgio Brignola

Antonio Peragine

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