Democrazia partecipativa

Democrazia partecipativa

Di Giorgio Brignola

Tutto in politica si può riconsiderare. Il principio che, invece, non dovrebbe essere mai variato è, e resta, la Democrazia Partecipativa. Anche con una nuova legge elettorale, spetta sempre al cittadino scegliere chi amministrerà il Paese. Anche se, ora, una coerente Maggioranza di Governo resta problematica; almeno per i fini che ci sono noti. Si dovrebbe, invece, esaminare la consapevolezza di Democrazia Partecipativa. Del resto, la nostra Costituzione è assai chiara sotto questo profilo. Infatti, il cittadino, per le opportune vie, può proporre al Parlamento d’elaborare provvedimenti d’iniziativa popolare. Spetta, sempre, al Popolo sollecitare il Potere Legislativo a formulare rimedi urgenti e può, ancora, con un referendum, compensare le eventuali insufficienze normative. Di certo, gli italiani hanno un senso della politica partecipativa meno evoluta d’altri cittadini UE. Però, i segnali ci sono stati ed è meglio non scordarli. Del resto, quanto abbiamo segnalato, non rappresenta che una sintesi di una riflessione e della validità dei suoi contenuti che, poi, potrebbero essere traghettati in Parlamento. Quindi, ancora una volta, e con l’esperienza d’oltre mezzo secolo d’analisi del nostro panorama politico nazionale, proponiamo a chi ci legge, di delegare meno e fare fronte, con maggiore partecipazione, ai provvedimenti vitali per il Paese; esaltando, quindi, una sorta di politica partecipativa. Dalla nostra parte c’è “Progetto Radici”. Il tempo non manca; anche se dubitiamo, per quanto premesso, che questo Esecutivo sia in grado di sostenere quanto abbiamo auspicato. La pandemia non è un’attenuante. Del resto, in politica fare delle supposizioni sulla “vita” delle alleanze non è mai servito se non a costatarne, in seguito, i dannosi effetti. Giorgio Brignola

Redazione

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