Il Bezos di Giuda

Il Bezos di Giuda

In che cavolo di mondo vogliamo vivere? Quello in cui una rete di super miliardari che negli anni si sono letteralmente comprati tutto, media, università, politica, elite di supporto, decidono che è meglio terrorizzare con una peste giornalistica i popoli sempre più recalcitranti al nuovo ordine cresocratico? Dovremmo avere paura della paura invece di andare in giro col burka perché è proprio questo il ricatto dei potenti a cui non si dovrebbe sottostare nemmeno se la loro favola di morte fosse reale e non uno scenario. Del resto quello che ci attende è sotto gli occhi di tutti  e può essere esemplificato da ciò che è accaduto con Amazon, il cui fondatore, Jeff Bezos ha visto quasi raddoppiare la sua ricchezza durante la pandemia, dai 113 miliardi di dollari marzo ai 206 miliardi di oggi, mentre l’insieme dei 467 plutocrati americani ha visto crescere  di oltre mille miliardi le proprie ricchezze.

Ma come si è realizzato questo enorme profitto? Con la pura e semplice speculazione da mercato nero trasferita nel commercio on line: all’inizio della pandemia i prodotti Amazon Essential negli Usa hanno subito aumenti vertiginosi proprio nel momento in cui essi erano i più richiesti. Tanto per fare un esempio tratto dallo studio portato avanti  da Public Citizen: mascherine usa e getta + 1.000%, igienizzante per le mani + 48%, spray disinfettante + 87%, Sapone antibatterico+ 470%, guanti monouso in nitrile + 336%, carta igienica +528%, asciugamani di carta + 303%, farina + 425%, Zucchero + 520%, amido di mais+1010%. Nel complesso rispetto all’inizio dell’anno c’è stato un aumento medio di 11 volte. E questo mentre in numerosi stati degli Usa l’aumento del 10% dei beni essenziali durante situazioni di emergenza costituisca  una violazione di legge. Ma non è questo che scandalizza, ciò che davvero ci restituisce il senso di questa evoluzione delle cose è il fatto che numerosi dipendenti di Amazon abbiano salari così bassi da essere costretti ad accedere agli aiuti alimentari per poter campare e molti di loro stanno perdendo la casa non riuscendo più a pagare il mutuo. Questo nonostante la vita d’inferno che si vive nei magazzini dell’azienda ( per esempio non si può parlare con i colleghi per non distrarsi e non si può andate alla toilette più di una volta per turno) e la caterva di straordinari che di fatto vengono imposti dall’azienda.  Ma invece di dare un aumento di salario, pur in un momento di profitti stratosferici, “l’ arcifilantropo ” Bezos che per esempio ha donato ben tre minuti dei suoi guadagni per spegnere i vasti incendi in Australia, ha deciso di avviare una fondazione di beneficenza  chiedendo alla gente che di questi tempi non se la passa di certo benissimo di donare denaro per aiutare i propri dipendenti  a pagare i beni di prima necessità. E quando il personale del Whole Foods Market di proprietà di Bezos ha chiesto una retribuzione più alta e migliori condizioni di lavoro, la società ha invece regalato loro una maglietta gratuita che li chiamava “eroi”  per aver affrontato la pandemia. 

E’ difficile immaginare qualcosa di più repellente, di più simile alla sanguisuga nella scala dell’evoluzione,  eppure l’uomo più ricco del mondo, è anche quello che sostiene con infinita ipocrisia  Black lives matter mentre sottopaga i neri equamente neri e bianchi al suo servizio, dimostrandosi vessillifero di un sospetto antirazzismo da ultraricchi che nasconde la traslazione delle discriminazione dal colore della pelle al colore di soldi. Dall’etnia al reddito. Credere nella buona fede di questi “filantropi” è talmente ingenuo da sfiorare la balordaggine, quasi come pensare che gli allarmi apocalittici per la pandemia che emanano dagli stessi ambienti, abbiano uno scopo umanitario. 

Antonio Peragine

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