La Svezia ,la libertà e la pandemia:aggiornamento sulla situazione attuale

La Svezia ,la libertà e la pandemia:aggiornamento sulla situazione attuale

Di Annalisa Spinelli
Ormai voi tutti sapete che La Svezia è stata l’unico Paese Europeo e tra i pochissimi al mondo a prendere una decisione a ritroso rispetto a tutti gli altri.Andare in un’altra direzione, essere fuori dal coro è rischioso, incomprensibile e a volte avventato.Spesso mi hanno chiesto i motivi di questa scelta  e come si vive in un Paese dove non c’è mai stato il lockdown.
Prima di cercare di spiegarvi i motivi che sottendono questa scelta o, meglio, prima di cercare di analizzarli per capire insieme, è doveroso partire dalla fine, ossia qualche giorno fa.

Lunedì 16 novembre rappresenta una data importante per la Svezia, lo spartiacque tra il prima e dopo. Il prima sono le raccomandazioni, il dopo le norme.
Infatti il primo Ministro  Stefan Löfven ha parlato alla Nazione, di nuovo, e ha annunciato che a far data dal 24 novembre qualsiasi manifestazione pubblica ( ma anche privata anche se qui si e’ aperta un’interpretazione piuttosto contraddittoria a riguardo) non potrà avere più di 8 persone. Ma la particolarità è che questa decisione non è più una raccomandazione ma diventerà una vera e propria norma, dunque con tutti i caratteri della coercizione e degli effetti giuridici che ne conseguono.Infatti, Il nuovo limite fa parte della legge sull’Ordine Pubblico e quindi  a far data dal prossimo 24 novembre e con efficacia iniziale per quattro settimane, sarà una norma a tutti gli effetti e non una raccomandazione come molte delle misure svedesi sul coronavirus. Le persone che violeranno la norma saranno soggette a multe o addirittura  potrebbero essere soggette alla reclusione fino a sei mesi. Ma bisognerà aspettare fino al 24 novembre per capire quali misure sanzionatorie applicare in caso di una sua violazione.
La norma, a mio avviso rappresenta, altresì, una pietra miliare per la cultura e nella cultura svedese. Fino a lunedì esistevano solo le Raccomandazioni.  Vi chiederete, dunque, cosa siano? Esse non sono altro che suggerimenti, anzi ” caldi ” suggerimenti, come dicono qui in Svezia, cioè consigli di ordine non vincolante, senza forza giuridica ma solo di tipo morale. Per gli svedesi, o per la maggior parte, anche se privi di forza giuridica le Raccomandazioni rappresentano dei precetti da rispettare. Punto e Basta.

Il rispetto e la fiducia reciproca in questa grande Nazione e’ tale che basta una Raccomandazione affinché si rispetti quel suggerimento a tenere o non tenere un determinato comportamento, perché esiste una fiducia  generale e di base che ogni persona rispetterà questo suggerimento che arriva dallo Stato e dunque va ascoltato. La fiducia e il rispetto nello Stato e’ totale. Loro si fidano e basta.

Questo reciproco rispetto genera non solo fiducia verso l’altro ma anche verso lo Stato che manifesta di rispettare le libertà degli individui, lasciando loro la decisione finale su cosa fare e come fare, aspettandosi tuttavia che si risponda positivamente, come sempre è stato fatto. Una sorta di libero arbitrio orientato con semplici suggerimenti, direi.Questo genera un clima positivo, rilassato e

Le raccomandazioni trovano tuttavia la loro giustificazione” giuridica”, se così molto ampiamente posso dire, dato che non sono norme, sul fatto che  a “dirigere” la situazione della pandemia in Svezia non e’ stato governo, ma l’epidemiologo di stato Anders Tegnell.
E’ lui che ha deciso come e cosa fare, quali raccomandazioni prendere e la linea di condotta. E ancora a lui che si “deve” se la Svezia non ha ancora adottato una linea riguardo l’uso delle mascherine, che qui non sono appunto raccomandate ( ottenendo un recente richiamo da parte del OMS.)
Infatti, in tempo di pace, in Svezia, per la separazione dei poteri dello Stato, in caso di pandemia e’ Folkhälsomyndheten FHM ( l’Agenzia della Sanità Pubblica Svedese)  a prendere le decisioni e non il governo.( E Tegnell e’ a capo di questa Agenzia).
Ma il Governo già prima dell’estate aveva chiesto una delega al Parlamento, che sta iniziando di fatto ad usare.

Dunque, dicevo le raccomandazioni hanno  in parte funzionato fino a qualche settimana fa.
Cosa e’ cambiato? La curva che fino a metà ottobre si era mantenuta “piuttosto” sotto controllo, nelle ultime settimane e’ iniziata a salire bruscamente, abbiamo avuto migliaia di contagiati al giorno anche qui, gli ospedali stanno arrivando alla saturazione. E dunque urgevano misure differenti, le raccomandazioni non sono state più’ sufficienti, perché?

Ma facciamo un passo indietro: a marzo  la Svezia aveva adottato insieme alla raccomandazione della distanza sociale e del lavarsi le mani, altre misure come il limite a 50 persone per eventi pubblici e privati, oltre a chiudere inizialmente cinema, teatri e palestre e portare i licei e università’ a un insegnamento a distanza. Le aziende avrebbero favorito dove fosse possibile il lavoro da casa. Ovviamente si raccomandava di evitare gli spostamenti, di evitare i mezzi pubblici per quanto possibile e spostarsi in bici. E di stare a casa con sintomi anche blandi, e di aspettare 48 ore prima di tornare al lavoro/scuola. Il tutto mentre ci si avvicinava alla ” bella stagione”.

Tutto questo mentre il mondo si blindava e io ero sotto shock ( come tutti) In Svezia l’alternativa al lockdown  si realizzava in questo modo  e sebbene i morti siano stati tanti, anzi troppi soprattutto se paragonati agli altri Paesi del Nord, e lo stesso Tegnell  abbia detto che “si sarebbe potuto fare di più per gli anziani”, il sistema con tante perplessità ” ha retto ” alla prima ondata e con il sistema l’economia del paese. Si e’ parlato, vi ricorderete, dell’esperimento svedese!”.

Ad ottobre forse ci si era illusi che la Svezia poteva reggere e superare la seconda ondata con le stesse Raccomandazioni e così il limite delle 50  persone a marzo, è stato portato a 300 a fine ottobre solo per alcuni tipi di eventi seduti, sebbene diverse Regioni abbiano scelto di mantenere il limite inferiore di 50 e anzi come Uppsala abbiano  alzato la guardia. Poi la situazione e’ rapidamente precipitata un po’ dappertutto e ha fatto scattare l’allarme e così lunedi’ il Primo ministro ha parlato alla Nazione annunciando che era necessario limitare gli eventi pubblici a un massimo di otto persone. Non una Raccomandazione, ribadisco, ma una Norma.

Il divieto si applica a eventi pubblici come concerti, spettacoli e partite sportive, ma non a luoghi come scuole o luoghi di lavoro (o ad incontri privati, ma su questo punto al momento c’è’ ancora una difficoltà’ interpretativa).
Il primo ministro Stefan Löfven ha detto che “non possiamo regolare ogni incontro sociale”, ma ha esortato le persone a seguire il nuovo limite in tutti i tipi di eventi.  Infatti ha aggiunto “non dovrebbero esserci situazioni sociali con più di otto persone anche se non sono formalmente colpite dalla legge. Questa è la nuova norma per l’intera società, per tutta la Svezia.” Inoltre ha aggiunto di ” Non andare in palestra. Non andare in biblioteca. Non cenare. Non fare feste. Annulla “. Insomma una vera doccia fredda, che segue un’altra misura avuta solo pochi giorni fa, quella di non servire più alcolici nei bar e ristoranti dopo le 10.00 di sera”.  Il tutto in un paese dove l’alcol è ancora monopolio di Stato. Dunque capirete l’importanza della cosa.

Mentre sto scrivendo, ho appreso che il ministro dell’istruzione Anna Ekström ha annunciato che dal 23 Novembre le Scuole superiori , i c.d. “Gymnasier”, “avranno anche l’opportunità di condurre l’istruzione a distanza per evitare la congestione nelle scuole”. Tuttavia, ha sottolineato che “le scuole dovrebbero principalmente prendere in considerazione altre misure per consentire di mantenere le distanze… come l’utilizzo di locali alternativi o l’estensione della giornata scolastica”. Il Ministro vuole, quindi che l’apprendimento a distanza venga utilizzato solo se realmente necessario, non solo per decongestionare i mezzi pubblici ma le stesse scuole.
Insomma un po’ alla volta stanno arrivando misure dopo misure, non solo Raccomandazioni perche’ c’e’ bisogno di limitare i danni, contenere la curva, decongestionare gli Ospedali ed evitare quanto più possibile il diffondersi del virus. Purtroppo le solo raccomandazioni non sono state piu’ sufficienti. I motivi? Non lo so. Probabilmente la Società svedese e’ cambiata e’ diventata multirazziale e si è fusa a usanze e modi di fare di altre culture, le nuove generazioni non sono più’ disposte a fare rinunce, si e’ sottovalutato il virus…non lo so, le motivazioni le lascio a voi…io non mi sento di giudicare una Nazione che senza lockdown e’  riuscita ad andare avanti . E parlo delle persone, degli svedesi.

Ovviamente loro ascoltano e si fidano di chi sta gestendo la crisi, ergo Tegnell e se lui ancora adesso si ostina a dire che le mascherine sono inutili,nonostante il richiamo dell’OMS e nonostante illustri voci del Karolinska, l’Ospedale Universitario, che da tempo gridano allo scandalo, non posso e non voglio aggiungere altro.

Ecco perché amo gli svedesi! Perché’ amano la libertà propria e altrui e si fidano, ascoltano e cercano di fare del loro meglio, ma onestamente sono molto contenta che il primo Ministro e quindi il governo si stia riappropriando del suo ruolo. Ecco perché ho parlato della misura annunciata lunedi dal primo ministro come una pietra miliare.

Dal mio punto di vista ( di donna formata sui libri di legge), una vera democrazia esige che in questa situazione a decidere siano i politici ( sentiti gli esperti ovviamente) non perché’ siano i migliori, i più bravi o i più intelligenti ma perché quello e’ il loro ruolo, cioè sono legittimati a farlo perché sono espressione del popolo, lo rappresentano e in quanto tale decidono in suo nome. Il Parlamento e il Governo espressione del Parlamento puo’ decidere, anzi deve decidere, e’ il suo compito, la sua naturale azione e quando ciò non succede io intravedo delle problematiche insite nel seno stesso della democrazia. Ma questo ovviamente e’ la mia opinione di giurista. Ma la questione e’ talmente  cavillosa e lunga che meriterebbe un altro articolo.

Ma, d’altra parte non sta a me, ospite in una Nazione che amo, giudicare un sistema che ha sempre funzionato in questo modo.
Da Stoccolma gli ultimi aggiornamenti.A presto!
Annalisa Spinelli – Stoccolma

Redazione

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