Voto per posta  

Voto per posta  

Sono passati circa diciannove anni dal varo della legge 459/2001, meglio nota come Normativa Tremaglia. Quella che ha introdotto, ai fini elettorali, la Circoscrizione Elettorale Estero gestibile per posta. In quest’arco di tempio, in Italia sono cambiate alleanze politiche, rapporti di convivenza, leggi elettorali. Ma per gli Italiani ”altrove” non è cambiato nulla. Però, forse, qualcosa potrebbe cambiare proprio in Patria.

Nel prossimo autunno, si dovrebbe tenere il referendum correlato alla riforma numerica parlamentare ed elezioni regionali.

Anche le operazioni di voto, come le conosciamo, dovrebbero essere adeguate alle “distanze” di sicurezza, con mascherina al seguito, a causa di questa Pandemia subdola e non ancora gestibile.

Ne consegue che, anche gli “assembramenti” elettorali, correlati alle operazioni di voto, dovranno essere presi in attento esame da un Parlamento assai poco “presente”. Per evitare la riaccensione di “zone rosse”, si potrebbe proporre, anche a livello nazionale, il voto da casa. Magari tramite posta elettronica o, più semplicemente, ordinaria. Insomma il voto per “corrispondenza”, evitando gli assembramenti, potrebbe essere adottato data l’emergenza virale. Così, il suffragio ideato dal defunto On. Tremaglia salverebbe “capra e cavoli”. Dopo, con una legge elettorale più consona, anche l’emergenza voto postale potrebbe essere rivista.

L’importante resta, però, l’autonomia politica dei milioni d’aventi diritto di voto che non sarebbero più “legati” alle distanze di sicurezza sanitaria. Questa resta, al momento, solo una nostra teoria, ma restiamo aperti a proposte alternative che consentano, però, un voto sicuro anche sotto il profilo sanitario.

Giorgio Brignola

Redazione

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