Il partito che non c’è

Il partito che non c’è

Di Giorgio Brignola

Scrivere sull’attuale momento politico italiano è difficile; anche per noi che ci interessiamo del problema dal 1960. Da qualche tempo, le”questioni” si sono ulteriormente complicate. Le alleanze politiche, anche se il nome è inadeguato, sono molto diverse che per il passato. Certi partiti hanno fatto il loro tempo. Del resto, fare politica come quella che c’è rifilata oggi non cambia questa nostra spiacevole impressione. Nelle faccende di partito il “lavoro” non manca mai. Prenderne atto, a nostro avviso, non basta più. Ci vorrebbero delle proposte costruttive lontane dalle polemiche già ben note. Scriverlo è semplice. Realizzarle resta, oggettivamente, difficile. Ci sono troppi lacci che legano le poche, iniziative praticabili con gli accordi sempre più relativi. Senza sottovalutare la Pandemia che ci opprime. Se bastassero le esternazioni, problemi ne avremmo di meno. Ciascuno dice la sua, ma la Penisola continua il suo peggioramento. Per cambiare, ci vorrebbero uomini politici che non abbiamo, o che non si sono ancora palesati. Per andare “Contro Corrente”, basterebbe, appunto, essere coerenti con le reali necessità del Paese. Manca, infatti, un riferimento con cui tirare avanti senza compromessi politici perché, ovviamente, non servono. Ciò di cui sentiamo l’esigenza, è l’”equilibrio” di una politica per il bene della Penisola e non a favore dei partiti. Auspichiamo che qualcuno prenda consapevolezza di quanto serve realmente al Paese. I tempi sono misurati e la nostra situazione nazionale è ben “oltre” i limiti fisiologici di una politica coesa con le reali necessità del Paese.

Giorgio Brignola

Redazione

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