La quiete dopo la tempesta Intervista a Danila De Lucia

La quiete dopo la tempesta Intervista a Danila De Lucia

Di Daniela Piesco

Vice Direttore www.progetto-radici.it

Che cos’è la politica? Kenneth Minogue cominciò la sua riflessione dalle società greca e romana: laddove la discussione politica, per come la conosciamo in Occidente, ha avuto inizio. Di fatto le idee e i concetti elaborati allora determinano ancora oggi il perimetro del dibattito: dalla cittadinanza al patriottismo, dall’individualismo al senso della comunità
 Minogue delineò alcune grandi tendenze che caratterizzano l’epoca moderna. Tra queste, il conferimento di un ruolo sempre maggiore allo Stato, che riduce gli spazi di autonomia della persona e cambia in profondità obiettivi e ambizioni della politica. Inoltre l’illustre filosofo esaminò soprattutto le conseguenze negative dell’egualitarismo (che comporta una crescente deresponsabilizzazione degli individui) e dell’idealismo politico (che con le buone intenzioni apre la strada al potere dispotico).Per l’autore, l’ordine giuridico-politico non può soddisfare le esigenze fondamentali della persona umana: ha unicamente il compito di disegnare la cornice istituzionale entro cui gli individui possono provare a essere se stessi.

Ho deciso di parlarne con Danila De Lucia

Danila De Lucia (Benevento, 3 dicembre 1961)  è una politica e giornalista italiana che vive a Benevento.
Alle elezioni politiche del 2018 viene eletta al Senato della Repubblica nel collegio uninominale di Benevento, sostenuta dal Movimento 5 Stelle.

D) Già prima dell’emergenza sanitaria il Paese arrancava con  l’Istat  che certificava ,allora come ora , sistematicamente il calo demografico e quello produttivo, e con l’orizzonte internazionale che appariva ed appare scuro e non solo sul piano economico. Ma la politica italiana si mostra sempre più autoreferenziale, tutta intenta a ridefinire gli assetti istituzionali e gli equilibri di potere.  Una situazione che alimenta i vari giochi tattici di palazzo e le manovre più ardite. Negli anni Settanta si discuteva del rischio di ripetere gli errori della repubblica di Weimar (l’assetto politico-istituzionale della Germania il cui fallimento ha aperto la strada al nazismo) ma il mio timore è che sia quello attuale il momento in cui tale rischio si manifesta più concretamente. Siamo tutti bloccati in attesa di un evento che riesca a scompaginare la situazione. E la storia ci insegna che eventi di questo tipo non portano mai esiti positivi.

Ma come si esce da questa situazione?

R)«Nessuno ha la bacchetta magica ma la scelta compiuta dagli italiani nel 2018, affidando al Movimento 5stelle un risultato straordinario, ha rappresentato un chiaro segnale della volontà di smarcarsi da un certo tipo di politica, quella che ha, appunto  creato l’attuale stato delle cose». 

D)Dopo il tempo del bipolarismo muscolare e quello, rapidamente consumato del tripolarismo, ora siamo in presenza di un bipolarismo di costrizione, come esito di un esperimento fallito -il governo gialloverde- e non come sbocco, sul versante della maggioranza, di una strategia, di una condivisa idea di Paese da perseguire insieme, democratici, pentastellati, “liberi e eguali” e Italia viva.

Si può andare avanti  così  o è il caso di mettere da parte i voli pindarici e i mantra pseudo-identitari?

R)«Fin quando riusciremo a ragionare e approvare provvedimenti che sono alla base dei presupposti sui quali vertono le questioni poste dal Movimento 5 stelle, non ci saranno problemi di tenuta. Il reddito e la pensione di cittadinanza, Quota 100, la legge anticorruzione, l’abolizione della prescrizione, 10.000 assunzioni nelle forze dell’ordine, 1 miliardo e mezzo di euro per il risarcimento ai risparmiatori truffati delle banche, lo stop a nuove trivellazioni nei nostri mari, l’ecobonus per le auto elettriche, 11 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico, la legge salvamare, il taglio dei parlamentari, sono solo alcuni dei risultati ottenuti dal Movimento che cambieranno la vita degli italiani».

D) Veniamo alla pandemia : c’è stata in questi mesi di emergenza, con gli ostacoli generati dall’obbligo costituzionale di rispettare i diritti civili e le proteste dei cittadini che rivendicano le proprie libertà individuali, una “torsione della democrazia”?

R)«È quello che vogliono farci credere, ma non è così: gli italiani si sono comportati in maniera irreprensibile e continuano a farlo. È il fatto in sé, la pandemia, che è un evento straordinario dinanzi al quale tutti ci siamo trovati smarriti, in tutti i Paesi. L’importante è capire quali sono i valori alla base della democrazia e tentare in tutti i modi di sostenerne la sopravvivenza».

 D) Per il 79,2% degli intervistati sono i trasporti pubblici a favorire maggiormente la diffusione del covid.Per il 61,4% e’ la scuola mentre per il 22,4% gli assembramenti dei giovani. Il 13,2% vede in bar e ristoranti il rischio maggiore di contagiarsi e il 9% nei negozi e centri commerciali.

Ebbene le misure introdotte nell’ultimo Dpcm rappresentano il passo inesorabile verso un nuovo lockdown?

R)«Certo, ma non perché si va a scuola o si mangia al ristorante. Il motivo di una diffusione così costante e, anzi, in crescita, è da ricercare, con ogni probabilità sulla mancanza di rispetto delle tre norme basilari che da mesi andiamo predicando: mascherine, lavaggio delle mani e distanziamento. Se veramente tutti rispettassimo con attenzione queste norme di base, probabilmente i dati non sarebbero così allarmanti».

D)In riferimento al DecretoRistori:il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all’epidemia da COVID-19.Il testo interviene con uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, destinati al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, nonché al sostegno dei lavoratori in esse impiegati.

Queste misure serviranno a far risalire la fiducia nel governo che scende al 32,7% (dal 33,6% ,secondo il sondaggio Monitor Italia, condotto da Tecne’ per l’agenzia Dire)?

R)«Questo non è il momento di valutare la tenuta di un governo che si sta impegnando fino all’inverosimile per cercare di sostenere il Paese. È il tempo di ritrovare il dialogo con tutti, con chi veramente ha a cuore le sorti di questa civiltà della quale si narra esclusivamente sottolineando gli aspetti più truci senza dare il giusto spazio a quelle solidarietà e fratellanza che pure sono ampie e diffuse. Al Governo tocca, per dovere, predisporre dei ristori economici per chi viene costretto a limitare la propria attività di sostentamento. Anzi, a giorni verrà varato anche il “Ristori bis” che stanzierà nuovi aiuti per commercianti, ristoratori, partite Iva, modulandoli in base alla geografia delle restrizioni». 

D)Veniamo ad un altro tema caldo quelli degli immigrati. Negli spazi social di Matteo Salvini  va in scena una recita a soggetto in cui cambia il destinatario ma non la pulsione primaria che tutto muove e da cui tutto ha origine: la ricerca costante del capro espiatorio che sia identificabile con quanto di più distante dall’italiano/a medio/a, bianco/a, con famiglia e alle prese con le difficoltà della vita quotidiana ci sia. Se poi agli ostacoli consueti si somma la pandemia, ecco che al gracchiare del disco rotto si aggiunge un nuovo rumore, che sovrasta gli altri perché va a colpire laddove si è senza difese e la razionalità fatica a tenersi salda: la paura di morire, la paura che si ammalino i propri cari, il timore che non ci sia abbastanza posto per poter curare tutti. Così l’untore, colui o colei porta il virus a “casa nostra” non può che essere lo straniero, ancora una volta causa di ogni male.

Quanto incide l’immigrazione sull’emergenza sanitaria?

R)«Nel corso di questi mesi nei quali si è diffusa la pandemia sono stati fatti numerosi studi e ricerche in proposito. I risultati sono stati netti: l’incidenza è limitatissima. Sono stati sicuramente di più gli italiani che rientravano dall’estero, per lavoro o vacanza, i positivi. Se poi vogliamo a tutti i costi diffondere la “paura” legata a tutte le altre questioni che scaturiscono dallo sbarco degli immigrati, è facile fare ricorso al qualunquismo becero».

D)Passiamo alla situazione in Campania la mortalità continua a crescere: si contano 270 decessi dal primo ottobre a ieri, con altre 24 vittime comunicate in queste ore. Di fronte a questa perentoria escalation, il Governo si prepara ad assumere misure straordinarie, mentre si inaspriscono ulteriormente le restrizioni  con la chiusura anche della scuola dell’infanzia. Per ora non ci sarà il lockdown su scala regionale, ha spiegato il Governatore Vincenzo De Luca, per il quale non è praticabile al di fuori di una norma nazionale, tuttavia il Premier starebbe valutando di istituire zone rosse su base provinciale nelle grandi aree metropolitane. Rischiano Milano e Napoli. In questo contesto, l’escalation dei casi rende sempre più decisiva la vaccinazione contro l’influenza (che presenta sintomatologie simili a quelle del Covid). La priorità riguarda per le persone con patologie, gli anziani ultra65enni e i bambini fino a 6 anni.Nel Sannio la situazione non è migliore: il virus  circola in ben  63 Comuni, dove si è contato almeno un contagiato attivo con la seconda ondata.Tale criticità fomenta i contrasti politici dei fronti opposti. Di fatto abbiamo da un lato Mastella che rinnova il suo appoggio incondizionato al governatore della Campania Vincenzo De luca e dall’altro il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Ebbene la mancata cooperazione e coordinazione tra queste forze è una tentazione a cui bisogna rispondere anche in emergenza sanitaria?

R)«Credo che questo dovrebbe essere il momento di rivedere i rapporti tra le regioni e lo stato centrale. Non è possibile continuare a fare a gara a chi emette il provvedimento più rigido. La sensazione che ne scaturisce crea, questa sì, la diffidenza dei cittadini nei confronti delle diverse istituzioni e questo non è mai un bene. Anche il nostro presidente del Consiglio ha fatto richiamo a quel senso di “unità nazionale” che mai come ora dovrebbe essere un valore imprescindibile».

D)Abbandonando il mantra che ha caratterizzato la prima ondata possiamo sostenere che non andrà tutto bene, ma nemmeno tutto male?

R)«Io sono ottimista per natura e una grande appassionata di Giacomo Leopardi. Pertanto, sono fermamente convinta che dopo la tempesta arrivi sempre la quiete. Non dimentico, però, che proprio secondo il grande poeta la natura non è per niente benigna nei riguardi dell’essere umano e tocca a lui rispettarla. Quella che stiamo vivendo è una grande rivoluzione, non solo economica, ma anche dei sentimenti, e non dobbiamo lasciarci sopraffare».

Daniela PiescoVice Direttore www.progetto-radici.it

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